Visibilia, Paola Ferrari ad Affari: "Con Santanché spaccatura insanabile" - Affaritaliani.it

Economia

Visibilia, Paola Ferrari ad Affari: "Con Santanché spaccatura insanabile"

La celebre conduttrice, ex amica di Daniela Santanché e socia di Visibilia, fa il punto con Affaritaliani.it sulla vicenda dopo la bocciatura del delisting

Visibilia Editore, è la società quotata in borsa il cui socio di maggioranza è Visibilia Holding, dove Paola Ferrari ricopre il ruolo di presidente. È composta da Alevi, di cui è amministratore la giornalista e conduttrice di 90° Minuto, e Visibilia srl che è la società cui rispondono Daniela Santanché e Canio Mazzaro. La quota di maggioranza all'interno della Visibilia Holding è di proprietà di Visibilia srl e quindi di Santanché e Mazzaro. 
All’interno di Visibilia Editore ci sono la Visibilia Holding, Mo. Da. Gioielli, Elena Palacios Rodriguez e qualche quota ancora di mercato.

Quali sono state le vicende che hanno portato alla giornata di ieri?
“Nell’ultimo anno come socio di Visibilia Editore non mi sono trovata d’accordo con alcune scelte gestionali fatte dalla società. Avrei voluto dei cambiamenti importanti, invece il socio di maggioranza non era d’accordo. C’è stata quindi una spaccatura, al momento insanabile: mi sono dimessa da Visibilia Editore e con me i consiglieri che facevano riferimento a me, lasciando il Consiglio in mano all’onorevole Santanché che ha preso il mio posto e ha messo come consigliere il principe Dimitri D'Asburgo Lorena. Quindi, da circa un anno oltre alla gestione della società hanno anche quella del Consiglio. È una conduzione molto familiare, di persone molto legate alla Santanchè”. 

Cos’è avvenuto ieri?
"Il delisting, voluto dal socio di maggioranza, non è stato approvato e la società è rimasta in borsa. Nei giorni precedenti, con la notizia sul delisting, la società aveva un po’ perso, e invece con la notizia di ieri ha ripreso bene in borsa, seppur non ai livelli di un anno e mezzo fa. Noi con Alevi abbiamo acquisito una parte delle quote di Elena Palacios, che continua a detenere ancora alcune quote. Io, la dottoressa Palacios e il dottor Sgarbi, che è anche socio di Mo. Da. Gioielli, siamo un gruppo abbastanza coeso nelle nostre decisioni. Siamo purtroppo parte totalmente passiva nella gestione di questa società. Semplicemente possiamo far valere i nostri diritti di soci in assemblea ed è quello che abbiamo fatto ieri, e lo abbiamo fatto con una certa forza, abbiamo fatto capire che la decisione era sbagliata e siamo riusciti a bloccarla”.

Cosa farà adesso il socio di maggioranza?
“Bisogna chiederlo a loro. Io come Alevi ho deciso di non partecipare all'ultimo aumento di capitale, dato che avevamo quasi interamente sottoscritto il precedente, insieme a Mo. Da. Gioielli. Quindi quando c’è stato questo aumento di capitale abbiamo deciso di non partecipare. È stata una scelta ponderata poiché non abbiamo nessuna conoscenza di ciò che avviene nella società, a parte i numeri della semestrale. Se Santanché vuole continuare con la sua scelta di delisting, cerchi di fare un nuovo aumento di capitale per diluirci e cercare di portarlo avanti. Mi ostino a dire che non riesco a comprenderne il motivo. La Santanché due anni fa ha fatto molto per acquisire PMS e per entrare in borsa. È stato fatto un aumento di capitale un mese fa, dove il mercato, - magari in piccola parte -, ha risposto. Bisogna dare dignità e rispetto anche per quelle poche persone che hanno risposto all’aumento di capitale. Santanchè dice di perseguire questa scelta per un fatto di agilità maggiore, poiché la borsa ti obbliga a passaggi e controlli. Noi siamo assolutamente contrari e continueremo a bloccarla, a meno che non arrivino notizie che al momento non possediamo”. 

I rapporti sono molto cambiati tra di voi...
“Il mio rapporto verso Daniela era di fiducia. Da quando sono entrata nella società, cioè da quasi tre anni e mezzo, non ho mai gestito la società, ho sempre lasciato tutto nelle mani di Daniela Santanché, noi non abbiamo alcuna responsabilità di quello che sta avvenendo dentro la società. Ho fatto un investimento in una società in cui credevo, perché credo nei giornali di nicchia e nell'editoria, seppur in un momento difficile, perché pensavo ci fossero buone possibilità, ma non siamo mai entrati con scelte decisionali, abbiamo sempre seguito la linea che voleva lei. Quando poi abbiamo visto i numeri, che erano molto diversi da quelli che noi ci aspettavamo, e non ci sono state date risposte né visioni di cambiamento, abbiamo deciso di uscire dal consiglio restando però nella società come soci”.

Bisognerà aspettare per capire prossimi sviluppi...
“Adesso la società è rimasta in borsa. Dovranno fare la semestrale, ma noi vedremo i numeri solamente una volta fatti. Tra poco sarò a conoscenza dei numeri ufficiali della semestrale che scade con il semestre di giugno”.