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Elezioni Romania, svolta a destra. Simion, l'euroscettico e ammiratore di Trump, trionfa

Simion va oltre il 40% al primo turno: "Fuori i ladri, viva i patrioti". Ballottaggio il 18 maggio

di Redazione Esteri

Elezioni Romania, trionfa l'ultradestra di Simion. Svolta anti-Ue

Le elezioni in Romania confermano il trend delle precedenti, annullate per presunte ingerenze russe nel voto, cambia il candidato ma non il risultato, il Paese ha svoltato decisamente a destra. Il primo turno lascia pochi dubbi sulle intenzioni dei romeni di cambiare. A scrutinio quasi ultimato, il leader del partito nazionalista AUR, George Simion, un euroscettico ammiratore di Donald Trump, ha ottenuto il 40,5% dei voti. Il suo rivale nel ballottaggio del 18 maggio sarà il sindaco centrista di Bucarest Nicusor Dan (20,9%), che ha battuto di poco il candidato della coalizione di governo Crin Antonescu (20,3%). "Insieme abbiamo scritto una pagina di storia oggi", ha detto Simion in un video messaggio trasmesso nella sede del suo partito, dove i sostenitori hanno intonato slogan del tipo "Fuori i ladri, viva i patrioti".

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Alcuni esperti hanno sottolineato le divisioni tra gli europeisti dopo una campagna segnata da accuse al vetriolo e colpi bassi. In tutto, 11 contendenti erano in lizza per la presidenza, una carica essenzialmente cerimoniale ma influente proprio in politica estera. La vittoria, lo scorso novembre, di Calin Georgescu, un ex funzionario secondo i suoi detrattori vicino al Cremlino, suscitò preoccupazione in Europa e gettò la Romania in una crisi politica. La Corte costituzionale invalidò il primo turno ed escluse dalle elezioni il candidato sessantenne, a seguito di una massiccia campagna sulla piattaforma TikTok che ipotizzava di interferenze russe.

Georgescu è stato quindi sostituito da Simion, 38 anni, quarto a novembre. I due sono apparsi insieme domenica in un seggio elettorale a Mogosoaia, vicino a Bucarest. Simion, che si dichiara "più moderato" di Georgescu, condivide il suo astio verso quelli che definisce i "burocrati non eletti di Bruxelles". Ha condannato l'invasione russa ma si oppone all'invio di aiuti militari all'Ucraina, con cui la Romania confina, e vuole ridurre il sostegno ai rifugiati ucraini.

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