Manovra, il taglio dell'Irpef premia i ricchi: ai manager 408 euro e agli operai 23... Quali sono (davvero) le cifre - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:40

Manovra, il taglio dell'Irpef premia i ricchi: ai manager 408 euro e agli operai 23... Quali sono (davvero) le cifre

L’Ufficio parlamentare di bilancio fa i conti. Dubbi anche sul nuovo Isee: "Penalizza i giovani"

di Marco Santoni

Manovra, dubbi sui tagli Irpef: briciole agli operai e manager ancora più ricchi. La relazione dell'Upb

Il governo sta cercando di limare gli ultimi dettagli relativi alla manovra finanziaria, restano ancora dei nodi da sciogliere ma il più è fatto. Si tratta come noto di una legge di Bilancio da soli 18,7 miliardi, con numeri quindi molto contenuti. Ma dai conti fatti dall'’Ufficio parlamentare di bilancio emergono dettagli destinati a far discutere.

Metà del beneficio da 2,7 miliardi per il taglio della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% - sostiene l'Upb - va all’8% dei contribuenti con redditi sopra 48mila euro", quindi oltre lo scaglione di intervento (28-50mila euro). I "due quinti più alti della distribuzione", per dirla con Bankitalia. Operai e pensionati prendono poco, in media 23 e 55 euro all’anno.

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I dirigenti sfiorano il massimo con 408 euro. L’effetto redistributivo - riporta La Repubblica - non pare neutrale perché vengono favoriti reddito medio-alti con il taglio dell’Irpef, proprietari di case e famiglie molto numerose con il nuovo Isee, solo alcuni settori che rinnovano i contratti e solo per alcuni lavoratori con la detassazione. Insomma la selettività della legge di bilancio paga pegno. Impatto sulla crescita nullo, diseguaglianze non corrette, salari reali 8 punti sotto il livello del 2021. Pure l’impatto della detassazione al 5% degli aumenti contrattuali sembra leggero oltre che limitato ai redditi fino ai 28mila euro. La misura da 400 milioni vale solo per il 2026. Dice Istat che sono interessati in tutto un milione mezzo di lavoratori, calcolando i rinnovi del 2025-26 ancora da firmare: il 40% dei dipendenti privati. Ma sono "esclusi i dipendenti regolati da contratti firmati prima del 2025 e che scadono dopo il 2026".

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