Unipol, prescrizione per Silvio e Paolo Berlusconi
I giudici della seconda sezione della corte d'appello di Milano hanno pronunciato una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Silvio Berlusconi e di Paolo Berlusconi nel processo in cui erano imputati per rivelazione di segreto d'ufficio in relazione alla telefonata Fassino-Consorte. La difesa aveva chiesto l'assoluzione nel merito, ma secondo i giudici non vi era prova sufficiente dell'innocenza degli imputati. E' stato invece confermato il risarcimento di 80mila euro a favore di Piero Fassino, che si era costituito parte civile. Le motivazioni saranno rese note entro 30 giorni.
"Oggi non ho nessuna dichiarazione da fare. Parlero' dopo le motivazioni". L'avvocato Piero Longo non commenta il verdetto di prescrizione pronunciato della Corte d'appello di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo che lo vedeva imputato per rivelazione in segreto d'ufficio in relazione alla telefonata Fassino-Consorte. Nell'arringa difensiva Longo e Niccolo' Ghedini avevano chiesto di assolvere nel merito l'ex presidente del Consiglio. L'avvocato di parte civile, Carlo Federico Grosso, aveva invece sostenuto che "e' impensabile" sostenere che la pubblicazione dell'intercettazione tra l'allora segretario dei Ds Piero Fassino e l'ex numero uno di Unipol Giovanni Consorte, "sia avvenuto "senza l'avallo di Silvio Berlusconi".