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Spettacoli
Gabriele Ciampi e il suo inno di speranza "She Walks in Beauty"

Gabriele Ciampi e il suo inno di speranza: “She Walks In Beauty"

Per non dimenticare questa pagina di storia così drammatica, ma trasformarla in una nuova  opportunità, Gabriele Ciampi ci regala “She Walks in Beauty” un brano di rara bellezza, che al  pari di un libretto d’opera, trova ritmo e note su un testo di Lord Byron. Parole che sembrano  scritte oggi: quella donna che cammina nella bellezza, attraversando una notte stellata per portarci  verso la luce del nuovo giorno, è un inno di speranza per tutti noi. A interpretare la donna della  poesia, una donna, Teura e la sua incantevole voce da mezzo soprano naturale che dialoga con il  violoncello di Livia De Romanis per condurci, fotogramma dopo fotogramma, verso un nuovo  giorno, un nuovo futuro.

Un’altra occasione in cui il Maestro, unico italiano presente nella giuria  dei Grammy Awards, sottolinea, con eleganza, il suo rispetto e sostegno al mondo femminile: lo  ricordiamo dirigere un’Orchestra sinfonica di sole donne e cedere la bacchetta ad una di loro, una  battaglia  per la valorizzazione delle musiciste donne che Gabriele Ciampi sostiene da tempo.

Cosa ti ha spinto a realizzare questo progetto, sperimentando, ancora una volta, nuove  sonorità?
Sono musicista e compositore ma anche analista finanziario, con l’abitudine a osservare quello che  succede cercando, comunque, di guardare di là dall’ostacolo, dell’imprevisto per virare trovando  una nuova rotta. In un attimo si è fermato tutto ovunque e per tutti. Questo ha fatto scattare in me, la voglia di trovare un buon vento e il modo di ripartire. Nei momenti di crisi, nasce sempre  un’opportunità se si ha la forza di cercare nuove strade. Personalmente mi ha stimolato a voltare  pagina come ho sempre fatto, sperimentando questa volta il Pop Internazionale che, è davvero una bella sfida, difficile ma possibile perché la formazione classica in fondo ci da gli strumenti per  spingerci ovunque. Con questo brano ho voluto comunicare proprio questo, come si possa ripartire  nonostante tutto. Per  la musica, potrebbe essere l’occasione  di sperimentare una nuova democrazia azzerando la supremazia dei big sugli esordienti. Una ripartenza che metterà tutti allo stesso livello:  se un brano funzionerà in streaming, avrà le stesse chance di un altro e probabilmente anche la  qualità della musica e il suo ascolto sarà migliore, un po’ più intimo, raccolto, rispettoso.  

Com’è stato realizzato?
Abbiamo lavorato a distanza col telefono ed è stata un’occasione di crescita grandissima in cui mi  sono dovuto reinventare come produttore. Di solito lavoro in studi super attrezzati, è stato  impegnativo e difficile eppure ci siamo riusciti: la qualità è alta comunque per un brano che  potrebbe non piacere, ma è indiscutibilmente ben realizzato. Questa è l’onda anomala, che mi ha  spinto, cavalcandola, oltre l’ennesimo orizzonte, riuscendo a stupire me per primo.

Uno scritto di Lord Byron non è una scelta del tutto banale. Ci spieghi perché proprio She  walks in Beauty? Byron mi è sempre piaciuto perché nonostante prediliga le tinte scure, riesce sempre a dare un  indicazione positiva. Che cosa poteva essere più adatto in un momento così difficile, per comporre  un inno di speranza? Quindi mi è sembrato perfetto e attuale, con questa suo scritto del 1814 ma di un attualità sorprendente, She Walks in Beauty è una breve poesia lirica che ha un suo ritmo fisso,  devi solo chiudere gli occhi e ascoltare. E’ come la composizione di un libretto d’opera, il brano e la sua musica erano già tutte lì: la voce di Teura che è un mezzo soprano naturale perfetto per  interpretarlo, il violoncello di Livia De Romanis che dialoga con la sua voce, meraviglioso. 

Detto da te maestro sembra tutto semplice, ma non lo è per niente. Questo ennesimo crossover fino a dove si spinge?
E’ un’evoluzione ennesima del crossover con una nuova sperimentazione, dove l’elettronica con i  classici synth degli anni ’70 e ’80, dialoga con la musica classica. Una nuova era per una musica  fedele alle armonie sinfoniche dell’orchestra classica con archi, corno e strumenti solisti insieme,  però, alle tastiere.  Il crossover è emozionante perché mi costringe a studiare ancora, senza  fermarmi alla ricerca di nuove sonorità, spingendomi oltre ogni orizzonte: la vera difficoltà sta nel  trovare un filo che li possa legare l’uno all’altro armonicamente. Quando succede, è pura magia.

Gabriele sei esperto di crossover nella musica come nella vita, divisa tra Los Angeles e Roma, con una visione d’insieme del mondo che è tutta in queste immagini che fissano i momenti  più drammatici della pandemia. Non un video qualunque, ma un vero reportage di “guerra” che  diventa “Inno di speranza”: quanto è stato difficile?  
In tre minuti non era facile fotografare questa pagina di storia, per questa ragione si è deciso di  rappresentare i tre paesi che sono stati più colpiti, Cina Italia e Stati Uniti, attraverso immagini   “crude”, reali che fanno da sfondo emozionale ad un inno di speranza: dopo le bare di Bergamo c’è  una bandiera che si innalza, la disperazione dei medici e il Papa in preghiera in una Piazza San  Pietro deserta. Poi finalmente le immagini di una nuova vita con un bambino appena nato come  simbolo inequivocabile della rinascita e di un  futuro per tutti noi. Non possiamo dimenticare, non  dobbiamo. Ricordare significa, tenere nel cuore ogni vittima, ogni dolore. Solo così si potrà  guardare avanti e ripartire.

 

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