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Coronavirus, difficile trovare afroamericani per i test sul vaccino.

Secondo l’FDA americana gli afroamericani sarebbero i più riluttanti a partecipare ai trials per testare il vaccino contro il Coronavirus. La loro partecipazione sarebbe invece molto importante per le aziende farmaceutiche dato che sono stati proprio loro insieme alla comunità ispanica le categorie più colpite dal virus.

Entrambe le categorie sono state colpite in maniera sproporzionata rispetto alla comunità bianca. Le prove si stanno muovendo ad una velocità senza precedenti nella ricerca medica, soprattutto grazie alle risorse dell’Amministrazione Trump che sta sostenendo l’operazione ‘Warp Speed’. Tuttavia il reclutamento di certe categorie risulta abbastanza difficile. Vi è tra gli afro un passato di sfiducia costruito su tanti ‘errori’ e ‘maltrattamenti’. 

Almeno fino ad ora, la partecipazione di minoranze volontarie agli studi sul Coronavirus è aumentata ma, purtroppo, molto lentamente. E soprattutto avviene soltanto in college ed università dove la maggioranza è di colore. Ad esempio al Meharry Medical College di Nashville, i ricercatori hanno iniziato organizzando incontri di persona con pazienti già conosciuti, cercando di rompere il muro di sfiducia che esiste nei confronti della ricerca medica. Una sfiducia che nasce da lontano. I neri americani hanno motivo di essere sospettosi ricordandosi i ben noti esperimenti di Tuskegee dove uomini neri con la sifilide sono stati ingannati e maltrattati come parte di un esperimento che è andato avanti per decenni. Ancora oggi molti afroamericani riferiscono di maltrattamenti da parte di operatori sanitari bianchi.

'Se non ci sono abbastanza persone come te in quelle sperimentazioni sui vaccini, non saprai se davvero funziona su di te’ dice ai potenziali volontari il dottor Berthaud, nero e haitiano che sta reclutando pazienti per un sito di sperimentazione clinica a Nashville. Ne cerca 300 di colore facendo appello al senso del dovere.

In ogni caso altre società farmaceutiche hanno quasi finito la fase di reclutamento.La californiana Moderna afferma di aver scelto quasi 100 siti di prova per la loro "demografia rappresentativa”.In particolare per questi test per il Coronavirus il National Institutes of Health ha raccomandato che le minoranze siano sovrarappresentate nei test, a tassi doppi rispetto alla popolazione bianca.

'Diciamo di voler includere tutti, ma in realtà lo sforzo per le vaccinazioni è iniziato nello stesso modo gestito nel passato’ sostiene il dottor Dominic Mack della Morehouse School of Medicine di Atlanta che sta lavorando con l'NIH per assicurarsi che le persone di colore siano incluse nella ricerca COVID-19. Mack sostiene che non ci sono scorciatoie se la ricerca medica intende riflettere la diversità degli Stati Uniti.

'Ci vuole tempo per costruire fiducia e relazioni significative con persone che hanno subito una storia di abusi o abbandoni da parte di fornitori di servizi medici ed esclusione dalla ricerca biomedica e dal processo decisionale'.

Lo sforzo principale, chiamato COVID-19 Prevention Network, attinge a quattro reti di sperimentazioni cliniche esistenti progettate per far avanzare la ricerca sull'HIV. Queste reti hanno sede a Seattle, Atlanta, Los Angeles e Durham, N.C.

E’ chiaro pero’ che non sarà facile convincere migliaia di afroamericani a partecipare.

Ma anche per coloro che non partecipano, i ricercatori sperano che i loro sforzi di sensibilizzazione possano portare ad un maggior numero di minoranze che, alla fine, accettino di prendere il vaccino approvato quando sarà disponibile.

E’ questo un passaggio obbligato per far si che il futuro vaccino possa essere efficace su tutti e non solo su una parte degli americani e del resto del mondo.

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