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Spettacoli
Techetechetè, il programma a costo zero che riporta la Rai agli anni d'oro

Raffaella Carrà, Mina, Alice ed Ellen Kessler spiegano, cantando a Milleluci (1974), il motivo del loro successo dando vita a un numero a quattro che ancora oggi lascia strabiliati. Fabrizio de Andrè e Dori Ghezzi, con i figlioletti Cristiano e Luvi ancora piccoli, cantano e suonano la chitarra con amici in Sardegna in un preziosissimo filmato di repertorio. Sophia Loren parla al telefono con Hollywood pochi minuti dopo l'annuncio del suo primo Oscar. Anna Marchesini nelle vesti turchine di Gina Lollobrigida corre, a colpi di bacchetta magica ("pia la bacchetta, tocca la tetta, bibbidi bobbidi bu"), di Renzo Tramaglino/Pinocchio/Tullio Solenghi. Sono solo alcuni dei momenti memorabili del repertorio contenuto nelle teche Rai, trasmessi in questa edizione di Techetechetè, format ideato da Elisabetta Barduagni e realizzato da Gianvito Lomaglio, che scartabella nel patrimonio culturale delle teche Rai per trovare chicche d'ogni genere.

Ogni sera su Rai1 in access prime time, nel periodo estivo, annunciata dalla sigla di Pasquale Panella (sua la voce che scandisce Techetechetè), Enzo Campagnoli ed Eleonora Paterniti, arriva la trasmissione/macchina del tempo che riporta il telespettatore agli anni d'oro della Rai (con qualche più rara incursione in tempi più moderni e vicini a noi) quando Canzonissima sfornava artisti del calibro di Massimo Ranieri, quando gli intrattenitori e conduttori erano gentlemen quali Lelio Luttazzi e Walter Chiari, quando Heather Parisi muoveva i primi passi in Italia con Luna Park di Pippo Baudo, insidiata professionalmente dalla scatenatissima sventurata Stefania Rotolo, purtroppo scomparsa prematuramente. Una Tv non urlata, realizzata da professionisti, dai testi intelligenti e mai volgari, dove la cifra comica era quella geniale e irriverente di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, che spesso trattavano temi scabrosi per l'epoca, in primis l'adulterio, con lieve ironia. 

Lo speciale Carrà-Mina dell'8 settembre 2017, di durata doppia rispetto al solito, è stato un evento televisivo di prim'ordine, così come quello dedicato a Fabrizio De André, trasmesso nell'altrimenti sonnacchiosa serata di domenica 27 agosto. Un programma "a costo zero" che fa sempre il pieno di ascolti e che, ogni anno, quando termina per lasciare il posto a pacchi e a soliti ignoti, dalla realizzazione ben più costosa, lascia l'amaro in bocca. Un programma che ci riporta al clima culturale di quegli anni, nei quali la televisione di Stato, il servizio pubblico, mirava a rendere migliore il Paese e nei quali, precisamente nel 1978 in pieno regime democristiano, andava in onda  in primissima serata una trasmissione come Stryx di Enzo Trapani, gravido di trasgressione e con una splendida Patty Pravo a seno nudo. Nel deserto di un'Italia che si scanna tra pro vax e no vax, che si dilania sull'opportunità di un asteroide in uno spot televisivo, che vede il trionfo dell'improvvisazione e dell'incapacità arrogante arrivare ad aspirare al Governo del Paese, Techetechetè rappresenta una sorta di oasi rinfrescante. Ed è un peccato che sia solo un brevissimo miraggio estivo e che non continui anche nel tragico e crudele inverno che ci attende. 

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