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Economia
Orcel, dalla disputa con Santander a Unicredit: chi è il CR7 delle finanze
Andrea Orcel

Andrea Orcel, ecco chi è l'uomo alla guida di Unicredit

Unicredit fa la storia con un utile record 2023 (netto 8,6 miliardi) che fa impallidire qualsiasi altra impresa nel settore. Un balzo del 50% rispetto all'anno precedente che ha mandato le azioni del gruppo bancario alle stelle, registrando un aumento di quasi il 9%. Ma, c'è da chiedersi, quali sono i segreti dietro questo trionfo? Innanzitutto, il gruppo ha adottato una strategia condivisa tra le sue 13 banche, mettendo a punto operazioni più efficienti e tagliando i costi dove possibile. Ma non è tutto: l'azienda ha dato anche una bella ripulita ai conti, scacciando via gli sprechi e reinvestendo i risparmi in modo strategico, potenziando la rete di filiali e sfornando nuovi prodotti finanziari. Ma sono stati i dipendenti il vero motore di questo successo, spronati da una gerarchia aziendale più snella e da una mirata ottimizzazione dei costi, che ha permesso di reinvestire nelle infrastrutture e far crescere ancora di più il business.

"Abbiamo ridato fiducia e voglia di rivincita ai dipendenti dopo anni difficili: al mio arrivo abbiamo riconsegnato le leve al personale, abbiamo spiegato che sbagliare in buona fede non era il male", così dice il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ricordando il suo ingresso nel colosso bancario. L'amministratore delegato di Unicredit ha fatto parlare di sé fin dal primo momento con una nomina supportata da importanti azionisti della banca, tra cui le fondazioni Crt e Verona, nonché da fondi internazionali e da Leonardo Del Vecchio,  il patron di EssilorLuxottica. Definito "il Cristiano Ronaldo della finanza" ma anche "il banchiere di acciaio" per il suo stile di management e per la sua iper-competitività, quando Orcel diventa ad di Unicredit il 21 gennaio 2021, si trova di fronte a una sfida significativa nel cambiare il corso della banca, e chiede tempo e pazienza ai suoi colleghi e agli azionisti, consapevole del complesso scenario che gli si presenta.

Questo perchè Orcel doveva confrontarsi con l'eredità lasciata dal suo predecessore, Jean Pierre Mustier, che aveva dovuto affrontare le dolorose cessioni di Pioneer e di Fineco e aveva anche ridotto il suo peso nel mercato retail italiano a vantaggio di concorrenti come Intesa Sanpaolo e altri player locali. Orcel, consapevole che recuperare terreno in questo settore sarebbe stata una sfida impegnativa, si rimbocca le maniche puntando sulle potenzialità della digitalizzazione del Paese e dei servizi bancari. Prima di assumere pienamente il ruolo di CEO, Orcel analizza attentamente i punti di forza e di debolezza di UniCredit, ma una delle prime sfide che il banchiere dovrà affrontare è quella relativa a una potenziale fusione con Monte dei Paschi di Siena, mossa già messa in campo dal suo predecessore. Un matrimonio quello con Mps mai arrivato all'altare, dove il Ceo di Piazza Gae Aulenti ha messo in chiaro sin dall'inizio che un accordo sarebbe stato possibile, ma solo se non fosse risultato dannoso per la base patrimoniale della banca e se avesse comportato un incremento degli utili. 

Ma Andrea Orcel è un enfant prodige della finanza. Nato il 14 maggio 1963 a Roma, Orcel ha dimostrato fin da giovane una determinazione e una disciplina fuori dal comune. Figlio di un siciliano operante nel settore del leasing e di una madre toscano-francese impiegata presso le Nazioni Unite, ha trascorso parte della sua giovinezza a Roma, frequentando il liceo francese Chateaubriand. Successivamente, si è laureato con lode in economia e commercio alla Sapienza, con una tesi sulle acquisizioni ostili, dimostrando già un interesse precoce per le dinamiche aziendali e finanziarie. La sua formazione è proseguita presso la business school Insead a Fontainebleau, in Francia, prima di trasferirsi a Londra, dove attualmente risiede. È qui che Orcel pone le basi di una carriera costellata di successi. Infatti il capo di Unicredit ha tracciato un percorso di carriera avvincente all'estero sin dal suo ingresso nel mondo finanziario nel 1988 presso Goldman Sachs di Londra. Da lì, ha continuato a Parigi come consulente senior presso Boston Consulting Group dal 1989 al 1992, per poi tornare nella capitale britannica come parte della squadra di Merril Lynch, l'istituto americano acquisito nel 2009 dalla Bank of America, salvandola così dal destino toccato alla concorrente Lehman Brothers un anno prima.

Nei vent'anni trascorsi nella scena finanziaria londinese con BofA Merril Lynch, Orcel ha brillato nei panni di banchiere d'affari (da qui il nomignolo di banchiere d'acciaio), guidando operazioni  che gli hanno garantito bonus milionari. In particolare, nel 1998 ha orchestrato la fusione da 25 miliardi di euro del Credito Italiano e Unicredito Italiano nell’Unicredit che poi, sempre con la sua consulenza, ha acquistato Capitalia. Da qui nasce anche la forte amicizia con Alessandro Profumo che, trasferitosi a Mps, nel 2013 lo richiamerà per gestire un massiccio aumento di capitale da 13 miliardi di euro. Tuttavia durante il suo periodo a Londra, Orcel ha lavorato anche a stretto contatto con il Santander di Emilio Botín, contribuendo all'acquisizione di Abbey National, all'operazione Abn Amro e all'acquisto di Alliance & Leicester e Sovereign Bank.

Il CR7 delle finanze ha poi intrapreso un nuovo capitolo della sua carriera nel 2011, entrando a far parte di UBS su invito del Ceo Sergio Ermotti, anch'egli un ex Merrill Lynch e Unicredit. Tuttavia, il suo percorso viene interrotto nel settembre 2018 quando entra in trattativa per diventare ad del Santander. Dopo un'iniziale intesa sul suo compenso, il colosso spagnolo fa retromarcia, accusando Orcel di aver richiesto troppo. Lui, a sua volta, denuncia la banca per non aver rispettato gli accordi. Da una parte, l'ex banchiere di UBS lamentava di non ricevere il salario concordato, dall'altra i vertici della banca accusavano Orcel di aver registrato segretamente le conversazioni riguardanti la questione. Tra rinvii di udienze e cifre monstre di risarcimento, il 2021 vede Orcel vincitore, una disputa risolta dalla giustizia madrilena con un risarcimento a favore di Orcel da 68 milioni di euro. Con le 25 pagine di sentenza, il giudice assecondò la richiesta del Ceo Unicredit, che poco prima del processo aveva abbassato le sue pretese risarcitorie dagli iniziali 112 milioni, oltre a rinunciare alla sua candidatura per diventare il numero due della banca.

Nonostante il brutto colpo con Santander, come un Cristiano Ronaldo, per Orcel è difficile perdere una partita. Certo, può inciampare e perdere il pallone, o fare un goal a porta vuota, ma le recenti mosse di Unicredit parlano chiaro: il numero uno dei banchieri italiani ha avviato un'era che potrebbe sorprendere anche i più scettici.






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