Saccomanni: "La recessione è finita"
Recessione da record perché il secondo trimestre del 2013 è l'ottavo consecutivo in calo per l'economia italiana. Tradotto: il Pil negli ultimi due anni è diminuito senza sosta. Una serie storica mai registrata prima dell'Istat che tuttavia non preoccupa il governo. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, è convinto che si vada verso la fine della recessione. "Credo che l'economia entrerà in ripresa siamo a un punto di svolta del ciclo", dice Saccomanni. E
aggiunge: "Per gli effetti sull'occupazione dovremo ancora aspettare":
"Tutti gli indicatori mostrano come il secondo trimestre dovrebbe avere ancora un segno congiunturale negativo del Pil" aveva detto in mattinata il ministro del Lavoro Enrico Giovannini spiegando però che "ora ci sono indicatori di fiducia e ordinativi positivi" e per "il terzo e quarto trimestre" è previsto un "segno congiunturalmente positivo".
Sulla stessa lunghezza d'onda l'Ue: "I dati sul Pil - dice un portavoce della Commissione - non sono una sorpresa, sono in linea con le ultime previsioni di primavera. L'Italia ha ancora più bisogno di trovare la strada per la crescita, e per farlo deve mantenere il passo delle riforme economiche".
E così nel secondo trimestre dell'anno, il Pil è diminuito dello 0,2% rispetto a gennaio-marzo e del 2% nel confronto con lo stesso periodo del 2012, con una variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,7 per cento (il calo dell'economia italiana a fine anno se il Pil rimanesse immobile per tutto il secondo semestre). Il calo congiunturale, spiega l'Istat, è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Giusto per fare un raffronto, nello stesso periodo, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell'1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.