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Economia
Nord Stream 2 verso l'insolvenza: licenziati 140 lavoratori in Svizzera

L'annuncio dall'agenzia di stampa internazionale Reuters. La filiale svizzera, con sede a Zugo, licenzia tutto il personale operativo 

Nord Stream 2 Ag, la società con sede in Svizzera controllata da Gazprom che ha costruito l’omonimo gasdotto che collega la Russia alla Germania, sta considerando di presentare una domanda di insolvenza. Lo riferisce Reuters, citando due fonti a conoscenza della situazione. La mossa avrebbe lo scopo di anticipare l'entrata in vigore delle sanzioni contro la Russia.

La società è finita nella lista delle sanzioni annunciate dagli Stati Uniti e la Germania ha sospeso la certificazione dell'azienda come operatore indipendente di trasmissione del gas. La scorsa settimana iinfatti gli Stati Uniti hanno dichiarato che intendono imporre sanzioni al Nord Stream 2, dopo la decisione del governo tedesco di interrompere il processo di certificazione del gasdotto, come rappresaglia per l'invasione russa dell'Ucraina. Di riflesso, il prezzo del gas è andato in rally al Ttf sulla scia delle notizie dal fronte Russia-Ucraina e dopo l'annuncio di insolvenza. A fine mattinata sulla piattaforma olandese il contratto avanza del 12,1% a 111 euro per Megawattora.

Ma non è tutto. Nord Stream 2 Ag, la società con sede in svizzera controllata da Gazprom che ha costruito l'omonimo gasdotto che collega la Russia alla Germania, ha annunciato di aver licenziato i suoi oltre 140 dipendenti a seguito delle sanzioni Usa e della decisione della Germania di sospenderne la certificazione come operatore indipendente di trasmissione del gas. "A seguito dei recenti sviluppi geopolitici che hanno portato all'imposizione delle sanzioni statunitensi su Nord Stream 2 Ag, la società ha dovuto porre termine ai contratti con i dipendenti. Siamo molto dispiaciuti per questo sviluppo", si legge in una mail della società. 

Ucraina, dimessi tutti collaboratori ex cancelliere Schroeder

Intanto, in Germania si sta creando il vuoto intorno a Gerhard Schroeder: si sono infatti dimessi tutti i collaboratori dell’ex cancelliere nel suo ufficio al Bundestag. A quanto scrivono la Bild ed il sito The Pioneer, il motivo dell’addio in blocco dei funzionari sarebbe il rifiuto del predecessore di Angela Merkel di prendere le distanze da Vladimir Putin e di lasciare i suoi incarichi nel colosso energetico russo Rosneft e nel consiglio d’amministrazione della società che gestisce oi gasdotti Nord Stream in seguito all’invasione dell’Ucraina.      

Si tratta di quattro collaboratori e del capo del suo ufficio presso il Parlamento tedesco, Albrecht Funk. Come sottolinea il tabloid, toccherà all’attuale cancelliere, Olaf Scholz, impiegare il capufficio di Schroeder in cancelleria ed eventualmente decidere se al suo predecessore spettino nuovi collaboratori. 

Nello stessa Spd (partito a cui appartengono sia Scholz che Schroeder) c’è molta tensione (nonché imbarazzo) per le posizioni pro-russe dell’ex cancelliere, che in passato ha avuto modo di definire Vladimir Putin “un democratico purissimo”. Tra l’altro, Schroeder viene pesantemente criticato in Germania per le sue ripetute tesi circa gli “interessi di sicurezza” russi, mentre pochi giorni fa aveva parlato di “di molti errori da ambo le parti” a proposito dell’acuirsi della crisi che ha portato all’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe.   

In una recente nota pubblicata sulla sua pagina LinkedIn, Schroeder ha sì affermato che la Russia “deve mettere fine alla guerra in Ucraina”, ma ha aggiunto che sarebbe sbagliato “interrompere del tutto i legami dell’Europa con la Russia”, dato che “nonostante l’attuale drammatica situazione, questi legami sono la base della speranza che sia di nuovo possibile un dialogo su pace e sicurezza nel nostro continente”.    

A detta di Schroeder – che in diverse occasioni si è anche definito “amico personale” del capo del Cremlino – pur con le “necessarie sanzioni” bisogna fare attenzione “a non recidere del tutto le connessioni, politiche, economiche e della società civile esistenti tra l’Europa e la Russia”.      

Di recente l’ex cancelliere aveva scatenato non poche polemiche dopo aver definito un “tintinnar di sciabole” la richiesta dell’Ucraina di forniture di armamenti da parte della Germania. A Berlino intanto si fanno sempre più forti le voci che chiedono Schroeder si dimetta dai suoi incarichi in Rosneft e Nord Stream.

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