Caro Renzi, il lavoro c'è. Manca la formazione
di Andrea Boscaro
Secondo il Censis, le professionalità che attrarranno maggiori posti di lavoro - il 37,8 delle imprese le hanno incluse nelle loro ricerche - sono quelle attinenti l'area ICT, curiosamente proprio quelle professionalità che presentano le maggiori difficoltà di reperimento di candidati qualificati: nel 15% dei casi infatti tali ricerche sono state citate come problematiche in quanto a competenze disponibili.
In un Paese dove si pensa che il lavoro si crei per decreto o semplicemente con investimenti pubblici, occorrerebbe cominciare a ridurre il disequilibrio tra domanda e offerta grazie a un sistema università/impresa che non sia frenato da schemi ideologici ed un mondo della formazione che si concentri sulle professionalità con maggiori opportunità di sbocco sul mercato del lavoro.
Il progetto dei Digital Champions sarebbe inoltre utile ad attutire questo disequilibro a patto però che sappia trasmettere concretamente l'idea che il digitale non è appiattito sul concetto di startup, ma che è invece una delle leve per aumentare la produttività e frenare il declino di tutte le imprese, soprattutto le PMI.
Il rischio che abbiamo dinnanzi è che se la prima rivoluzione industriale ha ridotto drasticamente il numero dei contadini e la seconda il numero degli operai, la rivoluzione digitale a cui stiamo assistendo metta nel mirino gli impiegati e così segni per sempre la fine del ceto medio di questo Paese.