Nomine, slittano le assemblee. Ma serve un decreto. Rumors - Affaritaliani.it

Economia

Nomine, slittano le assemblee. Ma serve un decreto. Rumors

Il governo conferma l'orientamento di voler congelare i rinnovi fino all'autunno

C'è una parte del governo che vorrebbe rinviare le nomine delle grandi società a controllo pubblico. Quest'anno scadono i mandati triennali di presidente, amministratore delegato e consiglieri di Eni, Enel, Poste, Terna, Leonardo per citare solo i big five.

A cui si aggiunge - tra le maggiori quotate in Borsa - l'unica banca, il Monte dei Paschi di Siena. Le società hanno in calendario le assemblee di bilancio tra marzo e maggio. Le liste vanno presentate almeno 25 giorni prima dell'assise dei soci. E l'idea del Mef (il ministero dell'Economia a cui fanno capo, anche tramite Cassa Depositi e Prestiti, le liste di maggioranza) era presentare i nomi in due tranche: la prima entro le 24 di oggi, 12 marzo, data ultima per il nuovo cda di Mps (assemblea fissata per il 6 aprile) in cui dovrebbe essere annunciata sia la lista Mps, sia quella di Poste (assemblea il 16 aprile). 

Il programma però, scrive il Giornale, potrebbe saltare: gira voce, sul mercato, che per il divieto di assembramenti saranno rinviate le prossime assemblee di bilancio delle quotate (le prime sono Campari il 27 marzo, poi Bim, Anima, Bpm) e questo potrebbe essere il pretesto per il rinvio di quelle pubbliche. Ma se per far slittare l'assemblea di 30-45 giorni è sufficiente una decisione societaria, per un rinvio più consistente serve un intervento del governo nel decreto di domani per il Covid-12. Ed è proprio questo quello che sta bollendo in pentola: uno slittamento delle assemblee di bilancio ad autunno, con proroga dei vertici in carica (scadono con l'approvazione del bilancio annuale).