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Economia
Leonardo, Cdp sul dossier Oto Melara: ipotesi spezzatino Fincantieri-Knds
Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo 

Leonardo, il dossier sul tavolo del governo: ipotesi spartizione di Oto Melara tra Knds e Fincantieri 

Il dossier della vendita di Oto Melara e Wass finisce sul tavolo del governo che dichiara: l'assetto delle aziende messe in vendita da Leonardo, colosso italiano della Difesa, dovrà conciliare "l'interesse nazionale", non escludendo "possibili intese a livello europeo". L'annuncio arriva direttamente dal ministro dell'Economia e delle Finanze Daniele Franco, il ministro dello Sviuppo Economico Giancarlo Giorgetti e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini dopo il vertice di ieri al Mise. 

Secondo le prime interpretazioni in ambienti vicini al dossier, scrive il Sole 24 Ore, questo significherebbe mettere al tavolo tutti gli attori nazionali (anche Iveco defence vehicles, partner di Oto) e considerare l'ipotesi di spezzatino tra i due pretendenti che hanno presentato una proposta d'acquisto: Fincantieri per gli armamenti navali, il gruppo franco-tedesco Knds per quelli terrestri.

Resta però da verificare "se sarà possibile trovare un'intesa tra questi due attori, poiché Fincantieri non dialoga con Knds ma con un suo concorrente, la tedesca Rheinmetall, che ha prospettato alla Difesa una doppia alleanza land and naval; oltre ad avere interesse per una joint venture con Oto, Rheinmetall discute con Fincantieri per l'acquisto dei cantieri tedeschi di Tkms, che producono sommergibili", continua il Sole 24 Ore

Leonardo non ha intenzione di vendere le aziende di armamenti a Rheinmetall, suo concorrente nell'elettronica della difesa. Il gruppo guidato da Alessandro Profumo vuole riservarsi "un ruolo di fornitore di elettronica alle aziende da dismettere". Inoltre, sottolinea il Sole 24 Ore, Leonardo non considera ammissibile l'opzione Rheinmetall perché questo gruppo non ha presentato una proposta di acquisto per Oto e Wass, nella procedura condotta dall'advisor Rothschild: Knds ha dato una valutazione di circa 650 milioni, Fincantieri circa 200 milioni in meno (ne abbiamo scritto qui). 

Infine, conclude il quotidiano economico, "nel tavolo potrebbe essere coinvolta anche Cdp, la controllata del Mef che detiene il 71,3% di Fincantieri, alla quale verrebbe chiesto un doppio ruolo: fornire i soldi a Fincantieri (ieri -4,64% a 0,60 euro) per l'acquisto, (secondo indiscrezioni la società guidata da Giuseppe Bono avrebbe bisogno di una ricapitalizzazione), oppure intervenire direttamente con una quota nella Newco che sarebbe il veicolo per l'acquisizione".

"C'è massima attenzione del governo che valuterà in tempi brevi soluzioni idonee a salvaguardare l'interesse nazionale alla valorizzazione degli asset strategici e allo sviluppo dell'occupazione anche nel quadro di possibili intese a livello europeo in una prospettiva di lungo periodo", conclude la fonte governativa interpellata dal quotidiano economico. 

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