Assicurazione, troppi ostacoli e pochi vantaggi: ecco perchè le polizze Vita non convincono gli under 40 (e come si può rimediare) - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 14:29

Assicurazione, troppi ostacoli e pochi vantaggi: ecco perchè le polizze Vita non convincono gli under 40 (e come si può rimediare)

Secondo il World Life Insurance Report 2026, le polizze vita tradizionali non convincono i giovani sotto i 40 anni: servono vantaggi concreti durante la vita, esperienze digitali fluide e un linguaggio più accessibile per riconquistarli

di Salvatore Isola

La maggior parte preferisce vantaggi concreti e utilizzabili nel presente, come supporto economico d’emergenza, premi benessere o copertura per trattamenti legati alla fertilità

Il World Life Insurance Report 2026, pubblicato dal Capgemini Research Institute in collaborazione con LIMRA, mette in luce una frattura sempre più evidente tra le aspettative delle nuove generazioni e l’attuale offerta del settore assicurativo vita.

Secondo il report, il 68% degli adulti sotto i 40 anni considera l’assicurazione sulla vita un elemento essenziale per garantire un futuro finanziario stabile. Tuttavia, questa consapevolezza non si traduce in un'adozione diffusa, a causa di prodotti che appaiono distanti dalle priorità economiche reali di questa fascia di popolazione.

I giovani consumatori, in particolare Millennials e Gen Z, desiderano vantaggi concreti, accessibili nel corso della vita, e non solo coperture legate a eventi remoti come il decesso. Le tradizionali polizze vita, però, raramente rispondono a queste esigenze. Il risultato? Un giovane su quattro rinuncia del tutto all'assicurazione, scoraggiato da linguaggi troppo tecnici, documenti complessi e percorsi di sottoscrizione poco trasparenti.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal cambiamento dei modelli di vita. Lo studio mostra che il 63% degli under 40 non ha in programma un matrimonio a breve, e l’84% tra single e coppie non prevede di avere figli nel prossimo futuro. Fattori che tradizionalmente spingevano all'acquisto di una polizza vita oggi vengono posticipati o abbandonati, mettendo in crisi l’approccio classico del settore.

Eppure, nei prossimi 15-20 anni, queste stesse generazioni saranno protagoniste di un trasferimento di ricchezza senza precedenti: si stima che riceveranno in media 106.000 dollari a testa in eredità. L’assicurazione sulla vita potrebbe essere una delle destinazioni privilegiate di questi fondi, visto che il 40% degli intervistati la colloca tra le prime tre priorità di investimento ereditario, dopo azioni e risparmi liquidi.

Secondo Matteo Bonati, Insurance Director di Capgemini Italia, questo scenario rappresenta una grande opportunità per le compagnie assicurative. "Le nuove generazioni stanno accumulando ricchezza e adottano percorsi di vita meno convenzionali. Hanno quindi aspettative molto diverse in termini di protezione finanziaria. Il settore assicurativo vita non può più puntare solo sulla protezione in caso di morte. Deve offrire vantaggi reali durante la vita del cliente", ha dichiarato Bonati. "È il momento di colmare il divario con prodotti innovativi e comunicazioni più vicine ai nuovi policyholder."

Il report mette in evidenza come i dirigenti del settore assicurativo siano sempre più consapevoli della necessità di adattarsi. A livello globale, vengono indicati come fattori strategici di lungo termine l’invecchiamento della popolazione (64%), il rinvio delle tappe tradizionali (53%) e l’incertezza economica (51%). Ma le buone intenzioni non bastano.

Le principali ragioni del rifiuto delle polizze vita da parte degli under 40 sono lo scarso allineamento con la propria fase di vita (32%), premi troppo elevati (28%) e l’assenza di benefici immediati (25%). Al contrario, cresce la domanda di cosiddetti “living benefit”, ovvero vantaggi attivabili nel corso della vita: programmi premianti per uno stile di vita sano, coperture per trattamenti di fertilità, supporto alla salute mentale o assistenza finanziaria in caso di eventi imprevisti.

Bryan Hodgens, Senior Vice President e Head of LIMRA Research, sottolinea che gli assicuratori devono cambiare approccio: “Il nostro studio mostra che i falsi miti sui prezzi e le priorità finanziarie emergenti rendono le polizze vita poco attraenti per i giovani adulti. Le compagnie devono dimostrare in modo chiaro che questi prodotti sono accessibili, ma anche ridisegnarli per rispondere alle esigenze attuali e future dei clienti.”

Un altro limite è rappresentato dalla scarsa portabilità delle polizze vita legate al datore di lavoro. Il 44% degli under 40 con una polizza di gruppo desidera una copertura che lo segua anche in caso di cambio di impiego, ma solo il 19% delle compagnie offre davvero questa possibilità. I processi di conversione sono complessi e spesso obbligano i clienti a rinunciare a una copertura soddisfacente solo perché hanno cambiato lavoro.

La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione del settore. Il 59% degli under 40 desidera un’interazione digitale diretta, ma solo il 31% delle compagnie è oggi in grado di offrire piattaforme digitali adeguate. Ancora più ampio è il divario sul fronte dell’intelligenza artificiale e della personalizzazione basata sui dati: il 77% dei giovani si aspetta suggerimenti personalizzati, ma solo il 16% degli assicuratori è attrezzato per fornirli su larga scala, frenato da sistemi legacy e processi poco agili.

Per colmare questo gap e riconquistare l’interesse delle nuove generazioni, il report individua tre aree strategiche su cui agire:

  1. Innovare il prodotto, con soluzioni più flessibili, basate sui living benefit, processi di sottoscrizione semplificati e dinamiche “gamificate” per aumentare l’engagement.

  2. Valorizzare il consulente, dotandolo di strumenti digitali avanzati e insight sui clienti per offrire consulenze personalizzate, e aggiornando i modelli di remunerazione per attrarre nuove figure professionali.

  3. Costruire partnership strategiche, integrando l’assicurazione vita nelle esperienze quotidiane, collaborando con banche, aziende del wellness e piattaforme HR per offrire valore contestuale e tempestivo.

In definitiva, il futuro dell’assicurazione vita dipenderà dalla capacità di evolversi rapidamente, superare i pregiudizi ancora diffusi e proporre una nuova visione di protezione, che non sia più solo “per quando non ci saremo”, ma anche — e soprattutto — per migliorare la qualità della vita ora.

LEGGI LE NOTIZIE DI ECONOMIA