Economia
RdC, arriva una nuova stretta: addio al sussidio anche con rifiuto a privati

A dirlo è l'emendamento presentato dalle Lega al "Dl Aiuti" e approvato in Commissione alla Camera
Reddito di cittadinanza, addio al sussidio anche con il "no" a offerte di lavoro da privati
Nuove pesanti strette sul reddito di cittadinanza. Ora, chi rifiuta un’offerta lavorativa congrua a chiamata diretta da un datore privato rientra nel calcolo dei rifiuti che possono costare la perdita del beneficio. A prevederlo è un emendamento presentato dal Centrodestra al “dl Aiuti” e approvato dalle commissioni della Camera, con il voto contrario del M5S.
Le offerte congrue possono essere proposte “direttamente dai datori di lavoro privati” ai beneficiari che firmano il Patto (in cui è previsto l'obbligo di accettarne almeno una di tre). Il datore di lavoro privato comunica quindi il rifiuto al centro per l'impiego ai fini della decadenza.
“Una misura fortemente voluta dalla Lega, ispirata alla cultura del lavoro e utile al reperimento di maggiore manodopera, soprattutto nel settore turistico-ricettivo”. Così la deputata della Lega Rebecca Frassini, prima firmataria, e i deputati Lega nelle commissioni Bilancio e Finanze commentano l'emendamento al “dl Aiuti” sul reddito di cittadinanza.
“Grazie a un nostro emendamento, approvato stanotte in commissione alla Camera”, spiega il partito in una nota, “l'offerta proposta direttamente da datori di lavoro privati, quindi senza passare dai Centri per l'impiego, sarà considerata congrua. Chi la rifiuta può dire addio al sussidio”.