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Economia
Quota 100, le domande all’Inps arrivano da tutta Italia specie da chi ha tra 6


ECCO LA TABELLA

L’identikit del richiedente Quota 100? E’ un lavoratore dipendente (categoria da cui provengono finora oltre il 40% delle domande) o del settore pubblico (31,65% delle domande), di età tra i 63 e i 65 anni (46,8% delle domande), con buona probabilità romano (dalla provincia di Roma arriva oltre l’8% delle domande) o quanto meno del Lazio (11,6% circa). Questo quanto emerge scorrendo i dati di una statistica elaborata dall’Inps in possesso di Affaritaliani.

Dalla stessa statistica si desume come le regioni che maggiormente beneficeranno del provvedimento sono abbastanza equamente distribuite in tutta Italia, fatto che contraddice l’ipotesi che il provvedimento, già “bandiera” elettorale della Lega, potesse favorire in particolare il Nord.

Una smentita che emerge anche a livello di capoluoghi di provincia, con Milano (3,75% del totale delle domande) che pur pesando quanto più intere regioni come la Val d’Aosta (0,22%), il Molise (0,83%), il Trentino Alto Adige (0,87%), la Basilicata (1,38%), l’Umbria (1,42%) il Friuli Venezia Giulia (1,92%), la Liguria (2,60%), le Marche (3,13%) o l’Abruzzo (3,61%), pesa meno sia di Roma sia di Napoli (4,94% delle domande).

A livello di macro regioni sembrerebbe anzi che i veri beneficiari di Quota 100 risiedano sotto Roma: dal Nord arrivano infatti poco più di un terzo delle domande, dal Centro il 23% circa, mentre da Sud e isole arriva un robusto 43% delle domande, grazie in particolare ad un “exploit” della Sicilia (con l’11,75% del totale in assoluto la regione che ha finora visto presentare il numero maggiore di richieste, oltre 4 mila).

Del resto Palermo è finora la quarta provincia a livello assoluto, con oltre 1.100 domande presentate e la sola assieme a Milano (oltre 1.300 domande), Napoli (oltre1.750 domande) e Roma (quasi 2.950 domande) ad aver già visto depositate oltre mille richieste di pensionamento tramite Quota 100. La distribuzione per gestioni sembra poter offrire una prima chiave di lettura per il dato.

Se come previsto i lavoratori dipendenti fanno la parte del leone con quasi 14.300 domande presentate (oltre il 40% del totale), anche i lavoratori del settore pubblico sembrano particolarmente sensibili alle possibilità offerte dal provvedimento, tanto da aver presentato già circa 11.300  (31,65% del totale) richieste. Molto più staccate le altre categorie, a partire da artigiani e commercianti, categorie professionali che come il pubblico impiego sono diffuse su tutto il territorio nazionale, entrambe poco sotto le 3 mila domande (pari a poco più dell’8% del totale ciascuna).

Ci sono poi territori e professioni che non sembrano poter o voler fare ricorso a Quota 100 in modo significativo. Per ora, ad esempio, da lavoratori iscritti alla gestione separata sono arrivate meno di 100 richieste, poco di più da quelli del settore spettacolo e sport, meno di 600 dai coltivatori diretti. Mentre siamo ancora attorno o sotto al centinaio di domande nelle province di Crotone, Vibo Valentia, Piacenza, Gorizia, La Spezia, Lodi, Sondrio, Fermo, Isernia, Biella, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Siena e Aosta.

L’Italia, che spesso viene descritta come un paese nettamente diviso tra Nord e Sud dal punto di vista economico, sembra in realtà aver avuto uno sviluppo a macchia di leopardo, con territori e distretti floridi accanto ad altri molto meno sviluppati da un capo all’altro della penisola. Da questo punto di vista Quota 100 sembra pertanto potersi definire una misura connotata da un elevato grado di equità sociale e territoriale.

 

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