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Economia
PMI: il fondo francese GENEO investirà in Italia con Brian and Partners

PMI: il fondo francese GENEO investirà in Italia in partnership con Brian and partners - L'intervista di affaritaliani.it a Andrea Bricchi

La holding Brian and partners, nata nel 2019 su iniziativa del manager piacentino Andrea Bricchi, continua nel suo percorso di crescita, sia sul fronte dell’equity che su quello delle operazioni di M&A (merger & acquisitions, ovvero fusioni e acquisizioni, ndr), siglando accordi molto importanti con il fondo francese GENEO Capital Entrepreneurs, uno dei più attivi e promettenti del panorama finanziario europeo.
In particolare i francesi si stanno espandendo in Italia e hanno trovato in Brian and partners l’interlocutore di riferimento per le operazioni in corso. Le due aziende stanno seguendo acquisizioni e fusioni internazionali, fin dalla fase di negoziazione e due diligence, per poi guidare la nuova compagine alla crescita più ampia possibile sul medio periodo.

Abbiamo chiesto a Bricchi qualche dettaglio in più.

Come vede il quadro economico italiano ed europeo?

“In ripresa. Una ripresa a U, direi. La pandemia mondiale ha sparigliato le carte, creando innumerevoli problemi e qualche opportunità. Non possiamo non considerare le nuove condizioni al contorno e continuare come se non fosse successo niente. È necessario adattarsi, fare del proprio meglio con quel che si ha. Ci sono categorie in grande sofferenza, altre che hanno addirittura tratto vantaggio da questo dramma. Dobbiamo essere attenti ai posti di lavoro, che sono sacri, così come dobbiamo cercare di sostenere chi è in difficoltà, creando al contempo le condizioni per ripartire nel migliore dei modi sul lungo periodo. L’economia è un po’ come il tennis. Si possono perdere un paio di set, ma se si vincono i tre successivi si ottiene il successo. L’importante è non cedere”.

Brian and partners cresce di anno in anno…

“Sì, siamo sempre piccoli, siamo nati da poco, però stiamo crescendo oltre ogni più rosea aspettativa in tutti i nostri campi d’azione. Abbiamo assunto altre risorse e continueremo a farlo, puntando sui giovani e sulla componente femminile, già oggi in maggioranza in azienda”.

Ultimamente seguite soprattutto operazioni di M&A, quindi?

“Brian si muove con disinvoltura su questo terreno. La nostra vocazione è quella di far crescere le aziende, a 360 gradi. Non direi che seguiamo soprattutto M&A. Noi seguiamo le aziende nel loro processo di crescita, che include anche l’assistenza in caso di fusioni o acquisizioni”.

Come?

“Seguiamo le aziende in modo non invasivo. Non sostituiamo la direzione, la affianchiamo. Lavoriamo insieme a loro, non al posto loro. E cerchiamo di individuare le aree di miglioramento per aumentare il valore delle aziende senza rischi. Faccio un esempio: la ABC S.p.A., per dire un nome a caso, offre prodotti di alta qualità, però è ferma su un ipotetico fatturato di 10 milioni da qualche anno. Ha in tutto sei, sette clienti importanti, ma non ne acquisisce di nuovi e non riesce a collocarsi all’estero. Ritiene di utilizzare male le risorse interne e continua a perdere marginalità. Cosa facciamo? Un piano di crescita condiviso con proprietà e dirigenza. Andiamo in azienda con loro e li seguiamo dai clienti. Cerchiamo di capire dove si inceppa il meccanismo, come ottimizzare i processi industriali e le risorse umane. Talmente semplice che funziona praticamente sempre. Il nostro valore aggiunto è soprattutto nella capillare rete di professionisti, clienti, diplomatici, istituzioni e player del settore, sia in Italia che all’estero”.

E se non funziona?

“Noi esploriamo strade. Se non funziona la prima ne proveremo un’altra, come Google Maps. Si può anche cercare di vendere l’azienda o di quotarla in borsa. Non c’è una sola soluzione possibile, servono razionalità, preparazione, studio e fantasia. Il nostro lavoro consiste nel trovare soluzioni”.

Come avete conosciuto GENEO?

“Ci siamo incontrati alcuni mesi fa. Alcuni funzionari francesi ci avevano segnalati come potenziali partner strategici e ci hanno contattato. È nato subito un feeling. Adesso stiamo lavorando assieme su operazioni tra Francia e Italia. In particolare è in corso una due diligence, di cui per ovvi motivi non posso svelare i dettagli. Per la parte meramente finanziaria ci avvaliamo di Arkios Italia, mentre per quella legale il team si completa con AMTF. Sono tutti nomi di grande spessore del panorama italiano. Sono molto fiero che Brian faccia parte di una squadra di così alto livello. Spero che sempre più imprenditori ci scelgano per far crescere le loro società”.

Vi riunite a Piacenza, Milano o Parigi?

“Ci riuniamo dove serve. Online, a Piacenza, Milano, Parigi, dai clienti… L’ultima volta su un campo da golf. Una giornata molto proficua, peraltro. Bisogna amare il proprio lavoro”.

Lavorate solo in Francia e in Italia?

“Con GENEO sì, mentre con Brian no. Siamo attivi sul panorama internazionale. Quest’anno, in particolare, su Germania e Stati Uniti, che peraltro rappresentano anche il nostro punto di partenza, avendo gettato fin da subito le basi per collaborare con importanti boutique banks e investitori newyorkesi”.

Perché New York?

“Perché ci ho studiato per qualche tempo ed ho conservato alcuni amici che poi, negli anni, sono diventati clienti e partner. Il nome nasce proprio da questo, in effetti. Avvocati, manager, investitori. Sono quasi tutti a Manhattan, peraltro. Prima del Covid andavo almeno una volta all’anno. Penso che torneremo entro pochi mesi e non sarò da solo. Vorrei organizzare una conferenza, un punto d’incontro tra italiani che vogliono esportare e americani che li possono agevolare. Di lavoro ce n’è tanto”.

E in Germania?

“Siamo stati scelti dal MiSE tra le migliori società innovative e abbiamo avuto la possibilità di interfacciarci con potenziali clienti tedeschi. Non sarà un processo breve, però ci muoviamo anche in quella direzione. La nostra vocazione è senz’altro cosmopolita”.

Cosa può fare Brian and partners, in massima sintesi?

“Come detto, Brian aiuta i suoi clienti a crescere, a ottimizzare i processi, a migliorare la marginalità, ad acquisire nuovi clienti e nuovi mercati, a dialogare con gli istituti di credito, a gestire meglio il team di lavoro. E lo fa fornendo assistenza manageriale e software su misura per automatizzare i processi. Spesso acquisisce una quota di minoranza dei suoi clienti, per poi rivenderla guadagnando sul margine di crescita”.

In quante società è entrata finora?

“Cinque. Da una è anche già uscita. Restiamo il tempo necessario per mettere in pista le aziende. Poi lasciamo che decollino da sole”.

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E con gli istituti di credito cosa potete aggiungere che già non sia insito nelle aziende che seguite?

“La conoscenza. Noi per esempio lavoriamo moltissimo con Banca di Piacenza. È una popolare, con una forte vocazione locale. Ed è per questo che conosce in modo capillare il tessuto produttivo del territorio. Si adatta alle esigenze specifiche dei singoli con grande flessibilità, fornendo soluzioni su misura che difficilmente si possono trovare in altri giganti del settore. L’elemento fondamentale, anche in questo caso, è la conoscenza, il reciproco rapporto di fiducia che si è instaurato negli anni”.

Quali saranno i settori trainanti nel prossimo futuro?

“Tutti. Non ci sono settori impossibili. L’essenziale è fare le cose nel modo giusto e senza preconcetti. E soprattutto avere fiducia, perché senza quella non si costruisce niente”.

Dovendo sceglierne uno?

“Ne sceglierei troppi. Posso dire che mi affascina molto il mondo della mobilità sostenibile. Il tema dell’ambiente e del surriscaldamento globale saranno centrali nei prossimi decenni. Non possiamo più permetterci errori. E la mobilità dovrà essere un elemento fondamentale, con l’elettrico, l’idrogeno, tutto ciò che di più efficiente e meno problematico ci offrono le moderne tecnologie. Noi stiamo facendo investimenti in questa direzione, con EasyCharge, di cui deteniamo una quota consistente, ma anche con Eco Circular. Così come nel mondo della comunicazione digitale e dell’e-commerce, sia con la neonata Andrei.shop che con società partner, come per esempio Blacklemon, che abbiamo conosciuto da poco e con cui stiamo riscontrando grandi affinità. Però tutto è possibile, ogni idea ha in sé la fiamma dell’opportunità. Bisogna saperla alimentare nel modo giusto”.

A parte questo, recentemente l’abbiamo vista dirigere un’orchestra.

“Sì, l’orchestra Farnesiana, in due concerti per me memorabili, uno in San Giovanni e uno a Palazzo Farnese”.

Come si concilia il lavoro di imprenditore con la direzione d’orchestra?

“Come qualsiasi altra passione. Ho studiato, mi sono impegnato, nel tempo libero e ho ottenuto un risultato splendido, che mai avrei pensato possibile. Intendo proseguire, perché l’arte, la musica, lo studio, mi appassionano tantissimo. Però non è il mio lavoro, è solo un modo meraviglioso di distrarmi ogni tanto”.

Dove trova il tempo di fare tutto?

“Il tempo esiste, per tutti. È il metodo che bisogna trovare. Bisogna organizzarsi nel modo giusto”.

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