Tonfo delle Borse, colpa del Portogallo
La crisi del Banco Espirito Santo, il principale istituto di credito portoghese, e i preoccupanti dati sulla produzione industriale in Francia e Italia spingono le borse europee a una chiusura in deciso calo. Gli investitori temono che, nonostante lo scudo della Bce, la crisi del debito non sia finita davvero. Di conseguenza fioccano le vendite, soprattutto sul settore bancario, con gli spread che tornano a salire.
Tonfo per la borsa di Lisbona, che cede il 4,18% a causa del crollo di Banco Espirito Santo, giu' di oltre il 17%. Atene perde l'1,77% dopo un'asta di titoli che ha attratto una domanda deludente. Il Dax di Francoforte perde l'1,52% a 9.659,13 punti, l'Ftse 100 di Londra segna -0,68% a 6.672,37 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dell'1,34% a 4.301,26 punti, l'Ftse Mib scivola dell'1,9% a 20.488,75 punti, l'Ibex di Madrid scende dell'1,98% a 10.533,6 punti.
La nuova ondata di vendita e' stata innescata dalle preoccupazioni che arrivano dal Portogallo sul fronte del Banco Espirito Santo. La famiglia primo azionista dell'istituto attraverso una serie di holding ha annunciato che proprio una di queste societa', Espirito Santo International, non rimborsera' un bond in scadenza. La notizia e' andata a ripercuotersi direttamente sulla banca che sta cedendo il 15,45% nonostante le rassicurazioni della banca centrale lusitana.