Economia
Vivendi, l'Ue boccia la norma salva-Mediaset. Occhi sulla decisione del Tar

Bruxelles nella lettera citata dal quotidiano ritiene potenzialmente inapplicabile la legge perché non è stata notificata all'esecutivo comunitario
Bruxelles blocca la norma salva-Mediaset. E lo fa con un atto formale. Venerdì la Commissione europea ha inviato al ministero dello Sviluppo economico una lettera, sollevando obiezioni per la mancata notifica e nel merito della legge italiana sui media recentemente approvata, la cosiddetta "salva-Mediaset", che potrebbe potenzialmente ostacolare gli interessi di Vivendi nel Paese, secondo quanto scrive la Repubblica.
Bruxelles nella lettera citata dal quotidiano ritiene potenzialmente inapplicabile la legge perché non è stata notificata all'esecutivo comunitario. Inoltre, prosegue il giornale, la nuova norma potrebbe essere "incoerente con i trattati europei". La legge è stata approvata a novembre e obbliga Agcom a condurre una nuova istruttoria per verificare che le partecipazioni incrociate di Vivendi non violino le norme a tutela del pluralismo dei media.
Il gruppo media francese è il primo azionista di Tim con una quota del 24% ed è il secondo socio di Mediaset, controllata dalla famiglia di Silvio Berlusconi. Secondo la Repubblica la lettera è firmata da un direttore della Dg Connect e torna a chiedere la notifica della legge italiana ai sensi della direttiva Trasparenza nel mercato unico del 2015. La mancata notifica produrrebbe l’inapplicabilità della legge, almeno fino al definitivo giudizio europeo.
A novembre, il governo italiano era sceso in campo con un emendamento, approvato in via definitiva, al decreto Ristori. Una misura che nella sostanza offriva una difesa a Mediaset rispetto ai tentativi di scalata dell'azienda di Bollorè e De Puyfontaine tenendo conto della posizione dominante dei francesi in Tim. Una situazione che ha posto il tema della eccessiva concentrazione e della libertà del mercato. L'idea della maggioranza giallorossa, allora, e' stata quella di introdurre una sorta di sospensione di sei mesi in cui l'Autorita' garante per le comunicazioni dovra' svolgere una istruttoria per verificare gli effetti distorsivi sul mercato.
Nelle intenzioni del governo, la norma contestata dovrebbe coprire il buco provocato tre mesi fa dal giudizio della Corte di giustizia Ue che aveva cancellato la legge Gasparri proprio in relazione al caso Vivendi-Mediaset.
Lo stop della Commissione europea non arriva in un momento qualsiasi. Ma proprio alla vigilia di un probabile nuovo intervento del Tar sul congelamento delle azioni del Biscione acquisite dal gruppo francese. E soprattutto dopo che la procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti dei vertici di Vivendi mettendo sul banco le accuse di "manipolazione del mercato" e "ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza".