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Spettacoli
Rai: il dramma dei migranti 'irrompe' nella fiction su Montalbano

"L'altro non è altro che te stesso che ti guardi allo specchio". Fu con questa citazione che, ormai due anni fa, Andrea Camilleri rese pubblico il suo pensiero a riguardo del rapporto tra noi  (italiani) e gli "altri" (immigrati). Oggi, nel pieno della nuova (e già contestata) gestione Salvini sul caso migranti, il pensiero dello scrittore e sceneggiatore di Porto Empedocle si può confermare in linea con quello di Luca Zingaretti, il migliore ed unico interprete del commissario Salvio Montalbano. Quest'ultimo, infatti, nei nuovi episodi della omonima fiction in onda su Ra1 l'11 e il 18 febbraio, sarà protagonista di scene che, ormai tutti i giorni, riempiono i giornali del nostro paese. Il timore, infatti, è che talune scene diventino abitudinarie, quasi oggetto di tendenza rappresentativo di questo primo ventennio di secolo. 

Per Montalbano, la parola "abitudine" riferita alla questione migranti nei due, nuovi episodi della serie che andrà in onda su Rai1 l'11 e 18 febbraio, sarà rappresentata da disperati che arrivano dal mare, sfiniti, distrutti e affamati. Questa volta, ad attenderli, accoglierli e soccorrerli ci sarà proprio il commissario più famoso d'Italia, spinto dal simbolismo che è proprio del suo creatore. 

Non sono numeri, non si tratta di una semplice emergenza da dover fronteggiare, Montalbano entra in empatia con questi esseri umani che arrivano sulle coste italiane su barconi sgangherati, stremati e stravolti, ed e' impegnato in prima persona nell'organizzare gli aiuti. Lo si vede gettarsi in mare nella speranza di salvare un "picciotto" probabilmente caduto da un'imbarcazione e si vede, quasi si sente, il suo enorme dolore per essere arrivato troppo tardi: e' disarmato, arrabbiato e resta senza parole, inginocchiato ai piedi di quel corpo senza vita. Ed e' ancora il commissario di Vigata ad inchiodare ed arrestare due scafisti colpevoli di aver violentato una minore a bordo. Si impegna con tutta l'anima, il commissario, e con lui tutti i suoi uomini. Ognuno aiuta come puo', dal vice commissario Augello all'ispettore Fazio, fino all'agente Catarella, l'ultimo che ti aspetteresti di vedere in azione sul campo. Ed e' proprio lui a rappresentare sulla pellicola l'aspetto piu' drammatico e doloroso del fenomeno migratorio: scoppia in lacrime, distrutto dal dolore, raccontando a Montalbano di aver soccorso una donna incinta e di aver poi saputo che il bimbo che portava in grembo era morto. Ma se, come da sua citazione nel primo episodio,  nella mente di Montalbano queste scene "sono cose terribili, che non dovrebbero accadere", per la stampa, invece, è già polemica. Pare che il delicato argomento trattato abbia scaturito un presunto "imbarazzo" all'interno della stessa Rai (circostanza seccamente smentita dal direttore di Rai1, Teresa De Santis). 

L'argomento migranti, in realta' si chiude qui. In mezzo a questi eventi, infatti, un terribile delitto si abbatte su Vigata: Elena Biasini viene barbaramente massacrata nella sua sartoria. L'omicidio sembra inspiegabile, ma Montalbano sapra' afferrare il filo della vita di questa donna misteriosa e scoprira' la lacerante verita' che sta dietro la sua morte. 

 

 

 

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