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ANBI: la Toscana diventa laboratorio contro le plastiche nei fiumi

Gargano (ANBI): "L’abbandono dei rifiuti all’interno e nelle vicinanze dei corsi d’acqua rappresenta un elemento di amplificazione del rischio idraulico"

di Redazione Corporate

ANBI: in Toscana un laboratorio di buone pratiche ambientali contro l’abbandono delle plastiche nei corsi d’acqua, tra arte e cittadinanza attiva

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, celebrata il 5 giugno, l’ANBI accende i riflettori sulla Toscana, indicandola come un vero e proprio “laboratorio” nella lotta contro l’abbandono delle plastiche nei corsi d’acqua. Simbolo di questo impegno è il primo Museo delle Arti Umide, realizzato alla periferia di Arezzo lungo il torrente Chiassa, grazie all’iniziativa del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno in collaborazione con le comunità di Chiassa e Tergozzano.

Il museo è una raccolta all’aperto di opere create con materiali trasportati dalle acque: rami, tronchi, pietre e “meno nobili regali dell’ineducazione umana” trasformati in sculture e installazioni da adulti e bambini. È un progetto artistico e partecipativo, che muta con le stagioni, invitando i visitatori a riflettere sul legame tra uomo e natura. Il sentiero che conduce al torrente ospita decine di creazioni, accompagnate da una cartellonistica speciale che invita a non lasciare rifiuti, rinunciando volutamente all’installazione di cestini, potenziale causa di ulteriore inquinamento.

Ancora una volta il torrente Chiassa e la sua comunità ci sorprendono, dando vita ad un progetto innovativo, che mette al centro il corso d’acqua”, commenta Serena Stefani, Presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno. “È la dimostrazione di come la manutenzione ordinaria del territorio possa diventare occasione per nuove forme di cittadinanza attiva e valorizzazione ambientale”, sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue).

Parallelamente, prosegue il progetto “Splastichiamo i fiumi” che, grazie alla Legge Salvamare, coinvolge l’intero Alto Valdarno. In sinergia con Legambiente Arezzo, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale e altre realtà locali, si svolgono attività di recupero dei rifiuti con l’uso di canoe e gommoni. Quest’anno, il progetto ha aderito a “Camminpulendo nel letto dell’Arno”, evento inserito nel calendario nazionale del Giro d’Italia Plogging 2025 e sostenuto dal Comune di San Giovanni Valdarno.

La presenza attiva dei Consorzi di bonifica nell’attività di rimozione dei rifiuti da sponde ed alvei ha più obiettivi: salvaguardare gli ecosistemi acquatici, rendere più belli e fruibili i corsi d’acqua, tutelare la sicurezza idrogeologica”, spiega Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. “L’abbandono dei rifiuti all’interno e nelle vicinanze dei corsi d’acqua rappresenta un elemento di amplificazione del rischio idraulico, intasando pompe ed idrovore, la cui indispensabile pulizia è una delle maggiori voci di spesa nei bilanci consortili. Per questo è grande la nostra attenzione verso l’innovazione nel contrasto alla piaga dell’abbandono delle plastiche”.

In provincia di Grosseto, il Consorzio di bonifica Toscana Sud è pronto a inaugurare il progetto sperimentale River Cleaner, un impianto con barriera galleggiante che intercetta i rifiuti sul canale S. Rocco, trasferendoli automaticamente su camion per lo smaltimento. Un impianto simile è in progettazione lungo il fiume Cornia, a Piombino, per intercettare i rifiuti flottanti prima che raggiungano le coste. Il Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa prevede la conclusione dei lavori entro dicembre 2026.

Anche il Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno, in collaborazione con l’Università di Pisa, ha installato due barriere per trattenere la plastica: una sul canale del Terzo a Ponte Buggianese e una sul torrente Pescia di Collodi a Fucecchio. È inoltre in corso d’approvazione una convenzione con l’Autorità di Distretto per nuove barriere sul canale Usciana e sulla fossa Chiara nei comuni di Pisa e Collesalvetti, con monitoraggio scientifico sempre affidato all’Università.