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Economia
Popolare di Bari, decreto legge in Cdm. Conte:"No concessioni ai responsabili"

"Stasera chiudiamo. Tuteleremo i risparmiatori, nulla per i banchieri. Nessuna concessioni ai responsabili". Commenta così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo le tensioni in maggioranza dei giorni scorsi, la convocazione di stasera (alle 21) del Consiglio dei ministri sul cui tavolo arriverà il decreto per il salvataggio della Banca Popolare di Bari. All'ordine del giorno della riunione infatti ci sono "Misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento".

Per salvare l'istituto pugliese, dopo il commissariamento operato da Bankitalia, si pensa a un decreto che prevede il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (Mcc), interamente controllata da Invitalia. L'incremento della dotazione patrimoniale della banca le consentirà di operare come banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese.

Lo schema del decreto prevede, inoltre, l'attuazione di un primo aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fidt) e a eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari. Il decreto legge verrà sottoposto al Consiglio dei ministri per la sua approvazione e dovrebbe valere circa un miliardo.

Venerdi' sera si era consumato "un gravissimo punto di rottura nel metodo e nel merito" secondo Italia viva che aveva criticato il Governo per "la convocazione improvvisa di un Consiglio dei ministri sulle banche, senza alcuna condivisione e dopo aver espressamente escluso ogni forzatura o accelerazione su questa delicata materia". I renziani, per bocca di Luigi Marattin, si erano detti stupiti dal fatto "che chi per anni ci ha attaccato demagogicamente su provvedimenti finalizzati a sostenere i risparmiatori si renda oggi responsabile di un'operazione incredibile, finalizzata piu' a salvaguardare le responsabilita' di chi doveva gestire e/o vigilare e non l'ha fatto".

L'incidente diplomatico sembra pero' archiviato, sostiene Renzi. "L'altra sera si e' consumata una grave scorrettezza. Prima il premier ha rassicurato tutti sul fatto che non vi sarebbe stato alcun decreto legge. Poi, all'improvviso, si sono convocati i ministri mezzora prima su un testo tutto da verificare. Questo non e' il modo di procedere. Ho visto che Conte si e' scusato, lo apprezzo. Per noi l'incidente e' chiuso. Tutte le persone responsabili hanno il dovere di dare una mano ai risparmiatori e ai lavoratori".

Intanto, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha sottolineato come sia "doveroso intervenire per garantire la piena tutela dei risparmiatori" e sostiene che il rilancio dell'istituto avverrà "nel quadro piu' ampio di un disegno che punta a sostenere lo sviluppo del sistema del credito nel Sud". 

Il capo politico del M5s, Luigi Di Maio dall'altro lato, è tornato in pressing su sull'avvio della commissione d'inchiesta sulle banche. "Se lo Stato deve mettere soldi per salvare i conti correnti, dobbiamo fare in modo che quella banca sia nazionalizzata. Il nostro progetto è la banca pubblica degli investimenti", ha sottolineato. "Se una banca fallisce non è colpa dei risparmiatori. L'obiettivo, secondo Di Maio e' duplice: si può "avviare in Consiglio dei ministri il procedimento che metta agli atti i nomi di chi ha ricevuto soldi allo scoperto, facendo chiarezza sui legami politici locali, e contestualmente mettere al riparo i risparmi". 

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