Economia
Vertenza Enel: poca piazza, il sindacato resta solo
Al centro della contesa, una riorganizzazione dei turni che prevede l’introduzione di due fasce orarie – mattutina e pomeridiana – in sostituzione dell’attuale turno unico che si conclude alle 16

Vertenza Enel: poca piazza, il sindacato resta solo
La protesta indetta dai sindacati contro il nuovo orario di lavoro in E-Distribuzione si è rivelata un insuccesso. Ieri in piazza Verdi, a Roma, sotto la sede centrale del gruppo Enel, si sono radunate appena 200-400 persone, secondo la Questura. Un numero modesto soprattutto se confrontato con le aspettative generate e con i quasi 1.700 delegati sindacali presenti all’interno dell’azienda.
La giornata avrebbe dovuto rappresentare un momento di rilancio per le sigle – Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – alle prese con una crisi di rappresentanza acuita dal contesto post-referendario. Ma, nonostante la concomitanza con altre mobilitazioni nazionali e il tentativo di intercettare un fronte comune di protesta, la partecipazione si è rivelata marginale. Le sigle parlano di un’adesione dell’80%, mentre l’azienda la ridimensiona a ben meno del 50%.
Al centro della contesa, una riorganizzazione dei turni che prevede l’introduzione di due fasce orarie – mattutina e pomeridiana – in sostituzione dell’attuale turno unico che si conclude alle 16. Un cambiamento pensato per migliorare l’efficienza del servizio e già adottato da altri operatori del settore. Nessun esubero, anzi: il piano prevede circa 2.000 nuove assunzioni, oltre a un aumento retributivo dell’11% per compensare la riduzione degli straordinari.
In un contesto occupazionale segnato da crisi reali, viene da chiedersi se questa sia davvero la battaglia giusta da combattere.