Esteri
Argentina: Javier, figlio di desaparecidos, ritrova suo zio dopo 40 anni

L'abbraccio dei due è diventato virale sui social e su tutti i siti dei quotidiani argentini. "E' un giorno luminoso", dice Estela de Carlotto, presidente delle
Il 26 dicembre del 1976 Javier aveva 4 mesi. Sua madre lo portò con sè quando uscì per avere notizie di suo marito sequestrato due giorni prima dai militari. Il piccolo Javier venne trovato come spiega Repubblica abbandonato per strada. È il numero 130 dei figli dei desaparecidos rintracciati e identificati tramite il dna dalle nonne di Plaza de Mayo.
Il neonato venne adottato legalmente da una famiglia con cui dichiara essersi trovato bene.
Javier sospettava di essere figlio di quel popolo, formato da 30 mila giovani uomini e donne, fatti sparire tra arresti illegali, torture e poi lanciati nel vuoto, sopra l'Atlantico, durante i famosi voli della morte che partivano ogni notte dai centri di detenzione. Ma solo nel 2016 decise di chiarire questo dilemma atroce e di affrontare la verità.
Ha effettuato il test del dna messo a disposizione delle nonne di Plaza de Mayo e ha avuto la conferma: i suoi genitori biologici erano una coppia di desaparecidos. Elena e Juan Manuel due studenti universitari di economia.
Erano militanti di sinistra. Si erano sposati e presto era nato Javier. Poi la madre era rimasta di nuovo incinta. Come precisa Repubblica Javier adesso vuole cercare anche suo fratello o sua sorella. Risale a poco tempo fa la chiamata al numero dello zio che si era lasciato reperibile dando il numero di telefono all'associazione. Non si aspettava di sentire la voce di suo nipote quaranta anni dopo.
L'abbraccio dei due è diventato virale sui social e su tutti i siti dei quotidiani argentini. "E' un giorno luminoso", dice Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Piazza de Mayo, mentre osserva, con gli occhi lucidi, il lungo abbraccio dei due durante una conferenza stampa