Spettacoli
Rita Pavone e la "Pappa col pomodoro" secondo i Rete Co’mar

Viva la pappa col pomodoro di Rita Pavone viene riletto dai ragazzi di Rete Co’mar e ne nasce un brano folle, una band folle. Non si poteva pensare un videoclip "normale". In una suggestiva location, una allegra comitiva di sopravvissuti di un futuro post-apocalittico attende il suo pasto (molto probabilmente) non quotidiano.
Elementi di un passato fatto di ideologie e speranze diventano figurine e decorazioni.
La musica detta il ritmo e suggerisce le visioni.
Interamente girato con una #gopro per restituire una visione "improbabile" da punti di vista "improbabili", per seguire meglio gli attori e la band in una performance fatta di suggestioni/improvvisazioni e per entrare con una "improbabile" soggettiva nell'allegra comitiva e nel suo folle girotondo.
E se non potevano mancare gli "omaggi" a "Miseria e nobiltà", a "Rita Pavone" e all'omino Tabù, in tutto questo delirio, il cui tempo è battuto dalla fame, non possiamo, infine, non cedere alla tentazione di credere ancora nel senso profondo di "comunità" (nell'accezione più atea possibile).
Il primo album dei
Rete Co’mar
"Tutti Fuori"
Si chiama Tutti Fuori l’esordio discografico del collettivo napoletano, Rete Co’mar. prodotto da Claudio Poggi (produttore del primo album di Pino Daniele). Rete Co’mar è formata da sei musicisti e un attore: si sono conosciuti, tre anni fa, durante un laboratorio di sperimentazione musicale e teatrale.
“Tutti fuori” è un disco fuori moda, dove non c’è nessun tipo di ammiccamento ai suoni dell’ultim’ora. Un album suonato sino all’ultima nota, capace di toccare le corde dell’anima, la stessa anima, che si ritrova nei loro live, dove è impossibile restare fermi. “Tutti fuori – spiega la band – è la possibilità che l'uomo si riserva di superare i propri limiti, di vincere la rassegnazione e la passività.” Proprio come il loro sound, che va oltre le facili definizioni per mescolare rock, musica d’autore e influenze sud americane, senza mai perdere la propria identità. Infatti tutto è ben radicato nella tradizione musicale napoletana, che come canta il collettivo resta “La città della musica”. Un caleidoscopio di suoni e immagini, dove l’ironia, la melodia e il teatro, grazie alle parti recitate di Raffaele Bruno, sono gli ingredienti dell’esplosiva miscela musicale del collettivo guidato dalla bellissima voce solista di Silvia Romano. Le dieci canzoni dell’album, frutto della scrittura di tutti i componenti del gruppo, alcune in italiano e altre in dialetto, sono veri e propri viaggi. I testi intimi, surreali e divertenti non rinunciano alla poesia. Nell’album non mancano ballad come, “Core carnale”, dedicata al problema del femminicidio e una originale rivisitazione di, “Viva la pappa col pomodoro”, di Rita Pavone.