Economia
Risiko, Orcel non molla Castagna e insidia Bpm su Asti: offerte a Equita e dossier sul tavolo di Negro. Rumor
Unicredit avrebbe presentato una proposta per acquisire la maggioranza dell’istituto piemontese: Orcel in rotta di collisione con Castagna, che punta da tempo a consolidare la presenza piemontese

ANDREA ORCEL
CrAsti, la nuova miccia tra Orcel e Castagna: manifestazioni di interesse sul tavolo di Negro. Rumor
Il baricentro del risiko bancario si è spostato lontano dai grandi palazzi milanesi. È ad Asti, infatti, che si sta consumando il dossier più caldo del Nord-Ovest. Sembra paradossale, quasi incredibile: dopo la gigantesca saga Unicredit–Bpm, chiusa con la sconfitta di Andrea Orcel nella maxi-operazione su Banco Bpm, il copione si ripete, ma stavolta in provincia. In piccolo? Non proprio. Anzi, dicono i bene informati, tutt’altro.
Ma facciamo un passo indietro. Come rivelato dallo Spiffero, Unicredit avrebbe presentato una proposta per acquisire la maggioranza dell’istituto piemontese, entrando così in rotta di collisione diretta con Piazza Meda. Le proposte in campo al momento sarebbero infatti tre: Banco Bpm, Credem e ora anche Unicredit. Sarà vero? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani, sembrerebbe proprio di sì.
Certo non siamo ai numeri, e non c’è nemmeno un’offerta formale al momento, ma le manifestazioni di interesse sono arrivate eccome (da Bpm a Unicredit), e sarebbero state tutte convogliate verso Equita, l’advisor incaricato di gestire il processo. Fonti vicine al dossier parlano di un movimentato via vai tra i corridoi della Fondazione negli ultimi giorni: documenti che arrivano, richieste di incontro, materiali visionati uno a uno dal presidente Livio Negro, che tiene il tutto sotto strettissimo controllo. Equita, interpellata, non commenta, non conferma, ma neanche smentisce, e forse significa che qualcosa nell'aria si muove davvero.
Banco Bpm, dal canto suo, non è un nome che invece è spuntato solo ora, ma è nella partita da mesi, anche se in passato erano arrivate smentite secche a qualsiasi interesse su Asti. Tuttavia il 9,9% già in portafoglio parla da sé: a Piazza Meda l’idea di puntare al controllo passando dal 31,8% della Fondazione è un’ipotesi che fa gola e una mossa perfettamente coerente con la strategia di Castagna, che vuole consolidare la presenza piemontese.
L’ingresso di Unicredit, però, rimescolerebbe tutte le carte. Orcel ha deciso di riaprire il confronto proprio sul terreno che Bpm stava "bramando" da mesi, e non è detto che non ci riesca visto che a suo favore ha quel 6% della Fondazione Crt, storica azionista di Unicredit.
Ma il quadro non dipende solo da Crt. In gioco ci sono anche la Fondazione Biella (12,91%) e la Fondazione Vercelli (4,2%), tutte accomunate dagli stessi obiettivi: presidio territoriale, difesa degli sportelli, tutela dell’occupazione, continuità dei dividendi. E sarà proprio su questi criteri che si giocherà la scelta finale.
Dal punto di vista finanziario, le tre proposte (Unicredit, Bpm e Credem) sarebbero al momento molto vicine: scambi azionari, valutazioni simili, ma la vera differenza riguarda i tempi. Credem, in particolare, avrebbe bisogno di un percorso più lungo, e questo potrebbe diventare un "problema" in un momento in cui le Fondazioni chiedono chiarezza, rapidità e un impegno stabile nel medio periodo.
Perché CrAsti, per la provincia, non è una banca come le altre: è un pezzo di identità economica; qui non si parla solo di fusioni o di numeri, ma di territorio, prossimità, continuità. Insomma una partita delicata ma che rischia anche di diventare la miccia di un nuovo regolamento di conti tra Orcel e Castagna. Con Credem pronta, come nei migliori western, a inserirsi tra i due litiganti. E magari, chissà, a vincere.
