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Economia
Trimestrali: Telecom, Eni, Fca e le altre big. I top e flop a Piazza Affari

Gli americani la chiamano “earning season”, letteralmente la stagione degli utili: da domani a Piazza Affari analisti e investitori torneranno a concentrarsi sui risultati trimestrali, particolarmente significativi visto che coincidono in questo caso con la chiusura del primo semestre dell’anno. Luxottica ha diffuso i dati già oggi, domani si continua coi conti di Saipem, mercoledì sarà la volta di Cnh Industrial e Stmicroelectronics, giovedì saranno di scena Enel (che oggi ha distribuito un acconto sul dividendo pari a 9 centesimi per azione), Fiat Chrysler Automobiles e Telecom Italia (il cui Cda oltre ad approvare i conti dovrà definire i termini del divorzio dall’attuale amministratore delegato del gruppo, Flavio Cattaneo). Infine venerdì sarà la volta di Eni e Mps, quest’ultimo ancora sospeso in attesa di una riammissione che dovrebbe avvenire il prossimo autunno.

In tutto pubblicheranno dati trimestrali società che, anche escludendo Mps, capitalizzano 183,6 miliardi di euro, pari ad oltre un quarto (il 26%) dei circa 706 miliardi che vale l’intero listino italiano in termini di capitalizzazione. Dai risultati, più o meno in linea con le attese, potrà dunque dipendere l’andamento dei titoli e degli indici generali del listino di Milano nelle prossime settimane. Ma come sono le attese, a fronte di una crescita che pare rafforzarsi, seppure modestamente, come testimonia la decisione del Fondo monetario internazionale di rialzare da +0,8% a +1,3% le previsioni per la crescita del Pil italiano quest’anno e da +0,8% a +1% quelle per l’anno prossimo?

Su Saipem il consensus di Bloomberg parla per il trimestre di un fatturato di 2,47 miliardi, un Ebitda (reddito operativo lordo) di 261 milioni, un Ebit (reddito operativo netto) di 90 milioni e un utile netto di 23,4 milioni (62,5 milioni in termini rettificati). L’attesa è anche per la conference call in cui il management potrebbe aggiornare la guidance per l’intero esercizio, attualmente ferma a ricavi pari a circa 10 miliardi, un Ebitda di circa 1 miliardo, un utile netto superiore ai 200 milioni e un debito netto di circa 1,4 miliardi.

Nessuna particolare sorpresa è prevista per quanto riguarda i conti di Cnh Industrial, almeno da parte degli analisti di Akros che sul titolo hanno confermato in questi giorni un “accumulate” con prezzo obiettivo di 10,4 euro per azione. Anche Mediobanca Securites sembra prevedere un trimestre positivo, specie dopo le positive indicazioni sulle immatricolazioni di trattori e macchine agricole negli Usa in giugno. Il giudizio in questo caso è di “outperform” (farà meglio del settore di riferimento) con prezzo obiettivo di 12 euro.

Nel caso di Stmicroelectronics Equita Sim prevede una crescita dei ricavi del 5% su base trimestrale a 1,912 miliardi di dollari con margine lordo del 38,1% (in linea con il consenso) ed un Ebit rettificato di 172 milioni (il consenso parla di 176 milioni). Il top management dovrebbe inoltre fornire una indicazione su fatturato e margine lordo per il trimestre successivo “che questa volta sarà particolarmente importante visto che dovrebbe includere le prime consegne dei sensori 3D per il nuovo i-Phone 8 e le soluzioni SiC per Tesla”, spiegano gli esperti, che prevedono per il terzo trimestre una crescita dei ricavi del 7% sequenziale a 2,053 miliardi (consenso 2,058) con un margine lordo del 38,3% (consenso 38,4%) ed un Ebit rettificato di 238 milioni (consenso 246 milioni).

Analisti positivi anche su Enel, con gli uomini di Berenberg in particolare che hanno alzato da 4,5 a 5,75 euro il target price sul titolo, confermando inoltre la raccomandazione “buy” (acquistare). Secondo gli analisti “è tempo di eliminare lo sconto” rispetto al settore a cui scambia il titolo alla luce del fatto che il gruppo ha “un management eccellente”, un mix di business stabile e prospettive di crescita dell’utile per azione e del dividendo migliori di quelli medi del comparto. Da notare, inoltre, che il consensus elaborato da Ft prevede un incremento del dividendo annuo di Enel dai 18 centesimi dello scorso anno a 22 centesimi per azione, con un incremento del 24,44%.

Più che ai conti trimestrali nel caso di Fiat Chrysler Automobiles, che a Piazza Affari ha accumulato qualche seduta sottotono dopo il forte rialzo di inizio mese, sembrano guardare alla nuova indagine che l’Antitrust Ue ha confermato di aver aperto per un possibile cartello dei produttori tedeschi relativamente ai sistemi di trattamento delle emissioni diesel e ai costi, indagine il cui eventuale impatto sui conti del gruppo guidato da Sergio Marchionne non è ancora possibile quantificare. Il target price medio sul titolo è comunque pari a 11 euro, mentre da gennaio ad oggi il rating medio si è alzato da “underperform” (farà peggio del settore di riferimento) a “hold” (mantenere in portafoglio), segno che anche le attese sui risultati stanno alzandosi e che la semestrale potrebbe fornire indicazioni a supporto di tale trend.

Anche nel caso di Telecom Italia l’attenzione è meno centrata sui numeri del trimestre, che dovrebbero comunque essere “robusti”, e più sull’evoluzione della governance. Mediobanca Securities (“outperform” con prezzo obiettivo a 1,34 euro) ha già fatto sapere che “chiaramente l’uscita di Cattaneo preoccupa, considerando l’efficace ristrutturazione” portata avanti dal top manager, e la sua opinione sembra condivisa. Ma gli analisti hanno anche sottolineato come la società trarrà comunque beneficio dalla sua eredità “in particolare in termini di taglio dei costi” visto che Cattaneo era già riuscito “a mettere in atto azioni volte a raggiungere oltre l’80% del piano di risparmi da 1,9 miliardi euro”.

I continui sforzi dei paesi Opec e della Russia per far risalire le quotazioni del petrolio e le parole del numero uno del gruppo, Claudio Descalzi, particolarmente apprezzate dagli analisti di Equita Sim (“buy”, prezzo obiettivo di 16 euro), lasciano prevedere una buona accoglienza anche dei numeri della trimestrale di Eni, sulle cui quotazioni potrebbe inoltre influire positivamente la quotazione di Versalis, “in quanto la valutazione dovrebbe risultare a premio rispetto ai multipli Ev/Ebitda correnti di Eni (5 volte sul 2017)”.

Infine in casa Mps, la cui prima trimestrale del 2017 deluse le attese con ricavi per poco più di 933 milioni contro stime di consensus di 1 miliardo, in calo del 21,28% rispetto allo stesso periodo del 2016 (anno che si era già chiuso con un calo dei ricavi del 18,4% a 4,26 miliardi), l’attenzione resta concentrata sui lavori che il Tesoro, assieme ai suoi advisor finanziari e legali, dovrebbe far partire a giorni per definire nei dettagli l’ingresso nel capitale della banca, previsto agli inizi di agosto.

Un ingresso che porterà a ridefinire la governance e i rapporti con gli azionisti di minoranza (che dovrebbero nel complesso avere in mano il 30% del capitale, di cui tra il 26% e il 28% derivante dalla conversione di bond subordinati in azioni e solo tra il 2% e il 4% essere rappresentati dai “vecchi” azionisti). Visto che il 70% del Tesoro varrà i 5,4 miliardi della ricapitalizzazione precauzionale, sapere esattamente quanto peseranno e che diritti avranno gli azionisti di minoranza significherà anche determinare con buona approssimazione il prezzo a cui potrebbe tornare a trattare il titolo, un prezzo che certamente non potrà che essere una frazione dei 15,08 euro segnati come ultima quotazione lo scorso dicembre.

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