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Ultimo aggiornamento: 18:58

TIM, presentato a Roma lo studio sulle smart infrastructure per un’Italia più sicura e digitale

Schiavo (TIM): "Le infrastrutture sono la spina dorsale dello sviluppo economico del Paese. Digitalizzarle significa renderle più sicure, efficienti e sostenibili"

di Caterina Nicau Castanho

TIM presenta a Roma il futuro delle infrastrutture italiane: più intelligenti, sicure e sostenibili grazie a AI, IoT e reti 5G

L’Italia può diventare una smart land: è il messaggio forte emerso dall’evento organizzato oggi da TIM presso il TIM Innovation Lab di Roma, durante il quale è stato presentato il rapporto Smart Infrastructure, realizzato dal Centro Studi TIM con Intesa Sanpaolo Innovation Center, gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e Comtel Innovation. La trasformazione digitale delle infrastrutture critiche – dalle reti stradali a quelle energetiche e idriche – non è più un’ipotesi futuribile, ma un percorso concreto accelerato dall’integrazione di Intelligenza Artificiale, Internet of Things, sensoristica avanzata, robotica, droni e reti 5G.

Il TIM Innovation Lab, che ha ospitato l’evento, rappresenta uno dei luoghi simbolo di questa evoluzione. È la casa dell’innovazione del Gruppo, uno spazio immersivo in cui è possibile conoscere e sperimentare le soluzioni più avanzate sviluppate da TIM per abilitare la trasformazione digitale dell’Italia. Qui tecnologie come AI, Cloud, Edge Computing, Cybersecurity, IoT e piattaforme digitali, tra cui TimVision, vengono mostrate in modo tangibile, illustrando come possano migliorare la vita delle persone, supportare la crescita delle imprese e aumentare l’efficienza della Pubblica Amministrazione. Un hub pensato per dare forma all’innovazione e guidare il Paese verso uno sviluppo più competitivo e sostenibile.

Durante la presentazione del rapporto, i ricercatori hanno messo in evidenza come il monitoraggio predittivo possa rappresentare una svolta nella gestione del patrimonio infrastrutturale italiano. L’adozione di tecnologie intelligenti permette di prevenire fino al 27% dei crolli nelle opere più vetuste e di tagliare fino al 31% i costi di gestione e manutenzione, con un impatto potenziale superiore ai 54 miliardi di euro sulla vita utile delle nuove infrastrutture previste tra il 2026 e il 2030. In un Paese caratterizzato da un patrimonio vasto e spesso datato, e da una gestione estremamente frammentata, la digitalizzazione si conferma un fattore abilitante non più differibile.

Il settore energetico, secondo il rapporto, potrebbe beneficiare in maniera significativa dall’uso di reti intelligenti capaci di ridurre perdite, ottimizzare la distribuzione e favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili. L’impiego di sensori IoT e piattaforme di gestione avanzata genera risparmi stimati in circa 700 milioni di euro l’anno, migliorando allo stesso tempo l’affidabilità del sistema elettrico e la partecipazione attiva dei consumatori.

La situazione è ancora più critica sul fronte idrico, dove le perdite raggiungono livelli allarmanti e testimoniano uno stato di sofferenza delle reti, spesso obsolete. L’installazione diffusa di smart meter e sistemi intelligenti di monitoraggio può portare a un risparmio superiore ai 10 miliardi di euro nel quinquennio 2026-2030, riducendo sprechi, migliorando la qualità del servizio e fornendo strumenti efficaci per far fronte al crescente rischio di stress idrico.

L’impatto della digitalizzazione non si limita a una maggiore efficienza tecnica, ma produce effetti macroeconomici immediati. Le tecnologie di monitoraggio intelligente consentono interventi più rapidi e meno invasivi rispetto alla costruzione di nuove opere, generando ricadute positive sul PIL e sull’occupazione e agendo come leva anticiclica in momenti di rallentamento economico. A ciò si aggiunge un importante vantaggio ambientale: grazie alla manutenzione predittiva e all’ottimizzazione dei consumi, le emissioni di CO₂ legate al ciclo di vita delle infrastrutture possono ridursi fino al 30%.

Le infrastrutture sono la spina dorsale dello sviluppo economico del Paese. Digitalizzarle significa renderle più sicure, efficienti e sostenibili”, ha dichiarato Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di TIM. “Questa trasformazione richiede un ecosistema innovativo, costruito insieme a startup e aziende in grado di accelerare la rivoluzione tecnologica e rafforzare le competenze”.

Proprio in questa direzione si inserisce la TIM Smart Infrastructure Challenge, l’iniziativa di Open Innovation lanciata dal Gruppo che oggi ha celebrato i suoi vincitori. Oltre cento startup, scaleup e aziende nazionali e internazionali hanno proposto soluzioni innovative basate su Intelligenza Artificiale, IoT, sensor fusion, robotica, digital twin e tecnologie satellitari. Le realtà premiate avranno ora l’opportunità di collaborare con TIM Enterprise e con i partner della Challenge per accelerare la loro crescita e contribuire alla modernizzazione delle infrastrutture del Paese.

La giornata ha confermato che la digitalizzazione delle infrastrutture italiane è una sfida complessa ma decisiva. Il percorso, tracciato da tecnologie sempre più avanzate e da un ecosistema di innovatori in forte espansione, punta a un obiettivo chiaro: costruire un’Italia più sicura, efficiente, sostenibile e proiettata verso il futuro.

Le dichiarazioni di Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di TIM ad Affaritaliani

Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer di TIM, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: "TIM è un’azienda che da sempre mette tecnologia e innovazione al servizio del Paese. Oggi affrontiamo un tema decisivo, perché il tempo a nostra disposizione sta diminuendo, e individuiamo tre direttrici fondamentali per la digitalizzazione e la trasformazione smart delle infrastrutture. La prima è la riduzione dei rischi: ponti, autostrade, vie navigabili possono essere monitorati con sensoristica evoluta in grado di prevenire criticità. La seconda riguarda la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La terza è la riduzione dei costi di gestione del sistema. Parliamo di un Paese con 840 mila chilometri di strade, 60 mila ponti e oltre 2.200 gallerie".

"Per anticipare queste esigenze, e rispondere a un bisogno chiaro del Paese, abbiamo sviluppato la più grande piattaforma di intelligenza artificiale dedicata allo sviluppo delle smart land: un vero e proprio cruscotto che mettiamo a disposizione delle pubbliche amministrazioni. Grazie a una sensoristica avanzata permette di monitorare fenomeni ambientali, livelli di inquinamento, impatti dei cambiamenti climatici, consumi energetici, gestione e smaltimento dei rifiuti. Tutto ciò che serve per far funzionare meglio un territorio, una città o un’intera regione. Chi opera in questo settore ha davanti un’opportunità significativa: l’Italia è indietro su molti fronti, e proprio per questo c’è enorme spazio per migliorare. Noi vogliamo contribuire in modo concreto a questo percorso", ha concluso Schiavo.

Le dichiarazioni di Emanuele Zingale, Responsabile Open Innovation TIM ad Affaritaliani 

Emanuele Zingale, Responsabile Open Innovation TIM, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: "Negli ultimi anni TIM si è affermata come un abilitatore e un catalizzatore di innovazione. Le parole che meglio descrivono questa iniziativa sono ecosistema e scala. Riteniamo che l’innovazione capace di generare vero impatto nasca dalla collaborazione con aziende partner, integrando competenze e superando la frammentazione degli sforzi in iniziative isolate. È un approccio di open innovation che fa leva su sinergie concrete. Il tema della scala è altrettanto centrale: TIM, nei propri ambiti strategici, può agire come acceleratore per startup e imprese emergenti che vogliono crescere su un mercato nazionale. Il nostro obiettivo è valorizzare l’offerta di TIM integrandola con l’innovazione espressa da realtà più piccole ma ad alto contenuto tecnologico, che affiancandosi a un partner industriale come noi possono aspirare a diventare campioni nazionali".