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Neva SGR: Intesa Sanpaolo investe nelle frontiere della nuova energia
Remmert (Neva SGR): "Il nostro investimento in CFS ha l’obiettivo di facilitare il contatto con il mondo della ricerca e con la filiera manifatturiera d’eccellenza del nostro Paese"

Intesa Sanpaolo punta sull’energia del futuro: Neva SGR investe nella fusione nucleare con Commonwealth Fusion Systems
Neva SGR, società di venture capital interamente controllata da Intesa Sanpaolo attraverso l’Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha ospitato oggi un'importante giornata di confronto presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino. L’evento ha visto la partecipazione di investitori istituzionali, venture capitalist, imprenditori, manager, startupper provenienti da tutto il mondo e rappresentanti chiave del Gruppo Intesa Sanpaolo, riuniti per discutere le strategie dei nuovi fondi Neva II e Neva II Italia, con un focus specifico sulle innovazioni nel campo dell’energia del futuro, in particolare la fusione nucleare.
Nel corso dell’incontro si è svolto anche un panel dedicato al rapporto tra sostenibilità e capitale in un’epoca di grandi trasformazioni globali. Moderato da Luca Remmert, Presidente di Neva SGR, il dibattito ha coinvolto figure di primo piano del Gruppo Intesa Sanpaolo come Paola Angeletti, Group Chief Sustainability Officer e Presidente dell’Intesa Sanpaolo Innovation Center, Tommaso Corcos, a capo delle Divisioni Wealth Management, Gaetano Miccichè, Presidente della Divisione IMI Corporate & Investment Banking e della Divisione International Banks, e Jacques Moscianese, Executive Director Institutional Affairs.
Fin dalla sua fondazione nel 2020, Neva SGR ha adottato un approccio mirato all’investimento in imprese fortemente innovative impegnate ad affrontare alcune tra le principali sfide globali, concentrandosi in particolare su quattro aree strategiche: transizione energetica e tecnologie per il clima, scienze della vita, trasformazione digitale e aerospazio e manifattura avanzata.
Per quanto riguarda la transizione energetica, l’azione di Neva SGR si distingue per una ricerca attenta e selettiva su scala globale, indirizzata verso startup e aziende con soluzioni brevettate e progetti tecnologici in fase avanzata. L’obiettivo è individuare realtà in grado di avviare una produzione su larga scala, accelerando la decarbonizzazione dei settori industriali ad alta intensità energetica e contribuendo allo sviluppo di sistemi di produzione energetica continua (baseload), oltre che a soluzioni per l’integrazione e l’equilibrio delle fonti rinnovabili, tramite lo stoccaggio energetico e l’ottimizzazione delle reti.
In questo contesto si inserisce la recente decisione di Neva SGR di investire nella statunitense Commonwealth Fusion Systems (CFS), una delle aziende più all’avanguardia a livello globale nell’ambito della fusione nucleare. Nata nel 2018 come spin-off del MIT (Massachusetts Institute of Technology), CFS ha brevettato SPARC, un reattore Tokamak a confinamento magnetico che rappresenta il primo passo concreto verso una produzione di energia da fusione con bilancio energetico positivo.
L’azienda americana ha compiuto importanti passi avanti negli ultimi anni, producendo direttamente i magneti superconduttori ad alta temperatura (HTS) presso il proprio stabilimento e annunciando la costruzione della sua prima centrale a fusione in Virginia. Grazie alla sua capacità di innovazione, CFS è oggi riconosciuta come leader nel settore della fusione a confinamento magnetico.
“Neva SGR mette in contatto gli imprenditori italiani con il network globale del venture capital e agevola l'ingresso di imprenditori internazionali nell’ecosistema scientifico e industriale italiano, creando ponti che trasformano idee in opportunità globali” – ha dichiarato Luca Remmert, Presidente della società. “Il nostro investimento in CFS, oltre a finanziare un rivoluzionario progetto dedicato alla produzione di energia pulita da fusione nucleare, ha l’obiettivo di facilitare il contatto con il mondo della ricerca e con la filiera manifatturiera d’eccellenza del nostro Paese, con l’auspicio che possano prendere ancora più parte allo sviluppo su vasta scala di questa tecnologia di nuova generazione”.
Anche Bob Mumgaard, Co-fondatore e CEO di CFS, ha evidenziato il potenziale per l’Italia: “Oltre all'accesso a un’energia pulita, stabile e pressoché illimitata, la fusione potrebbe rappresentare un’opportunità di valore economico soprattutto per l'Italia, perché alcune aziende italiane fanno già parte della filiera produttiva del settore. Se il Paese adotterà politiche che supportino l’adozione della fusione, potrà essere tra i primi a ottenere una completa sicurezza energetica in un contesto di crescente domanda di energia, dovuta anche all’impiego sempre più massiccio dell'intelligenza artificiale”.
Dal lancio delle sue attività nel 2020, Neva SGR ha rapidamente raggiunto e superato gli obiettivi iniziali, nonostante le difficoltà legate alla pandemia nei primi anni. Attraverso i suoi primi tre fondi – Neva First, focalizzato su investimenti internazionali, Neva First Italia, dedicato al contesto nazionale, e Fondo Sei, rivolto allo sviluppo degli ecosistemi innovativi italiani – ha già investito oltre 180 milioni di euro in 43 aziende altamente innovative in rapida crescita, distribuendo agli investitori circa 13 milioni di euro.
Con la creazione, nel settembre scorso, dei due nuovi fondi Neva II e Neva II Italia, la società ha già destinato circa 24 milioni di euro a due nuove partecipazioni, confermando il proprio impegno nel sostenere tecnologie di frontiera e modelli di business in grado di generare impatti positivi su scala globale.