Economia
Mutui, tassi sotto la lente: le migliori offerte sul fisso e variabile
Il 2015 volge al termine, ma per uno strano gioco del destino sembrerebbe che i primi 11 mesi di quest'anno siano serviti solo a farci arrivare alle prime due settimane di dicembre, quando si concentreranno i due più importanti eventi almeno per quanto riguarda la politica monetaria mondiale e le prospettive per le economie occidentali (e le nostre tasche sia come investitori sia come richiedenti credito). Diciamo subito che, salvo grandi sorprese, mentre la Bce la prossima settimana dovrà cercare di superarsi e tirare fuori il coniglio dal cilindro con ulteriori stimoli monetari (un ampliamento del quantitative easing, un ulteriore ribasso dei tassi, magari limitato ai soli tassi sui depositi presso la Bce, peraltro già in territorio negativo o un mix di ulteriori misure pro-inflazione e pro-crescita che indeboliscano l'euro) per riuscire a dare nuovo slancio a mercati che già hanno corso molto, nonostante la pausa estiva, la Federal Reserve non ha dovrebbe avere molte alternative a disposizione se non un primo rialzo di un quarto di punto dei tassi ufficiali sul dollaro.
Così facendo dovremmo vedere (salvo qualche reazione di segno opposto di breve periodo dovute a prese di profitto di chi si era per tempo posizionato correttamente e vorrà portare a casa il risultato prima che l'anno volga al termine, anche contabilmente) un dollaro in rafforzamento, ovvero un euro in calo, T-bond ulteriormente sotto pressione, anche se già oggi i tassi sul decennale sono saliti attorno al 2,2% e quelli sul trentennale al 3%, qualche incertezza sui bond europei, visto che ormai una parte della curva, fino almeno ai due anni, esprime tassi negativi e che anche alle ultime aste di titoli francesi e italiani si è notata una buona domanda alla disperata ricerca di rendimenti (cosa che sta facendo comprimere gli spread contro Bund a livelli che no si vedevano più da fine 2007). Dal canto loro le borse, quelle italiana ed europee in particolare, dovrebbero potersi mantenere sui livelli raggiunti e gradualmente migliorarli, con una crescente attenzione alla selezione titoli sia per riscoprire temi e settori "rimasti indietro" come nel caso degli immobiliari in questi giorni, sia per premiare chi mostrerà una redditività (e dividendi) in crescita.
E per chi non ha capitale da investire ma deve semmai prenderne a prestito, ad esempio tramite un mutuo immobiliare? Il mercato in realtà appare da tempo sostanzialmente stabile al netto delle domande di surroga (cui da qualche tempo si sono aggiunte le surroghe di surroghe, ossia richieste di rinegoziazione di un mutuo già rinegoziato), segno che le banche sono ancora molto prudenti nell'erogare nuovi finanziamenti "al netto" della rinegoziazione di quelli già in essere. Ciò detto è evidente che chi può cerca di ottenere (o quanto meno rinegoziare) un prestito nel 75% dei casi a tasso fisso, perché anche se in Europa e in Italia i tassi appaiono destinati a mantenersi sui livelli attuali per almeno tutto il prossimo anno, prima o poi la ripresa economica apparirà anche nel vecchio continente abbastanza forte da sostenere un rialzo dei tassi.
(Segue...)