Esteri
Elezioni, la Romania ci riprova con la svolta a Destra. Il favorito è George Simion, leader Aur
Secondo i sondaggi l'estrema destra è favorita con una forbice che va dal 30 e il 34 per cento dei consensi

comizio elettorale Romania
Elezioni, la Romania ci riprova con la svolta a Destra. Il favorito è George Simion, leader Aur
Gli esperti concordano ampiamente sul fatto che la Romania stia attraversando un momento politico cruciale, caratterizzato da proteste su larga scala e da una crescente insoddisfazione pubblica. A febbraio, il governo di coalizione filoeuropeo al potere è sopravvissuto a stento a un voto di sfiducia presentato da diversi partiti di estrema destra, scontenti per l'annullamento delle elezioni. Nonostante il fallimento della mozione, il presidente Klaus Iohannis si è dimesso a seguito dei tentativi di impeachment da parte dei parlamentari dell'opposizione, che sostenevano che il suo mandato, prorogato a causa del rinvio delle elezioni, fosse illegale.
Urne aperte dopo l'eslusione di Georgescu
Dopo le accuse di ingerenza russa nelle elezioni di novembre – accuse respinte da Mosca – la Corte Costituzionale rumena ha escluso Georgescu dalla candidatura a maggio. Tra poche ore il paese torna alle urne, in quelle che rischiano di essere elezioni cruciali, non solo per la Romania, ma anche per tutta l’Unione Europea, a causa del conflitto in Ucraina.
Il Pese nel mirino della "disinformazia" russa
La disinformazione russa, non a caso, ha preso di mira la Romania in diversi casi, non solo durante la campagna elettorale. A causa del forte sentimento antirusso dell'opinione pubblica rumena, questi sforzi hanno mirato principalmente a seminare discordia tra la Romania e i suoi vicini. Una controversia degna di nota è stata quella relativa al rafforzamento militare della Romania e di altri paesi dell'UE nel Mar Nero, con la Russia che li accusa di aumentare le minacce alla sicurezza nella regione.
Candidati e sondaggi
In corsa ci sono 11 candidati. Secondo i sondaggi, il leader di estrema destra, George Simion, è il favorito. Guida l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), è un nazionalista noto per le sue idee euroscettiche e anti-Nato. È in testa ai sondaggi con una forbice che va dal 30 e il 34 per cento dei consensi.
Bucarest al fianco di Kiev ma il sentiment si affievolisce
Dall'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 – con cui la Romania condivide un confine lungo 610 chilometri – Bucarest è stata uno dei più convinti sostenitori di Kiev, fornendo aiuti umanitari e equipaggiamento militare, oltre ad accogliere circa 180.000 rifugiati all'inizio del 2025. Tuttavia, quello che era iniziato come un fervente entusiasmo per sostenere lo sforzo bellico si è ormai affievolito. Il crescente sentimento nazionalista ha portato in primo piano le questioni interne, allontanando l'opinione pubblica rumena dall'aiutare l'Ucraina. Secondo un sondaggio del febbraio 2024, meno del 20% dei rumeni ritiene che il proprio Paese debba continuare a fornire supporto militare all'Ucraina. Allo stesso modo, i leader dei partiti hanno deciso di non inviare truppe di peacekeeping rumene in Ucraina all'inizio di quest'anno.
Simion: "La Russia non è una minaccia significativa"
Questa situazione potrebbe certamente accentuarsi se a vincere dovesse essere il favorito, il leader del partito AUR (al parlamento europeo nel gruppo dei conservatori e riformisti dell’ECr di Giorgia Meloni) Simion, che ha dimostrato durante la campagna elettorale di pensarla diversamente dalla maggior parte dei leader europei sul conflitto in Ucraina. "La Russia non ha il potenziale per rappresentare una minaccia significativa per la più grande alleanza militare del mondo", ha dichiarato Simion a Reuters in un'intervista di venerdì. "Ecco perché l'unica minaccia è il potenziale smantellamento della NATO. Per la Romania, per la Polonia, per gli Stati baltici, questa rappresenta una grave minaccia alla sicurezza".
Il sogno della "Grande Romania"
Simion ha affermato che l'unica via d'uscita per l'alleanza è garantire che gli Stati Uniti continuino a guidare la NATO, pur sostenendo l'aumento della spesa per la difesa da parte degli Stati europei. Il suo partito sostiene la controversa restaurazione di una "Grande Romania", che prevede l'espansione del paese fino ai confini pre-Seconda guerra mondiale, includendo aree in Bulgaria e Ucraina, nonché tutta la Moldavia. Simion ha definito il suo partito "trumpista", mentre i suoi avversari lo definiscono estremista. Qualcuno pensa che in caso di vittoria Simion sarà una spina nel fianco all’interno della Ue, al pari dell’ungherese Viktor Orban. Ma il rapporto del paese a 18 anni dalla sua adesione all’Unione Europea è in chiaroscuro.
Un'economia in ritardo
Gli esperti affermano che il ritardo socioeconomico della Romania rispetto agli altri Stati membri desta preoccupazione. Il Paese sta affrontando diverse problematiche sociali che alimentano il malcontento pubblico, tra cui la bassa spesa per l'istruzione e la sanità rispetto ad altri Paesi dell'UE. Tra il 1990 e il 2024, la popolazione rumena è diminuita di quasi quattro milioni di persone, in gran parte a causa delle limitate opportunità [PDF] per i lavoratori qualificati. Nel frattempo, il mercato del lavoro è stagnante; il Paese ha un tasso di occupazione inferiore (63% nel 2023) a quello della media UE (circa il 70%).
Il sentimento anti-establishment, soprattutto al di fuori della capitale
Il costo della vita complessivo in Romania sta aumentando molto più rapidamente della media UE, contribuendo ad aumentare l'insicurezza alimentare e ad aggravare il divario di ricchezza tra aree urbane e rurali tra Bucarest e il resto del Paese. Questi problemi hanno alimentato un sentimento anti-establishment, soprattutto al di fuori della capitale.
Un terzo degli abitanti a rischio povertà
Gli elettori sono stanchi dei politici tradizionali che hanno governato la Romania dalla caduta del comunismo nel 1989, e il loro voto riflette sempre più probabilmente ciò che l'analista politica Valentin Naumescu ha definito "frustrazioni, rivolta e rabbia verso il sistema". Il reddito familiare medio è un terzo della media UE; il cibo è più costoso del 50% rispetto a cinque anni fa; quasi un terzo dei 19 milioni di abitanti del paese è a rischio povertà ed esclusione sociale; quasi il 20% della forza lavoro ha cercato migliori opportunità all'estero. I servizi pubblici sono scadenti, le disuguaglianze sono elevate, una lunga storia di politici corrotti e incompetenti ha abbassato la fiducia del pubblico in parlamentari e ministri.
Simion in testa perché parla al cuore
Simion in campagna elettorale ha mostrato di essere amato dalla gente proprio perché parla direttamente ai loro cuori, come quando si scaglia contro il sistema corruttivo rumeno e contro le ineguaglianze sociali. Insomma, anche in Romania, come in quasi tutta Europa, ormai sembra che il centrodestra riesca a parlare direttamente al cuore della gente, mentre la sinistra preferisce lisciare le élite e arroccarsi sulle sue rendite di posizione.