Economia
Zanetti (Economia): abolire Imu e Tasi per tutti costa 3,5 miliardi

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Il gettito nel 2014 della Tasi sulla prima casa è stato circa di 3,4 miliardi di euro. Se per Imu Renzi intende quello che si paga su ville e castelli - le A1, A8 e A9 che erano rimaste soggette a Imu - sono circa un altro centinaio di milioni. Quindi diciamo che il costo totale dell'operazione si aggira sui 3,5 miliardi". Il sottosegretario al ministero dell'Economia Enrico Zanetti, intervistato da Affaritaliani.it, calcola il costo dell'abolizione di Imu e Tasi dal 2016 annunciato dal presidente del Consiglio.
E le coperture? "Questa misura va in Legge di Stabilità e, quindi, rientra in quel monte manovra di circa 25 miliardi di euro che comprende anche gli interventi per neutralizzare le clausole di salvaguardia e altre misure che sono allo studio. Le coperture verranno trovate dalla spending review, dai miglioramenti legati al costo del debito e dalla flessibilità sul deficit. Dal nostro punto di vista, in un'ottica triennale e non solo annuale, la compente di copertura derivante da efficienze sulla spesa deve essere prevalente rispetto a quella che deriva ddalla flessibilità del deficit. Quest'ultima deve servire come acceleratore degli spazi per ridurre le tasse, ma non può essere addirittura il primo pilastro. L'attenzione sulle coperture deve restare in particolare sull'efficienza sulla spesa".
Ancora enti locali e sanità nel mirino? "I settori interessati devono essere tendenzialmente tutti. E' chiaro che comparti importanti potranno essere interessati in via indiretta, ad esempio con il processo di riorganizzazione degli acquisti di beni e servizi, attraverso la riduzione delle centrali. Non si tratta quindi di interventi necessariamente mirati su enti locali e sanità, ma di interventi che, riguardando a 360 gradi il processo di acquisizione di beni e di servizi, potranno implicitamente determinare anche in quei comparti dei risparmi. Tenendo comunque presente che la sanità costituisce una voce di spesa estremamente rilevante, così come la componente degli enti locali sulla parte di spesa corrente. Non verranno fatti interventi che colpiscono in modo lineare un settore ma interventi, come quello sulle centrali di spesa, che, inevitabilmente per tutti i comparti di spesa, ciascuno per la propria quota e indirettamente, porteranno a risparmi di efficienza. Non semplici tagli a prescindere dalle esigenze".
La Difesa può essere interessata dai risparmi? "Molti ragionamenti importanti possono essere fatti su questo settore. Ma devo dire che rispetto agli scenari geopolitici mondiali che abbiamo davanti a noi mi chiedo se sia solo una logica di riduzione della spesa quella da fare rispetto al nostro sistema di Difesa. Risparmi ed efficienze sicuramente se ne possono fare, però bisogna anche immaginare un consolidamento, e non soltanto un depauperamento, del nostro sistema di Difesa. E' un ragionamento che dobbiamo cominciare a fare. Anche se su questo settore l'Europa è molto carente e quello della Difesa potrebbe essere uno di quei temi su cui l'Europa fa un importante passo in avanti verso l'unificazione, consentendo tra l'altro risparmi importanti ai singoli paesi con un accrescimento però della Difesa comune".
E interventi sulle pensioni? "Al momento non se ne parla minimamente. Gli unici interventi di cui si parla sono quelli legati alla flessibilità in uscita, quindi semmai interventi di favore e non di ulteriore stretta. Sono stato il primo particolarmente critico rispetto alla possibilità di restituire tutto a tutto in occasione della sentenza della Corte Costituzionale, ma proprio perché si trattava di confermare i sacrifici che erano già stati chiesti, devo dire che altri sacrifici non vi possono e non devono essere chiesti. La flessibilità in uscita è una buona cosa, a patto però che venga strutturata senza gravare sulla fiscalità generale. E' giusto dare ai cittadini la possibilità di scelta di anticipare l'ingresso in pensione, a patto però che chi fa questa scelta se ne faccia anche carico, accettando un ricalcolo della pensione col contributivo ricevendo quindi quello che gli spetta, nulla di meno ma anche nulla di più".