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Esteri
Coronavirus, gli Stati Uniti ‘affogati’ tra contagi, tamponi e violenze
(fonte Lapresse)

3658000 infetti e 140000 morti negli Stati Uniti per Coronavirus. Solo per avere un termine di paragone furono 58000 gli americani morti nella guerra in Vietnam.
Quattro mesi fa dati di questo tipo sarebbero apparsi una specie di anticamera dell’Apocalisse, molti avrebbero sorriso , altri avrebbero fatto gli scongiuri ,altri ancora avrebbero accusato i diffusori di ’sfiga’ come traditori della nazione. Adesso però la dura realtà ha detto a tutti che il virus in America c’è, sta colpendo tutti senza distinzione di età e soprattutto vi è la certezza che non esiste una seconda ondata solo perchè il Paese è pienamente immerso nella prima.

Ma perchè la prima potenza al mondo, quella che ha destinato soldi a pioggia a oltre 140 farmaceutiche e laboratori per studiare il vaccino sta ‘affogando’ in un mare di contagi, tamponi e tanti incertezza.

I motivi sarebbero tanti, diversi a seconda del  punto di vista da dove guardi il Paese. Molte motivazioni sono strumentalizzate da credo politico o di razza, ma un osservatore esterno riesce, forse, a vedere con un occhio più distaccato i perchè.

Sostanzialmente quattro i motivi che stanno rendendo difficile agli Stati Uniti uscire dalla morsa del virus. Hanno nomi e cognomi e si chiamano: Donald Trump, David Kevin, diseguaglianza nella sanità e irregolari.

Donald Trump
Come puo’ una nazione seguire norme e regole contro un virus quando il suo Comandante in testa è il primo negazionista del virus? Fin dall’inizio Trump ha parlato di ‘ una normale febbre, anzi una febbre cinese, che sarebbe passata con i primi caldi’. Ieri in piena estate in Florida, lo Stato del sole,  ci sono stati 13000 contagi. Come si puo’ seguire le regole di sicurezza del Governo che chiedono la social distancing e la mascherina indossata quando il presidente ogni giorno ha sempre evitato accuratamente di seguirle?. Come si può pensare con equilibrio a superare la pandemia quando ogni giorno il tuo Presidente apre un fronte di guerra con tutto e tutti? Dall’attacco alla Cina, a quello contro il WHO, per finire con Russia e Iran, tutti fronti aperti esterni ma anche interni di un Presidente che ha fatto della guerra guerreggiata il suo 'modus operandi’. Senza dimenticare la pressione fatta  da Trump sui Governatori repubblicani per riaprire velocemente, contro i pareri della sanità, le città ed ora le scuole. Il risultato? contagi a dismisura e piani di contenimenti avvolti nella nebbia.

David Kevin
E’ il poliziotto di Minneapolis  che ha soffocato fino alla morte l’afroamericano di 46 anni George Floyd. Solo una mente razzista e votata alla violenza avrebbe potuto ammazzare un uomo soffocandolo con un ginocchio premuto sul collo per oltre 8 minuti. Un’azione che ha scatenato i fantasmi del razzismo che, nel paese, sono da decenni presenti e pronti a scatenarsi. E l’omicidio li ha scatenati provocando proteste, manifestazioni, violenze di una dimensione che non si vedevano nel Paese da tantissimo tempo. Risultato? Assembramenti, violenze, battaglie con la polizia e centinaia di migliaia di persone esposte non solo al rischio di violenza ma al rischio di contagi. Risultato?Un aumento esponenziale di infetti in oltre 33 Stati.

Diseguaglianze nella sanità
I più colpiti nella pandemia, oltre ai senior ultrassettantenni, sono stati e sono afroamericani e ispanici. Il motivo è molto semplice, sono le categorie più deboli e meno tutelate. Nella super liberale America la salute è a pagamento. Se hai un’assicurazione importante sei salvo altrimenti devi evitare accuratamente di avvicinarti a qualsiasi tipo d’ospedale o ‘urgente care. E gli afro e gli ispanici sono spesso categorie che hanno difficoltà a curarsi e sono soggetti a malattie come diabete, affezioni cardiovascolari o obesità che li espongono alla virulenza del Coronavirus. Probabilmente una maggiore facilità di cure avrebbe permesso a tante di queste persone di essere più forti e più sani e quindi di affrontare meglio il virus.

Irregolari
L’ultima responsabilità, sia pur non diretta, sta nei 10 milioni di irregolari, sconosciuti, nascosti ma esistenti nel Paese. Persone di tutti i tipi e tutte le razze preoccupati solo di superare senza danni la giornata e soprattutto di non incontrare qualcuno dell’Ufficio Migrazione. Tutti liberi, tutti sani,  forse si, ma anche no, e in grado di trasportare salute o virus da una parte all’altra del Paese senza controllo alcuno. 

Certo non sono solo questi quattro fattori che stanno aggrovigliando il Paese più forte al mondo nella  pandemia da Coronavirus, ma sicuramente non tutto il resto del mondo unisce quattro situazioni come gli Stati Uniti possono, purtroppo, vantare.   

 

 

 

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    coronavirususacontagiafroispanicigeorge floyd





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