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Economia
Mps, Bastianini assolve Profumo e Viola e attacca il fondo Bluebell

Ebbene, Bluebell sta andando avanti con un lavoro di cooptazione di altri soggetti perché impediscano di portare avanti la fusione, soprattutto facendo leva sulla presenza di Pier Carlo Padoan. Il quale, da politico e membro dell’esecutivo, aveva traghettato la banca verso la nazionalizzazione parziale nei giorni della buriana.

Non solo: anche i Cinque Stelle (con Elio Lannutti in testa) si sono lanciati all’arma bianca contro l’incorporazione. Per loro il passaggio a UniCredit significherebbe “un buco nero di circa 60 miliardi di euro, che l'azionista Ministero dell'Economia e delle Finanze vorrebbe offrire come regalo, ripulito da circa 13,5 miliardi di euro di contenzioso legale, Npl ceduti ad Amco, aumento di capitale e una dotazione di tasse differite Dta". La banca sarà presieduta, scrivono i grillini, "col collaudato sistema delle porte girevoli, dall'ex Ministro dell'Economia ed ex deputato del Pd eletto a Siena, Pier Carlo Padoan, grazie a una norma ad hoc sui criteri di onorabilità bancaria, che impediva di traslocare in tempo reale dal Parlamento ai vertici di un istituto di credito”.

Fine delle brutte notizie? Non proprio: la stessa Mps ha dovuto ammettere che a fine 2020 le richieste di danni complessive ammontavano a 10 miliardi tra 5,1 di vertenze legali e 4,9 di petitum in procedimenti stragiudiziali. Il rosso del 2020 è di 1,68 miliardi. E soprattutto: se non dovesse concretizzarsi una fusione con una banca dimensionalmente più rilevante – e sarebbe difficile immaginare il contrario, visto che oggi Siena vale circa un miliardo – che beneficerebbe del differimento delle tasse per 2,2 miliardi, si renderebbe necessaria una ricapitalizzazione da 2,5 miliardi. E lo stato, pro quota, dovrebbe versare altri 1,6 miliardi. In un momento come questo, non esattamente lo scenario migliore.

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