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CRIBIS, presentata la seconda edizione del Synesgy Global Observatory: la sostenibilità come fattore competitivo

Preti (CRIBIS): "Fornire informazioni sulla propria situazione ESG è per l'impresa un passo strategico"

di Federica Toscano

CRIBIS, la seconda edizione del Synesgy Global Observatory rivela come le società che rispettano i canoni ESG riducono del 50% il rischio d’impresa

Oggi a Milano presso gli IBM Studios di Piazza Gae Aulenti, è stata presentata la seconda edizione del Synesgy Global Observatory, l’osservatorio promosso da CRIF che elabora i dati delle aziende registrate su Synesgy, piattaforma globale specializzata nella valutazione ESG delle imprese realizzata da CRIBIS nel 2021.

La mattinata si è svolta con un ricco programma di interventi dedicati alla sostenibilità. Ad aprire i lavori è stato Andrea Frollà, giornalista e autore per Repubblica e Affari e Finanza, seguito da Marco Preti, CEO di CRIBIS, che ha illustrato i principali risultati dell’osservatorio, sottolineando il ruolo strategico degli standard ESG per la competitività delle imprese.

I panel seguenti hanno visto gli interventi di Matteo Mura, professore e direttore del Centre for Sustainability and Climate Change della Bologna Business School, e di Alex Chiodo, Sales Manager di GRI Licensing. La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda, sempre moderata da Frollà, che ha portato l'attenzione sull'esperienza delle aziende stesse con il confronto tra i rappresentanti che hanno portato esempi concreti di come la sostenibilità stia trasformando il modo di fare impresa: Giordana Paita, Communication, Events & ESG Supervisor di Casappa, e Francesco Gastaldi, Referente dell’Ufficio Sostenibilità & Cooperazione e dell’Ufficio Pari Opportunità di Legacoop Nazionale. Per AB Energy sono intervenute Monica Ranghetti, Procurement & Supply Chain Director, e Chiara Corsini, HR Sustainability Manager. Hanno inoltre portato il loro contributo Mauro Ferri, Responsabile Group Sustainability di Sacmi, Chiara Granati, Head of Procurement di SACE, e Lucilla Pastorelli, Responsabile Vendor Rating e Responsabilità Solidale della Direzione Acquisti e Appalti di SOGIN.

Nel suo intervento, Marco Preti, CEO di CRIBIS, ha ribadito: “Credo che quello della sostenibilità sia un percorso che non si può fermare, e infatti non si sta fermando”. Ha voluto poi richiamare l’attenzione su un dato emblematico, sottolineando come i capi filiera registrati su Synesgy siano cresciuti del 40% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 2.000. A suo avviso, questo incremento è la dimostrazione concreta di una crescente attenzione delle imprese verso i temi ambientali, sociali e di governance.

Preti ha spiegato che le spinte alla base di questa transizione sono molteplici. Da un lato, la normativa, sempre più incisiva, coinvolge attivamente il sistema bancario e i fondi di investimento. Dall’altro lato, ha aggiunto, “c’è una forza ancora più determinante: quella dei consumatori”. Ha osservato come le nuove generazioni, in particolare i Millennial e la Gen Z, vedano nella sostenibilità un requisito imprescindibile. “Oggi i consumatori vogliono aziende e prodotti sostenibili, e questa richiesta crescerà sempre di più”, ha affermato.

Proseguendo, Preti ha voluto sfatare un luogo comune ancora diffuso: la sostenibilità non è necessariamente un costo. Anzi, ha ricordato come gli investimenti in ambito ambientale e sociale portino spesso a risparmi nel medio e lungo periodo. Ha fatto l’esempio del solare, citando i vantaggi ottenuti dalle imprese che hanno puntato su questa tecnologia. Lo stesso vale, secondo lui, per chi ha ridotto le emissioni e i consumi: “Portano benefici economici reali e tangibili”.

Preti ha poi ribadito che CRIBIS non intende fermarsi: continuerà a sostenere e sviluppare lo strumento della valutazione ESG, affinché diventi sempre più efficace e diffuso. Questo, ha spiegato, serve a fornire alle imprese una misurazione concreta di ciò che accade lungo la catena di fornitura, ma anche a migliorare la consapevolezza interna rispetto alle proprie performance di sostenibilità. “Vogliamo che questo strumento sia davvero utile, che semplifichi la vita alle imprese italiane”, ha dichiarato.

L’obiettivo, ha concluso il CEO, è permettere alle aziende di compilare un solo report e condividerlo facilmente con tutti i propri fornitori, risparmiando tempo prezioso. Preti ha ricordato infine che questo è lo spirito con cui è nata l’iniziativa: un progetto in cui CRIBIS crede profondamente. “Spero che la presentazione dei dati abbia dato spunti interessanti e positivi perché rappresenta un aspetto per noi fondamentale”.

Durante l’evento, sono stati appunto presentati e spiegati i dati ed i risultati del Synesgy Global Observatory che, confermano un trend positivo: nel 2024 il punteggio ESG medio delle imprese analizzate è salito dal livello “D” a “C”, segnale di una crescente consapevolezza sull’importanza della sostenibilità. In particolare, le aziende che adottano e rispettano gli standard ESG mostrano indicatori economici più solidi: il rischio di liquidazione giudiziale è inferiore di circa il 50% rispetto a chi ha punteggi più bassi, e i ritardi nei pagamenti si riducono in media del 41%.

Un dato particolarmente significativo riguarda la struttura delle imprese analizzate: il 91% appartiene al mondo delle piccole e medie imprese (PMI). Questo dimostra come la sostenibilità non sia più appannaggio esclusivo delle grandi aziende, ma stia diventando un fattore strategico anche per le realtà più piccole, spesso più agili nel cogliere le opportunità della transizione verde.

Non solo sostenibilità etica, ma anche vantaggio competitivo: il 21% delle imprese con punteggi ESG più alti (classi A e B) genera il 71% del fatturato totale del campione. Un legame evidente tra attenzione ai criteri ESG e performance economica.

Anche l’Italia mostra segnali incoraggianti: il punteggio ESG medio è passato da “D” a “C” e il 49% delle aziende utilizza fonti di energia rinnovabile, in linea con la media europea. Tuttavia, restano alcune criticità, soprattutto in ambito sociale. Il gender gap rimane marcato: le donne ricoprono solo il 37% delle posizioni manageriali, a fronte di una media UE del 44%.

Interessante anche il dato sulla puntualità nei pagamenti: le imprese italiane con alto punteggio ESG hanno un ritardo medio di soli 7,7 giorni, la metà rispetto ai 15,4 giorni delle aziende con punteggi inferiori. Un indicatore importante, che riflette affidabilità finanziaria e qualità delle relazioni commerciali.

L’analisi del rischio commerciale evidenzia con chiarezza come l’adozione di criteri ESG rappresenti un vantaggio concreto per le imprese: solo il 22% delle aziende non certificate rientra nella fascia a basso rischio, contro il 41% di quelle ESG-compliant; allo stesso modo, il rischio alto riguarda il 9% delle prime, ma solo il 3% delle seconde. In un contesto normativo sempre più favorevole, soprattutto in Europa, la sostenibilità emerge non solo come un dovere etico, ma come una scelta strategica capace di rafforzare l’efficienza operativa, attrarre investimenti e ridurre l’esposizione ai rischi. In questo scenario, la sostenibilità non è più un’opzione, ma un elemento chiave della competitività aziendale.

L'intervista di Affaritaliani a Marco Preti, CEO di CRIBIS

 

A margine dell’evento, Marco Preti, CEO di CRIBIS ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: “La piattaforma Synesgy è lo strumento pensato per supportare le imprese italiane nella raccolta di informazioni ESG lungo la propria filiera. Valutare i fornitori, soprattutto in ambito di sostenibilità, è oggi un elemento fondamentale di competitività. Il tema è convincere imprese di quanto sia importante rispondere al questionario ESG: non si tratta solo di fornire informazioni a chi lo richiede, ma di un’opportunità concreta per l’impresa stessa”.

Autovalutarsi, attribuirsi un punteggio e analizzare la propria situazione ESG rappresenta un ottimo punto di partenza per posizionarsi al meglio all’interno della filiera, attrarre nuovi clienti e, forse ancor più strategicamente, rafforzare la propria immagine nei confronti del sistema bancario. Il nostro obiettivo”, ha proseguito Preti, “è continuare a far crescere la piattaforma. Oggi contiamo quasi 2.000 capi filiera e circa 500.000 aziende registrate”. 

Vogliamo ampliare ulteriormente questi numeri per creare un vero effetto network: consentire alle imprese, in particolare alle più piccole, di compilare il questionario una sola volta e condividerlo facilmente con tutti i propri clienti attraverso Synesgy. Al momento questo obiettivo non è ancora pienamente raggiunto, ma stiamo lavorando per renderlo possibile. Allo stesso tempo, ci impegniamo a semplificare il più possibile il processo di compilazione dei dati necessari alla valutazione ESG, perché crediamo che questa semplicità rappresenti un vantaggio concreto per le imprese”, ha concluso Preti.