Economia
UniCredit, Mustier:"No M&A fino al 2023".Oneri straordinari comprimono l'utile

Mustier annuncia l'avvio imminente dei negoziati con i sindacati italiani sugli esuberi. Possibile revisione del payout: titolo boom in Borsa
UniCredit chiude il 2019 con un utile netto di 3,4 miliardi, in calo a doppia cifra (-17,9%) rispetto al 2018, ma sopra i 3,1 miliardi attesi dal mercato. Nel solo quarto trimestre la banca guidata da Jean Pierre Mustier ha perso 835 milioni (a fronte del rosso da 1,1 miliardi atteso dagli analisti), a causa di poste non operative nette per 2,3 miliardi (tra cui 365 milioni dalla cessione del 9% di Yapi Kredi, costi di integrazione in Germania e Austria per 319 milioni e rettifiche su crediti nella "bad bank" interna per 1,1 miliardi).
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UNICREDIT STAND-ALONE FINO AL 2023/ “Ribadisco che preferiamo i buyback rispetto all'M&A e per essere chiaro ed evitare qualsiasi speculazione diciamo che non ci sarà M&A per la durata del nostro piano”. Nonostante i rumors circolati soprattutto lo scorso anno, Mustier conferma la politica stand-alone di UniCredit. “Vogliamo semplicemente eliminare qualunque speculazione e se dico che non ci sarà M&A penso non ci possa essere alcuna speculazione”, ha ribadito il banchiere che ha poi sottolineato che il gruppo è "molto focalizzato sull'allocazione efficiente del capitale. Se non troviamo destinazioni interessanti per reinvestirlo lo teniamo per buyback o in generale per restituire capitale agli azionisti”, ha aggiunto. |
Tornando al conto economico 2019, il margine di intermediazione si è attestato a 18,8 miliardi (-0,7%), con interessi netti a 10,2 miliardi (-3,5%) e commissioni nette a 6,3 miliardi (-0,4%). I costi operativi sono scesi del 3,7% a 9,9 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 52,7%. Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 pro forma per il 2019 è al 13,09%.
Il consiglio di amministrazione proporrà la distribuzione di un dividendo di 0,63 euro per azione, per un monte cedole da 1,4 miliardi, e il riacquisto di azioni proprie (buyback), opzione preferita all'M&A, per 500 milioni. La distribuzione di capitale agli azionisti è così confermata al 40% rispetto all'utile consolidato sottostante 2019, pari a 4,7 miliardi.
Proseguendo l'analisi del conto economico, nel 2019 le rettifiche su crediti sono state pari a 3,4 miliardi (di cui 1,6 nel quarto trimestre). Escludendo quelle effettuate nel perimetro "non core" (un miliardo nel quarto trimestre), il dato registra un calo del 10,7% rispetto al 2018. Il costo del rischio si e' attestato a 49 punti base, "migliore rispetto alla guidance di 55 punti base". L'utile operativo netto si è attestato a 5,5 miliardi (-8,6%), mentre l'utile netto sottostante è cresciuto del 55,5% a 4,7 miliardi con un Rote sottostante del 9,2%.
Quanto agli aggregati patrimoniali, la raccolta da clientela è salita del 5,1% a 420,4 miliardi, mentre i crediti sono scesi dell'1,5% a 424,4 miliardi. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti si e' attestato al 5%, 'migliore della guidance', in calo di 2,7 punti percentuali (le esposizioni deteriorate lorde sono scese di 12,9 miliardi nel corso dell'anno). Gli Npl lordi del perimetro "core" sono quindi diminuiti a 8,6 miliardi, superando la guidance di 9 miliardi prevista dal piano. L'incidenza dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche è scesa all'1,8%. UniCredit ha poi registrato una rivalutazione degli immobili di gruppo in seguito all'avvio di una gestione attiva del portafoglio, che punta tra le altre cose a cedere entro il 2025 le proprietà detenute ai fini di investimento.
"Per avere informazioni più dirette ed affidabili riguardo agli effetti delle azioni previste", il gruppo ha adottato un modello basato sul valore corrente in sostituzione del modello basato sul costo' e 'cio' ha determinato, tenendo conto anche delle cessioni 2019, un incremento di 1,99 miliardi del patrimonio netto di gruppo e di 79 milioni dell'utile netto nel 2019. L'effetto complessivo sul Cet1 nel quarto trimestre e' stato pari a +58 punti base". Quanto ai risultati delle singole divisioni, la banca commerciale in Italia ha chiuso il 2019 con un utile di 1,4 miliardi (+6,1%), la Germania ha contribuito con 542 milioni (-10,5%), l'Austria con 568 milioni (+33,7%), il Centro est Europa con 1,6 miliardi (-3,4%), il Corporate e investment banking con 1,4 miliardi (+53,1%), mentre il corporate center di gruppo ha visto la perdita aumentare a 468 milioni da 55.
Il gruppo di Piazza Gae Aulenti poi ha fatto sapere di aver completato la vendita del 12% della turca Yapi Kredi (20% la restante quota posseduta che rimarrà in bilancio per tutto il 2020) per circa 440 milioni. L'operazione si è chiusa a 2,88 lire turche per azione, con uno sconto del 4% rispetto ai valori di chiusura di Borsa e "genererà un impatto negativo sul conto economico consolidato pari a circa 820 milioni, derivante sia dalla differenza tra prezzo e valore di carico a cambi correnti, sia dalla componente relativa alle riserve valutative (inclusa la riserva oscillazione cambi, negativa per circa 850 milioni, che risulta tuttavia neutra ai fini del capitale primario di classe 1 in quanto già precedentemente rilevata)". L'impatto complessivo sul Cet1 è di circa +0,5 punti percentuali.
Mustier ha spiegato che sta valutando di rivedere al rialzo la propria politica di distribuzione di capitale agli azionisti, annunciata poco più di due mesi fa nel corso del capital markets day di Londra, alzando al 50% la distribuzione di capitale, tra dividendi cash e riacquisto di azioni, gia' dal 2020 per tutto il resto del piano. Inizialmente l'istituto aveva previsto di mantenere il payout al 40% per il 2020, il 2021 e il 2022, e di alzarlo al 50% solo sull'esercizio 2023. La decisione, ha spiegato Mustier in una conference call è legata all'anticipo dell'impatto della direttiva Crd5 al 2021 dal 2023.
I conti 2019 e soprattutto la revisione al rialzo della politica dei dividendi spingono UniCredit a Piazza Affari, azioni che mettono a segno la migliore prestazione del Ftse Mib milanese guadagnando il 5,41% a 13,526 euro. Intensi gli scambi.
"Che la storia di remunerazione del capitale cominci...e sorprenda!", commentano gli analisti di Mediobanca, che notano come un rendimento da dividendi del 9% e un buyback alzato al 20% degli utili renda UniCredit "best in class". "La possibilità di un incremento della distribuzione di capitale sarà benvenutà dal mercato, notano gli analisti di Ubs, mentre Credit Suisse sottolinea che se l'aspetto negativo dei conti è "la dinamica dei prestiti", il lato positivo è rappresentanto "dal capitale e soprattutto dalla revisione al rialzo della guidance sul payout".
Ad Affaritaliani.it, Mustier ha dichiarato: “Abbiamo eseguito con successo Transform 2019 e abbiamo completato il piano ottenendo risultati positivi, raggiungendo gli obiettivi chiave di Transform 2019 con un utile consolidato sottostante di 4,7 miliardi per l’esercizio 2019". Quanto agli obiettivi per il 2020, Mustier ha aggiunto: "Per gli anni a venire, fino al 2023, abbiamo istituito il piano Team 23 che si focalizza sul rafforzamento e la crescita della nostra base clienti. Continueremo attivamente a supportare l’economia reale, servire i nostri clienti, incoraggiare la crescita in tutti i nostri mercati e trasformare il nostro Gruppo per continuare a creare valore sostenibile".
Sulla questione esuberi, Mustier ha sottolineato che il gruppo avvierà a breve i negoziati con i sindacati in Italia (Unicredit ha annunciato il taglio di 8mila dipendenti e 500 filiali entro il 2023. Di questi, si stima che 5.500 dipendenti e 450 filiali siano in Italia).

