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Economia
Sanità, strigliata della Corte dei Conti al governo: "Misure insufficienti"
Medici

C.Conti: "Evitare il decadimento della sanità. Misure insufficienti"

La sanità italiana è sempre più in crisi. Ma di fronte a queste criticità, l’attuale posizione del governo, guidato da Giorgia Meloni, appare inadeguata. Anzi, per la presidente del Consiglio "il fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre: 134 miliardi. L'unica cosa che non si può dire è che abbiamo tagliato", sostiene. E proprio in merito ai tagli e alla crisi sanitaria è arrivato il monito della Corte dei Conti oggi audita in commissione Bilancio nel corso dell'esame del Def.

Nella sanità pubblica "le misure finora assunte non sembrano in grado di rispondere strutturalmente alle difficoltà che caratterizzano ormai in maniera diffusa tutte le strutture pubbliche". Così la Corte dei conti in audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Def precisando che "il fabbisogno del settore sanitario, come altri del sistema di welfare, dovrà essere attentamente riconsiderato per evitare che il rispetto delle traiettorie di spesa si traduca in un progressivo decadimento della qualità dell'assistenza pubblica o che impedisca una compiuta (e quanto mai necessaria) riforma dell'assistenza territoriale". 

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Def, Corte Conti: "La gestione dei conti continuera' a essere difficile"

Secondo la Corte dei Conti "la gestione della finanza pubblica continuerà ad essere difficile". Nel corso dell'audizione sul Def presso le Commisioni bilancio di Camera e Senato, i magistrati contabili hanno evindeziato soprattutto che "risulterà impegnativo trovare le risorse per far fronte ai fabbisogni per le politiche invariate" che comprendono anche il taglio del cuneo contributivo e l'Irpef a tre aliquote. "Occorrera', inoltre, individuare le risorse per far fronte ad esigenze settoriali (la sanità o l'assistenza), per la riforma fiscale o anche per sostenere gli investimenti, specie quelli che, eliminati dal PNRR o dal PNC, devono trovare nuove coperture", hanno aggiunto, "sarà poi necessario negli anni a venire, operare quel definitivo risanamento dei conti che richiederà, secondo indicazioni dello stesso DEF, correzioni del saldo primario a politica invariata, nell'ordine di 6 decimi di PIL all'anno fino al 2031".

"Impegni che richiederanno un'attenta scansione dei fabbisogni, più incisive misure per la razionalizzazione della spesa e scelte molto selettive", ha fatto notare la Corte dei Conti.I magistrati contabili hanno definito "comprensibile" il rinvio da parte del Governo della definizione del quadro programmatico nel Documento di economia e finanza, ma sarebbe stato "utile" avere indicazioni sui comparti di spesa, soprattutto quella riferita all'invecchiamento della popolazione, che pesano sulla traiettoria della spesa netta, parametro quest'ultimo alla base delle nuove regole della governance europea.

"Sarebbe stato utile che il documento, in vista di questa nuova stagione della politica di bilancio europea – ha precisato la Corte dei Conti – contenesse l'esplicitazione, con maggior dettaglio, di quelli che sono allo stato attuale gli andamenti delle variabili che peseranno nella definizione della traiettoria della spesa netta, una traiettoria la cui messa a punto richiederà ai paesi membri di confrontarsi anche con le prospettive dei bilanci pubblici nel periodo medio-lungo (fino al 2041) soprattutto per quel che riguarda le componenti che riflettono i costi di invecchiamento della popolazione"."Un passaggio che consentirebbe di rendere fin d'ora più concreto il coinvolgimento del Parlamento, necessità prefigurata, del resto, nello stesso Documento", hanno concluso

 






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