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Consorzio Tutela Cioccolato di Modica, Fanti in visita al Museo

Fanti e Scivoletto si sono confrontati sui percorsi seguiti per ottenere le certificazioni di qualità dei loro prodotti
Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica, il Direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma Dop incontra Scivoletto
Il Direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma Dop, Stefano Fanti, ha fatto visita, in Sicilia, al Direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica Nino Scivoletto. L'incontro si è svolto in un'ottica di confronto circa i diversi percorsi seguiti dai due prodotti, simbolo del Made in Italy nel mondo, per ottenere la certificazione di qualità rispettivamente Dop per il Prosciutto di Parma (registrata in data 11 giugno 1996) e Igp per il Cioccolato di Modica (registrata in data 14 ottobre 2018). Fanti e Scivoletto hanno ripercorso la storia che, per ciascuno, ha dimostrato il rispettivo legame con il territorio, sintetizzata e pubblicata grazie all’impegno della Fondazione Qualivita su Qualigeo, la prima banca dati sistematizzata dedicata ai prodotti DOP, IGP e STG.
Secondo Qualigeo, infatti, "Il Prosciutto di Parma DOP vanta origini antichissime. Le prime testimonianze sulla lavorazione dei prosciutti nel territorio parmense risalgono a Catone nel II secolo a.C. A partire dall’anno Mille, il prosciutto acquisisce sempre maggiore importanza. Tra il Duecento e il Trecento si forma a Parma la Corporazione dei Beccai, che si occupava della produzione della carne suina, che conobbe una scissione nel 1459, quando i Lardaioli, coloro che ammazzavano il maiale e ne salavano le carni, decisero di costituire una corporazione a sé".
A proposito del Cioccolato di Modica, invece, le informazioni riportate da Qualigeo sono le seguenti: "Fin dal Settecento il Cioccolato di Modica veniva realizzato presso le famiglie nobili della città, come testimoniato dalle carte d’archivio del nobile casato dei Grimaldi che documentano l’attività dei “cioccolatieri” già nel 1746. Nell’Ottocento a dare grande impulso e notorietà, e a incentivare lavorazione e diffusione concorsero anche i monasteri e gli istituti religiosi del territorio. Tra fine Ottocento e inizio Novecento si segna una nuova tappa fondamentale: i caffè di Modica si trasformano in laboratori di produzione del cioccolato".
Entrambi i prodotti sono realizzati tramite l'impiego di due soli ingredienti: carne di suino italiana e sale per il Prosciutto di Parma; pasta amara di cacao e zucchero per il Cioccolato di Modica. Inoltre, li accomuna l’Organismo di Controllo CSQA, cui è affidata la verifica del processo produttivo e il rispetto dei disciplinari di produzione, in attuazione dei rispettivi Piani di Controllo.
Il Direttore Scivoletto ha illustrato il sistema anticontraffazione applicato al Cioccolato di Modica IGP, attraverso il Passaporto Digitale, frutto della collaborazione con IPZS, Qualivita, CSQA e Consorzio, metodo ritenuto da Fanti assai utile e di possibile di impiego nel Prosciutto di Parma. Fanti ha potuto visionare la documentazione archivistica che ha dato certezza anagrafica al Cioccolato di Modica, grazie all'equipe di ricercatori guidati da Grazia Dormiente, direttore Culturale del Consorzio.
La visita si è conclusa con una degustazione, curata da Gianni Frasca e Piero Puglisi, che partendo da fave di cacao del Brasile ha proseguito con la pasta amara Ecuador, dalla quale sono state prodotte le mini-barrette al 60%, al 70% e al 90% di cacao senza aromi, cui hanno seguito quelle aromatizzate con arancia, vaniglia e sale. Degustazione completata con CHO, il primo liquore al cioccolato con Cioccolato di Modica IGP, curata per l’occasione dal sommelier Giorgio Solarino, produttore del liquore.
Agli ospiti è stato poi regalato il libro di Grazia Dormiente “Il primato del Cioccolato di Modica”, una selezione di Cioccolato di Modica, la pubblicazione dell’IPZS sul Passaporto Digitale e infine un folder contenente il francobollo emesso nel 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico, per celebrare il primo e, ad oggi, unico cioccolato IGP in Europa.