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Esteri
Chip, anche in Europa partono le restrizioni verso la Cina
Xi Jinping

Chip, restrizioni in Europa verso la Cina

Sulla scia degli Stati Uniti il governo dei Paesi Bassi limita le esportazioni di tecnologie avanzate per i semiconduttori in nome della protezione della sicurezza nazionale. Pechino protesta: “Un abuso”

Cina: stretta su chip da Paesi Bassi, ira Pechino

Si inasprisce la sfida sull'alta tecnologia tra Cina e Occidente. Il governo olandese ha annunciato che mettera' in atto nuove restrizioni alle esportazioni di tecnologia per la produzione di chip a protezione della sicurezza nazionale, con una mossa che allinea i Paesi Bassi agli sforzi degli Stati Uniti per tagliare le esportazioni di queste componenti verso la Cina. La decisione e' stata annunciata dalla ministro del Commercio olandese, Liesje Schreinemacher, in una lettera al parlamento in cui spiega che le restrizioni verranno introdotte prima della prossima estate. Il governo olandese ha operato nella maniera "piu' accurata e precisa possibile per evitare interruzioni alle filiere", ha detto, e dare alle aziende il tempo di adeguarsi alle nuove regole. Nella lettera non viene nominata la Cina, e non viene fatta menzione neppure del gruppo Asml, gigante europeo nella produzione di attrezzature per i produttori di semi-conduttori. Il gruppo subira', comunque l'impatto della decisione, che prende in considerazione i sistemi di litografia "Duv", venduti dal colosso olandese ai produttori di chip per i computer. La misura annunciata dall'Olanda ha irritato profondamente la Cina.

Cina ad Olanda: "No alle restrizioni sull'export tecnologie chip"

La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha sottolineato che Pechino "si oppone alla politicizzazione delle questioni commerciali e tecnologiche" che danneggiano la cooperazione e la stabilita' delle catene di approvvigionamento globali. La Cina, ha aggiunto, ha sporto reclamo ufficiale per la questione, che interferisce con i normali scambi economici e commerciali tra aziende cinesi e olandesi. La disputa sull'hi-tech, e in particolare sui chip, e' al cuore della competizione tra Cina e Stati Uniti per la supremazia tecnologica, al punto che Pechino, a dicembre scorso, ha sporto reclamo al Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) per le restrizioni all'export di chip da parte degli Stati Uniti, una mossa che Washington ha deciso di adottare per evitare che tecnologie sensibili, con applicazioni militari, possano finire nelle mani di Pechino. La disputa non riguarda solo le due grandi potenze economiche, ma anche Paesi Bassi e Giappone, su pressioni statunitensi. L'annuncio della ministro del Commercio olandese sembra porre fine a mesi di incertezza, che hanno irritato Pechino. Gia' a margine del vertice del G20 di Bali, a novembre scorso, il presidente cinese, Xi Jinping, aveva fatto appello al primo ministro olandese, Mark Rutte, a resistere alle pressioni statunitensi. "Il mondo e' uno e i Paesi dovrebbero cooperare", aveva detto Xi. Occorre contrastare, aveva aggiunto, "la politicizzazione delle questioni economiche e commerciali" e mantenere la stabilita' delle catene di approvvigionamento globali. Un richiamo simile, pochi giorni dopo, Xi lo aveva pronunciato anche al primo ministro giapponese, Fumio Kishida, incontrato a margine del vertice Apec di Bangkok. Ancora piu' duro, Il presidente cinese lo e' stato nei giorni scorsi. Pur senza citare direttamente la disputa sull'hi-tech, Xi ha, chiarito, davanti agli esponenti del mondo dell'industria e del commercio riuniti a Pechino per i lavori dei due rami del parlamento cinese, che le aspettative non sono rosee: "i rischi e le sfide che dovremo affrontare non faranno che aumentare", ha detto, incolpando direttamente gli Stati Uniti di essere i primi responsabili di un tentativo di "contenimento e repressione a tutto tondo" della Cina.

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