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Infrastrutture: “O sono sostenibili o non sono”. Il ruolo di Intesa Sanpaolo
Mauro Micillo - IMI Corporate Intesa 

“Le infrastrutture o sono sostenibili o, semplicemente, non sono”. Così il Ministro delle Infrastrutture Giovannini intervenendo alla giornata di IMI Corporate Investment Banking di Intesa Sanpaolo a Roma, “Infrastrutture sostenibili: un bene comune. PNRR e nuovi paradigmi sociali, ecologici ed economici per il rilancio dell’Italia” incentrato sulle scommesse, decisive e cruciali, che il nostro Paese si trova ad affrontare con il flusso di investimenti garantiti dal piano di rinascita e resilienza europeo.

Un panel di altissimo livello ha affrontato i temi del rilancio dell’economia ma soprattutto del ruolo centrale che avranno le nuove infrastrutture nei prossimi anni, grazie alle partnership pubblico-privato, unica opportunità realistica per la gestione di investimenti privati al fianco della partecipazione pubblica allo sviluppo.

Centrale l’intervento del Ministro Enrico Giovannini che del resto della sostenibilità e della resilienza ha fatto un assett centrale della propria attività in tempi in cui il tema era ancora lontano dal cuore dell’opinione pubblica.

“Oggi è impossibile scindere i due piani. Questo Paese ha bisogno di enormi investimenti in nuove infrastrutture ma questi non possono prescindere da un approccio totalmente nuovo nell’ambito della sostenibilità. Questo vuol dire pensare, programmare, costruire e smantellare in termini sostenibili. Il Ministero ha sul tavolo 62miliardi di investimenti, previsti dal PNNR, di cui il 72% sono destinati alla lotta alla crisi climatica. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente anche per rivedere le normative sugli appalti, aspetto fondamentale per gestire e attirare investimenti e collaborazioni con il privato. Ad esempio le nuove linee guida sulla fattibilità tecnico-economica. Quello che è fondamentale capire oggi è che con il PNNR i tempi sono dati. Per questo anche le procedure cambiano, anche la Pubblica Amministrazione sta cambiando e deve rispondere in tempi certi, veloci”.

Una impostazione, quella di Giovannini, condivisa da Gaetano Miccichè Chairman Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo. “L’Italia oggi è la vera locomotiva d’Europa – ha detto Miccichè – stiamo attraversando una fase altamente positiva che va interpretata al meglio. Intesa San Paolo ha nel suo DNA la partnership pubblico-privato e IMI Corporate è presente, con investimenti di 400 miliardi per imprese e per famiglie. Negli ultimi venti anni gli investimenti pubblici hanno latitato, sono crollati anche del 30% rispetto a quanto accadeva prima del 2008. In questi anni il ruolo delle banche in questo senso è stato cruciale. Oggi si aprono nuovi scenari a fronte di un’impennata di investimenti pubblici dove però, specialmente nel campo delle infrastrutture, il ruolo dell’investimento privato è fondamentale. Penso per esempio al Mezzogiorno. Sono due secoli che parliamo di ‘questione meridionale’. Oggi non si può più pensare di ritardare ulteriormente interventi per il Sud Italia. E anche in questo caso il senso di eguaglianza sociale e di sviluppo dei territori fa parte della storia di questa banca”.

Anche per Mauro Micillo, Chief of IMI Corporate & Investment Banking Divisioncolmare il gap di investimenti che da anni soffre il nostro paese rispetto agli altri competitor europei è oggi fondamentale. Abbiamo lasciato per strada qualcosa come 130miliardi di investimenti negli ultimi dieci anni. Oggi le urgenze sono ridare ossigeno agli investimenti sulle infrastrutture con nuove partnership pubblico/privato, tutelare la filiera italiana (perché non possiamo pensare di far appaltare i nuovi cantieri a imprese straniere con manodopera straniera), con normative e burocrazie semplificate".

 

 

I lavori, sono stati aperti da Gaetano Micciché e Mauro Micillo, rispettivamente Chairman e Chief della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, e hanno visto la partecipazione di: Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili; Mara Carfagna, Ministro per il Sud e la Coesione territoriale; Alessandro Rivera, Direttore Generale del Tesoro; Renato Ravanelli, Amministratore Delegato F2i; Pietro Salini, Amministratore Delegato WeBuild; Laura Segni, Responsabile Direzione Legal Advisory Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo; Matteo Del Fante, Amministratore Delegato e Direttore Generale Poste Italiane; Luigi Ferraris Amministratore Delegato Ferrovie dello Stato Italiane; Paola Papanicolaou, Responsabile Transformation Center di Intesa Sanpaolo.

Intesa Sanpaolo è un acceleratore della crescita dell’economia reale in Italia. A supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) il Gruppo ha reso disponibili oltre 400 miliardi di finanziamenti a medio lungo termine per imprese e famiglie. Sono interventi resi possibili grazie alla capacità di affrontare efficacemente il complesso contesto causato dal COVID-19, confermata dai risultati di bilancio del primo semestre 2021, pienamente in linea con il conseguimento di 4 miliardi di euro di utile netto minimo per l’anno.

I risultati riflettono la redditività sostenibile, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato, dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e dalla qualità dell’attivo di Intesa Sanpaolo, caratteristiche che hanno permesso di mitigare efficacemente l’impatto nello scenario avverso dello stress test EBA/BCE 2021 e che si traducono in un basso profilo di rischio a presidio del supporto del Gruppo all’Italia, anche con l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale.

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