Manager / Da Delia a Laura: 60 anni di Biagiotti al femminile. Chi è Lavinia, l’erede che tiene saldo il marchio (e la sua identità) - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:19

Manager / Da Delia a Laura: 60 anni di Biagiotti al femminile. Chi è Lavinia, l’erede che tiene saldo il marchio (e la sua identità)

Dalla sartoria di Delia negli anni ’60 all’eleganza colta di Laura negli anni d’oro del Made in Italy, fino alla leadership di Lavinia oggi: come la dinastia Biagiotti ha resistito ai cambiamenti del sistema moda

Da Delia a Laura: 60 anni di moda di madre in figlia. Eccho chi è Lavinia Biagiotti

C’è una storia nella moda italiana che va raccontata tutta al femminile. È la storia delle Biagiotti: Delia, Laura e Lavinia. E oggi, in un tempo in cui le dinastie si sfilacciano e i marchi si vendono a pacchetti nei fondi di investimento, Lavinia Biagiotti Cigna è lì, salda, a tenere in piedi un universo che porta il suo cognome, ma anche la sua firma.

Tutto parte negli anni ’60 con Delia Biagiotti, sarta romana raffinata, pragmatica e caparbia. Rimasta orfana da giovanissima, apre un atelier nel cuore di Roma e confeziona camicie per i grandi nomi dell’epoca: Sorelle Fontana, Emilio Schuberth, Roberto Capucci. Ma Delia guarda oltre. Nel 1964 realizza le prime uniformi per le hostess Alitalia e nel 1965 fonda ufficialmente il marchio Biagiotti. È una pioniera del prêt-à-porter di qualità in Italia. Ed è lei stessa a spingere sua figlia Laura, appena laureata in archeologia, verso la moda.

Laura entra nel mondo della moda portandosi dietro un immaginario colto, ispirato all’arte classica e alla Roma imperiale. Nel 1972 debutta a Firenze con una collezione di tagli fluidi e morbidi, realizzati in cashmere: un materiale che fino a quel momento nessuno aveva associato all’eleganza femminile. Nasce così la sua cifra distintiva, e la stampa internazionale la incorona “Queen of Cashmere”. Il suo stile è essenziale, sofisticato, rassicurante, opposto all’eccesso anni ’80.

Ma Laura non si ferma alla passerella. Insieme al marito Gianni Cigna costruisce un intero ecosistema. Trasferisce il quartier generale della maison fuori Roma, nel Castello Marco Simone, cge diventa anche la casa di sua figlia Lavinia, nata nel 1978, che cresce tra bozzetti, prove tessuti e mostre d’arte. Nel frattempo, Laura spinge il marchio oltre i confini.

È la prima stilista italiana a sfilare in Cina (1988) e poi al Cremlino di Mosca (1995), molto prima che la globalizzazione diventasse uno slogan. Firma fragranze cult come "Roma" (1988), veste le donne italiane, promuove restauri d’arte e finanzia la cultura. È mecenate del Teatro La Fenice, del Piccolo Teatro di Milano, e della collezione futurista di Giacomo Balla.

Lavinia, immersa fin da bambina in questo universo, entra in azienda a 18 anni, nel 1996, dopo la morte del padre. Fa la gavetta vera: lavora nei backstage, nello showroom, nella logistica, nella produzione. Nessun salto di corsia. Nel 2005 diventa vicepresidente, lavorando fianco a fianco con la madre, portando nel brand un’energia nuova e un orientamento sempre più sostenibile e contemporaneo.

Poi nel 2017, il colpo più duro: Laura muore improvvisamente, colpita da un malore con arresto cardiaco. Ma Lavinia non arretra. Assorbe il colpo, prende il timone e riorganizza. Diventa Presidente e ad del Gruppo Biagiotti, rilancia il marchio rifiutando qualunque vendita o cessione. Da allora imprime la sua cifra, le sue collezioni non urlano: sono costruite sul bianco (colore simbolo della casa), sul cashmere italiano, su tagli morbidi, su silhouette che accarezzano. Ma è nel "come" che si vede il cambiamento: le sfilate si spostano nei luoghi simbolo di Roma – Ara Pacis, Campidoglio, MAXXI.

Lavinia rafforza poi le licenze internazionali, rilancia la linea profumi (Romamor, Forever, Roma Fiori Bianchi), crea capsule eco-responsabili, lancia occhiali in bioplastica riciclabile. Ma per Lavinia l’azienda è anche un motore culturale. La Fondazione Biagiotti Cigna, che guida, custodisce oltre 200 opere di Giacomo Balla, promuove l’arte italiana all’estero e ha finanziato restauri importanti: dalla Scala Cordonata del Campidoglio alle fontane di Piazza Farnese, fino al sipario del Teatro La Fenice.

E poi c’è il Marco Simone Golf & Country Club, fondato da Laura nel 1991. Lavinia ne è oggi presidente. Lo ha ristrutturato completamente, trasformandolo in un polo internazionale. Nel 2023 ospita la Ryder Cup, prima edizione italiana del più grande torneo di golf del mondo. 

Oltre alla moda, è vicepresidente della Fondazione Musica per Roma, e siede nel consiglio della Camera Nazionale della Moda Italiana. Tra i riconoscimenti ricevuti: Veuve Clicquot Business Woman Award, European Personality Award, Premio Mecenate dello Sport, solo per citarne alcuni.

Oggi, a sessant’anni dalla nascita del marchio, in casa Biagiotti non c’è nostalgia, ma presenza. Lavinia porta avanti l’eredità della madre e della nonna con senso di continuità, rispetto per la tradizione e uno sguardo aperto all’innovazione. Come certi profumi che non si fanno notare subito, ma restano nella memoria.

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