Pil, Verzelli ad Affaritaliani.it: "Solo la lettera della Bce può salvarci"
"I mercati avevano già scontato un dato negativo: ormai c'è l'abitudine a pensare che i numeri reali siano peggiori di quelli che vengono dati come aspettativa dal governo. Non avevano però scontato questo ulteriore peggioramento". Spiega così ad Affaritaliani.it Gianluca Verzelli, vicedirettore centrale di Banca Akros, il calo delle borse seguito alla pubblicazione dei pessimi dati sul Pil italiano.
"Influisce poi anche il fatto che in agosto i mercati sono particolarmente sguarniti. Ma non solo - aggiunge -. Questo dato arriva anche in un momento in cui si fatica a intravedere la cura. I giornali sono pieni solo di polemiche e incertezze. E Il balletto manovra sì-manovra no che da tempo aleggia in maniera funesta, è ulteriore terreno fertile per una reazione nervosa dei mercati".
I mercati prenderebbero peggio una manovra correttiva o uno sformanto del tetto del 3%? "Io so che cosa prenderebbero bene. E cioè tutte quelle riforme e tagli che dai tempi della lettera della Bce a Berlusconi non sono ancora stati fatti", avverte Verzelli.
"I mercati hanno ben chiara la ricetta necessaria pe l'Italia che si continua a non attuare. Basta riprendere quella lettera: i punti sono quelli. Nessuno ci ha mai chiesto manovre forti o patrimoniali. Invece gli ultimi governi hanno solo aumentato le tasse senza fare gli interventi strutturali attuati invece in Spagna, Portogallo e Grecia".
"Capisco che attuare quella ricetta non è né semplice né indolore - conclude -, ma non è una questione di sforamento né di manovre bis: si tratta di riforme strutturali che passano dalla riduzione della spesa, dei dipendenti pubblici... Qui stiamo discutendo da settimane della riforma del Senato, che probabilmente andava semplicemente abolito in 5 minuti".