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Spettacoli
Report, intervista-choc di Ranucci: "Querele e molestie, ho resistito a tutto"

Intervista-bomba di affaritaliani.it a Sigfrido Ranucci: "Report è una scommessa vinta. Dopo 172 querele in 25 anni, ho ancora la fedina pulita"

E' stato un anno d'oro per "Report": facciamo un bilancio di queste puntate e della media di ascolti?

"E' una scommessa vinta, c'è chi tre anni fa pensava che aumentare il numero delle puntate di Report da 16 a 28 mettesse a rischio la qualità delle inchieste. I fatti hanno dimostrato il contrario. Abbiamo confermato una media del 9% con punte del 12,4%. Risultati straordinari anche per le repliche del sabato, che realizzano il 7% con una media di circa un milione di spettatori. Report è la prima trasmissione di informazione pura nelle Top 40 di Rai Play e la prima nel ranking social di Sensemakers realizzato da Primaonline.it. E' stata una scommessa vinta da Franco Di Mare, un direttore coraggioso e per bene. Il merito è di una narrazione straordinaria e della qualità di una squadra: dalla redazione agli inviati ai filmaker ai montatori. Tutti hanno indossato dal primo giorno la maglietta del servizio pubblico e l'hanno cucita sulla loro pelle".  

Molti attacchi e molte polemiche anche personali, come è finita?

"Quando si intende il giornalismo come la finestra sul potere e non la vetrina del potere come si vorrebbe, devi abituarti agli attacchi. Quelli ai contenuti delle inchieste non li temiamo, rispondiamo con i fatti e i documenti punto su punto. Cosa diversa è se devi difenderti da attacchi personali falsi e infami. Perché tali si sono rivelati alla fine. Per fortuna la verità emerge sempre da sola e con forza, mentre la menzogna ha bisogno di complici. Siccome poi i complici hanno la finalità di colpire la stampa libera, semmai il rammarico è notare come a quei complici si aggiungono colleghi che non capiscono di mortificare se stessi, la loro credibilità e la nobile professione del giornalismo".

Siamo tutti sotto attacco con le querele. Alla fine la legittima applicazione di certe leggi nel caso delle querele dei clan non diventa una forma involontaria di finanziamento, attraverso il risarcimento danni?

"E' l'intimidazione la motivazione di fondo. Quante vicende sarebbero rimaste nell'ombra, senza il lavoro di inchiesta di tanti giornalisti, che alla fine pagano sempre un prezzo per la libertà della collettività? E anche tu ne sai qualcosa. In questo istante ci sono 533 giornalisti detenuti nel mondo, per aver svolto il loro lavoro nel 2022 sono stati uccisi 57 giornalisti. Nei soli primi nove mesi del 2022 nel nostro paese sono stati minacciati 564 giornalisti, il doppio rispetto all'anno precedente. Diceva Anna Politkovskaja: 'Impedire a una persona che fa il suo lavoro con passione di raccontare il mondo che lo circonda, è un'impresa impossibile, perché vivere così, è orribile'. E infatti ha scelto la strada che l'ha portata alla morte. Alla fine la verità arriva. Dipende a quale prezzo. E quanto si è disposti a lottare per farla emergere. Il potere è un qualcosa legato alla percezione. Non c'è bisogno che dimostri che sia in grado di ucciderti: è sufficiente che tu pensi che ci sia qualcuno in grado di ucciderti, materialmente o professionalmente attraverso la delegittimazione o le querele temerarie. Il pensiero di Report va a tutti quei colleghi di televisioni, giornali, blog locali, freelance che non hanno alle spalle una grande azienda come la Rai. Report ha collezionato querele e richiesta di risarcimento danni da Eni, Banca d' Italia, Mercedes, dal governatore Attilio Fontana, dalla figlia di Fontana, dal ministro Giorgetti ben due querele, da sua moglie, dalla sorella della moglie, dal suo avvocato Andrea Mascetti, da tutto lo studio Mascetti, dall'ex on. Andrea Ruggeri, dagli 007. Ne ho collezionate ben 172 in circa 25 anni di inchieste. A oggi ho ancora la fedina penale pulita, grazie al rigore con cui abbiamo svolto il nostro lavoro e alla bravura degli avvocati messi a disposizione dalla Rai".   

Il caso Fileni e' stato un duro colpo per tutta la filiera. Il problema si annida forse anche nelle certificazioni facili?

"Penso che solo se aiutiamo le aziende più grandi come Fileni a convertirsi al Bio, il mondo può diventare sostenibile. Ma aiutarle non significa chiudere gli occhi. Temo che il meccanismo dei controlli e delle certificazioni a volte chiuda gli occhi. Non so se per timore reverenziale o perché è consapevole che la conversione al bio di aziende così grandi è complessa. Comunque sui contenuti dell'inchiesta di Report ci sono indagini della magistratura. Vedremo con quali esiti".   

Tra i tanti temi spinosi c'è stata la puntata sui porti, che ha raggiunto l'11% di share. Come avete maturato l'idea?

"E' venuta al nostro inviato Luca Chianca. Da tempo ci occupavamo dell'importanza strategica dei porti e abbiamo voluto accendere un faro sugli oligarchi del mare che gestiscono navi container, terminal interporti, aerei cargo e treni. Decidono modalità, tempi e prezzi del trasporto delle merci, dal cibo ai farmaci, alle materie prime. Se vuoi mangiare, con loro devi parlare".

Su Matteo Messina Denaro e sul tema mafia avete fatto tanto, ci può anticipare qualcosa?

"Siamo riusciti a mettere in piedi una puntata straordinaria in un giorno e mezzo. Questo grazie alla qualità dei nostri inviati e alla loro memoria. La memoria, non è secondaria, nei fatti di mafia. Se non ce l'hai non riesci ad unire i fili. L'unica cosa che posso anticipare è che ci sono arrivate delle segnalazioni interessantissime e che ci torneremo con delle novità".  

Salvatore Baiardo cambia spesso versione, è credibile?

"Se Baiardo cambia continuamente versione e trova spazio è perché gli viene consentito. Per valutare la sua credibilità si deve tenere in mente che Baiardo non parla di cose che lo riguardano personalmente, ma che riguardano altri. E quindi è presumibile che possa essere il portatore di interessi altrui. Se poi lo faccia spontaneamente, o perché altri lo spingano o per scopo di lucro, questo andrebbe chiesto a Baiardo".

Si parla molto dei temi legati al gender. Lei ha mai rifiutato la corte di un uomo? Come si è sottratto al corteggiamento?

"Mi è capitato verso la fine degli anni '80, proprio quando stavo realizzando la mia prima inchiesta giornalistica per il quotidiano Paese Sera. Riguardava lo scandalo dall'air terminal dell'Ostiense di Roma realizzato per i mondiali di calcio del '90. Un uomo che avevo incontrato sul posto mi aveva promesso documenti compromettenti, ma li aveva nascosti a casa della madre. Una volta entrato nell'appartamento chiuse la porta blindata con doppia mandata e nascose la chiave. Cominciò a farmi delle avances. Mantenni la calma e con gentilezza mi sfilai dal suo corteggiamento. All'epoca rimasi scosso. Oggi trovo ridicolo che l'umanità abbia più paura di due uomini che si tengono per mano piuttosto di uomini che tengono in mano delle armi".   

 

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