Unicredit-Bpm, Orcel al palo: "Neanche la vittoria al Tar potrebbe smuovere il governo. Con Merz, Commerzbank è più protetta" - Affaritaliani.it

Economia

Unicredit-Bpm, Orcel al palo: "Neanche la vittoria al Tar potrebbe smuovere il governo. Con Merz, Commerzbank è più protetta"

Friedrich Merz gela Unicredit sulla scalata a Commerzbank. Il Ceo di Unicredit, alla Goldman Sachs Conference, chiede chiarimenti sul golden power. L'intervista a Giuseppe de Falco, dello studio Ughi e Nunziante

di Rosa Nasti

Unicredit-Bpm: "Governo rigido anche dopo la vittoria di Unicredit al Tar Lazio. Commerzbank? Con Merz c’è più protezionismo in Germania"

Unicredit inciampa. La scalata su Commerzbank si scontra con un secco “nein” da parte del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che già da leader della CDU aveva bocciato il progetto. Nel frattempo Andrea Orcel, a margine della Goldman Sachs European Financial Conference 2025, rallenta l’Ops su Banco Bpm, valutando ora meno del 20% la probabilità di andare avanti con l'offerta. Il numero uno di Unicredit critica anche i vincoli imposti sulle attività in Russia.

Insomma, Orcel si trova senza vie d’uscita: sotto scacco del governo italiano e sotto attacco in Germania. La scalata di Unicredit è piena di ostacoli, ma la partita non è ancora chiusa. Affaritaliani.it ha approfondito la questione con l’avvocato Giuseppe de Falco, dello studio Ughi e Nunziante.

Orcel ha detto che senza chiarezza dal governo sul golden power Unicredit potrebbe rinunciare all’operazione su Banco Bpm. Quale potrebbe essere oggi una via d’uscita concreta per salvare l'offerta?

Al punto in cui sono le cose, solo dopo una sentenza del Tar Lazio di chiaro accoglimento delle ragioni di Unicredit, dopo l’udienza del 9 luglio, e quindi dopo un evidente successo giudiziario, il governo potrebbe tornare anche solo in parte sui suoi passi e rivedere il provvedimento in modo da ridurre gli ostacoli frapposti all’ops di Unicredit. Se il governo dovesse avere un atteggiamento rigido, invece, nemmeno una decisione favorevole a Unicredit potrebbe bastare. 

Merz ha definito l’approccio di Unicredit su Commerzbank "non coordinato e ostile". Ritiene che la partita sia solo rinviata o che, di fatto, il governo tedesco abbia chiuso definitivamente la porta?

Il clima politico europeo è cambiato decisamente, anche in Germania. La crisi dell’economia tedesca e la competizione elettorale con l’ascesa delle forze di estrema destra come l‘Afd, spingono a politiche più nazionalistiche e protezionistiche e quindi a interventi più diretti dei governi nell’economia in danno della libertà di circolazione dei capitali intra-UE. 

Orcel afferma di avere tempo fino al 2027 per decidere se proseguire, uscire o rilanciare su Commerzbank. Secondo lei, questa posizione attendista è sostenibile?

Forse, nel contesto tedesco, in mancanza di un’offerta già lanciata, e a differenza di quanto  sta avvenendo in Italia, vi è più tempo per provare a chiarire e fronteggiare la situazione dal punto di vista legale.  

Orcel sottolinea che l’esposizione creditizia residua in Russia è ormai limitata e che la banca ha chiuso tutte le attività attive già dal 2022. Tuttavia, resta una certa operatività per consentire i pagamenti ancora necessari alle aziende europee presenti in Russia. Secondo lei, quanto può pesare ancora questa esposizione (anche indiretta) sul giudizio delle autorità politiche europee?

Questa è una partita complicata. La BCE ha già richiamato Unicredit a una riduzione dell’esposizione in Russia. D’altro canto Unicredit deve tener conto anche della legge russa che le impedisce un’uscita immediata. La banca di Orcel si trova tra l’incudine e il martello. Tuttavia, la BCE ha autorizzata l’ops su BPM e anche l’acquisto di una partecipazione in Commerzbank fino al 29,9%, il che sembrerebbe dire che le autorità tecniche di regolazione del mercato bancario non considerano quest’esposizione un ostacolo decisivo.

LEGGI QUI TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA