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Fumo e salute pubblica: la necessità di informare i fumatori

Philip Morris Italia, Sfumature: un confronto sulle nuove risposte a un vecchio problema

Sono trascorsi vent’anni dall’introduzione del divieto di fumo al chiuso (Legge Sirchia): un cambiamento importante, volto a tutelare la salute dei non fumatori e a disincentivare i fumatori. Eppure, nonostante tutte le trasformazioni subite dalla società, il numero dei fumatori è rimasto sostanzialmente stabile. La percentuale di fumatori è passata dal 26,6% del 2002 al 24,2% del 2022 ma, soprattutto se si tiene conto dell’aumento della popolazione totale, non c’è stato un reale cambiamento. (Fonte: Istituto Superiore di Sanità su rilevazione dati DOXA).

La campagna di informazione “Sfumature”, lanciata da Philip Morris Italia nel 2022, nasce proprio con l’obiettivo di stimolare un confronto e un dibattito sul tema del fumo nel nostro Paese, anche prendendo in considerazione le scelte operate dagli altri Paesi. Tutto parte dalla domanda: “Come risolvere un problema complesso come quello del fumo, accelerando il declino delle sigarette in Italia?

Secondo i dati diffusi nel 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il numero di fumatori in Italia è pari a 12,4 milioni, corrispondente al 24,2% della popolazione. Particolarmente significativo il numero di fumatori che inizia prima dei 18 anni, il 98% lo fa con le sigarette tradizionali, come raccontano i dati di una recente indagine Eurobarometro. Nell'ultimo anno, i centri antifumo hanno ricevuto 8.500 chiamate, meno dell'1% dei fumatori, e solo il 9,6% di coloro che provano a smettere mantiene le buone intenzioni per più di sei mesi.

Cambiare è molto difficile quando si tratta di fumo, da sempre considerato come una delle abitudini più complesse da abbandonare. Prevenzione e cessazione sono di certo le strategie fondamentali da adottare nella lotta al fumo ma, considerati i dati citati sopra, è chiaro come ci sia ancora molto da fare.

Per i fumatori adulti che hanno già iniziato e che non smettono, si può considerare un terzo punto di vista, una terza strada: quella del principio di riduzione del danno. Esplorando approcci diversi si possono individuare risposte nuove per un vecchio problema, tuttora irrisolto. Considerando le nuove soluzioni e tecnologie disponibili oggi e guardando ai risultati ottenuti in altri Paesi, è possibile fare un punto della situazione e ragionare su nuove proposte.

L’esempio degli altri Paesi

Per tanti fumatori in Italia è molto difficile allontanarsi dal tabacco e dalla nicotina. La scelta migliore rimane sempre non iniziare o smettere del tutto l’uso di tabacco e nicotina, ma per quei 12 milioni di fumatori che hanno già iniziato e che non smettono, cosa è possibile fare? I Paesi oggi sulla buona strada per risolvere il problema del fumo sono quelli che, pur adottando approcci diversi, hanno integrato il principio di riduzione del danno, attraverso soluzioni innovative e pragmatiche.

Tra gli esempi più interessanti c’è sicuramente il Regno Unito, che è stato in prima linea nelle politiche basate sulla riduzione del danno e da tempo include i dispositivi senza combustione tra le soluzioni disponibili per chi non smette di fumare, minimizzando altresì il rischio di iniziazione per chi non ha mai fumato. Il risultato è una riduzione dei fumatori di sigarette molto superiore rispetto a quella registrata nel territorio europeo, con un calo del 4% dal 2014 al 2020, rispetto al 2% registrato in Europa nello stesso periodo.

Anche il caso della Nuova Zelanda, che ha adottato il principio della riduzione del danno, dimostra come l’utilizzo di sigarette sia diminuito negli ultimi anni più rapidamente che nella vicina Australia, che ha invece puntato su politiche più restrittive. Il Giappone ha visto un grande spostamento verso i prodotti a tabacco riscaldato, con un conseguente calo del 7% nel consumo di sigarette in pochi anni. Citiamo poi la Svezia, che ha già quasi raggiunto l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di ridurre la prevalenza al di sotto del 5% grazie al passaggio di una significativa percentuale di fumatori dalle sigarette allo snus o alle bustine contenenti nicotina.

La necessità di non lasciare soli i fumatori

Di fronte al problema del fumo, appare necessario, nel nostro Paese, applicare un’inversione di tendenza per non lasciare soli i fumatori adulti che non smettono di fumare, e che, come rileva l’indagine EurispesI fumatori italiani: abitudini, opinioni e tendenze”, sentono in larga parte la necessità di avere maggiori e più complete informazioni anche su possibili alternative attraverso cui abbandonare le sigarette.

Secondo tale indagine, realizzata in collaborazione con Philip Morris Italia, l’86,8% degli intervistati nell’ambito dello studio è del parere che lo Stato dovrebbe permettere ai cittadini di essere informati dell’eventuale esistenza di prodotti meno dannosi, promuovendo (lo sostiene il 69,1%) delle campagne di informazione dedicate.

La necessità, da parte dei cittadini, di un’informazione più completa e capillare, emerge anche da un’indagine condotta dal Censis in collaborazione con Philip Morris Italia su circa 1.300 fumatori italiani dai 18 anni in su: dallo studio la conferma di quanto i consumatori vorrebbero saperne di più sui rischi per la salute dei prodotti da fumo, e da fonti istituzionali autorevoli come il Ministero della Salute o l'Oms.

Se è vero che la soluzione migliore al problema del fumo rimane “non cominciare affatto”, o smettere del tutto il prima possibile, è altrettanto vero che bisogna sostenere e dare risposte ai fumatori adulti che non smettono di fumare.

Chiunque volesse partecipare e restare informato riguardo al problema del fumo in Italia può seguire la campagna Sfumature iscrivendosi alla newsletter e sui social media.

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