Pnrr, tagli su ferrovie, asili nido e 6000 alberi. Lega, il piano B è pronto - Affaritaliani.it

Economia

Pnrr, tagli su ferrovie, asili nido e 6000 alberi. Lega, il piano B è pronto

Le parole del capogruppo Molinari ad Affari non erano casuali. Il Carroccio ha già pronto un nuovo documento per non perdere la faccia con Bruxelles

Pnrr, così la Lega vuole rinegoziare l'accordo con l'Ue. Il dettaglio

Le dichiarazioni del capogruppo della Lega Riccardo Molinari ad Affaritaliani hanno fatto un grande rumore sui giornali e soprattutto a Palazzo Chigi. Il braccio destro di Salvini è stato chiaro sull'idea del Carroccio in merito a quella fetta di fondi inspendibili: "Bisogna valutare la rinuncia ad una parte, spenderli a caso non ha senso". Ma dietro a queste dichiarazioni - si legge su Repubblica - ci sarebbe già un piano dettagliato. La lista di Matteo Salvini è quasi pronta. Ancora qualche giorno, poi finirà sulla scrivania di Raffaele Fitto, il tessitore del nuovo Pnrr. È una lista che pesa, quella del ministro leghista alle Infrastrutture. Perché risponde a una missione del Piano da più di 31 miliardi. A cambiare sarà la natura della spesa e non le opere che verranno realizzate. Ci sono almeno quattro tratte ferroviarie candidate a uscire perché irrealizzabili entro il 2026: due sono al Centro (il raddoppio della Roma-Pescara e della Orte-Falconara), le altre al Sud.

I lavori preparatori, dalla Conferenza dei servizi al tracciato, procedono a rilento. L’idea - prosegue Repubblica - è spostarli sulla programmazione dei fondi europei che può allungarsi fino al 2029; le risorse da travasare nell’acquisto di treni Intercity e di mezzi per il trasporto pubblico locale. La lista generale delle modifiche, che Fitto dovrà stilare in meno di un mese, conterrà anche la richiesta di far slittare l’avvio dei cantieri per la costruzione e la riqualificazione degli asili nido. Per impiegare i 2,4 miliardi previsti dal Pnrr (incluse le scuole e i poli per l’infanzia), ci vorrà più tempo. Sono due i progetti che il ministero dell’Ambiente ha già inserito tra le modifiche. Il primo riguarda la piantumazione di 6,6 milioni di alberi entro il 2024. Sarà tutto rinviato all’anno dopo. E lo slittamento di un anno, dal 2025 al 2026, riguarderà anche una parte del progetto per la rinaturazione del Po. Anche in questo caso il problema è l’impossibilità di rispettare i tempi per il rimboschimento.