ANBI, l’Osservatorio sulle Risorse Idriche lancia l’allarme sulle “tempeste condominiali” - Affaritaliani.it

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ANBI, l’Osservatorio sulle Risorse Idriche lancia l’allarme sulle “tempeste condominiali”

Il problema però non è solo l’eccesso d’acqua, in molte aree del Mezzogiorno la siccità resta drammatica

di Redazione Corporate

ANBI, Osservatorio sulle Risorse Idriche analizza l'emergenza delle "tempeste condominiali": piccole aree colpite da violente precipitazioni

Piccole aree colpite da violente precipitazioni in tempi brevissimi: è questa la nuova frontiera del cambiamento climatico in Italia. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che ha coniato un termine emblematico per descrivere questi eventi meteorologici sempre più diffusi: le “tempeste condominiali”.

L’esempio più recente arriva da Mercato Saraceno, in Romagna, dove 90 millimetri di pioggia sono caduti in soli 90 minuti, allagando le case tra le località di Bareto e Borgo Stecchi. Eventi così intensi e localizzati rappresentano la nuova fase della crisi climatica, fatta non solo di alluvioni su larga scala ma anche di fenomeni estremi circoscritti a zone minuscole, con effetti devastanti.

Secondo ANBI, il 2025 è stato finora meno estremo rispetto al 2024, con un calo del 9% degli eventi meteo intensi, ma la distribuzione parcellizzata delle piogge e le temperature marine elevate (eccetto Adriatico ed Egeo) stanno generando sempre più trombe d’aria, grandinate e nubifragi improvvisi.

Si sta consolidando un’ulteriore fase dell’estremizzazione meteorologica", avverte Francesco Vincenzi, presidente ANBI. "Serve una nuova cultura dell’acqua, dalla gestione domestica alla costruzione di infrastrutture adeguate”.

Il problema però non è solo l’eccesso d’acqua. In molte aree del Mezzogiorno, la siccità resta drammatica: in Sardegna (Nurra) e Puglia (Capitanata), le riserve idriche sono ai minimi storici, e le temperature previste sopra i 35°C rischiano di aggravare una crisi idrica già critica. Gli invasi pugliesi, ad esempio, contengono oggi solo un terzo della capacità utile.

Massimo Gargano, direttore generale ANBI, sottolinea: “Servono strategie nazionali a lungo termine e investimenti annuali di almeno un miliardo di euro per la resilienza idrica. Oggi le opere sono importanti ma isolate.” Nel frattempo, il Nord mostra un quadro più variegato: in Lombardia, la scarsità di neve ha ridotto dell’8,6% le riserve idriche, mentre i grandi laghi sono pieni, grazie allo scioglimento anticipato della neve. In Valle d’Aosta e Piemonte, crescono le portate dei fiumi, ma le grandinate diventano sempre più frequenti.

Il fiume Po, barometro delle condizioni idriche italiane, segna una portata in lieve calo, confermando un quadro generale fatto di eccessi localizzati e carenze croniche. In sintesi, l’Italia si trova in bilico tra bombe d’acqua e siccità. Le “tempeste condominiali” sono solo l’ultimo segnale di un clima sempre più instabile che impone interventi urgenti, strutturali e diffusi.