Esteri
Gaza City brucia, le testimonianze: "Qui è l'inferno". Netanyahu: "Attacchi ad Hamas in Qatar? Bin Laden era in Pakistan..."
Nessun passo indietro da parte del premier israeliano: "Ipocrita chi critica"

Gaza City (Foto Lapresse)
Gaza City brucia, centinaia i morti. Netanyahu non si ferma: "Ipocrita chi ci critica"
Gaza City è in fiamme, ormai chi è rimasto è in trappola. Israele spara dal cielo e colpisce anche da terra, con carri armati sparsi ovunque per la città. La testimonianza choc di padre Faltas che opera in quelle terre: "Brucia tutto, qui è un inferno". Anche gli ospedali sono rimasti senza medicine: "Non c'è speranza, costretti ad amputare senza gli antibiotici da poter utilizzare". Impossibile fare un bilancio dei morti, ma si parla di centinaia di civili. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha espresso un pensiero che potrebbe essere interpretato come un implicito rimprovero alle critiche degli Stati Uniti all'attacco in Qatar, denunciando "l'immenso cinismo e l'ipocrisia" di coloro che hanno attaccato Israele in merito all'attacco. Netanyahu ha fatto riferimento alla risoluzione 1373 delle Nazioni Unite, ratificata dopo gli attacchi dell'11 settembre, secondo cui nessun Paese può ospitare o dare rifugio ai terroristi.
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Il primo ministro ha sottolineato che, dopo gli attacchi del 2001, gli Stati Uniti "hanno agito con grande coraggio contro i rifugi terroristici concessi ad al-Qaeda in Afghanistan. Il rifugio terroristico concesso al capo terrorista Osama Bin Laden in Pakistan". Il Qatar non ha rapporti diplomatici con Israele e ospita da tempo i leader del gruppo militante palestinese, il cui attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele ha innescato la guerra di Gaza. Ha inoltre svolto un ruolo fondamentale nella mediazione tra Israele e Hamas nei negoziati per un cessate il fuoco nella guerra e per il rilascio dei 251 ostaggi israeliani catturati dai militanti palestinesi durante quell'assalto.
Tra il 2018 e il 2023, il Qatar ha inviato milioni di dollari in elargizioni mensili in contanti e aiuti a Gaza gestiti da Hamas, con l’approvazione del gabinetto di Netanyahu dell’epoca. All'inizio di quest'anno, i media israeliani hanno riferito che due assistenti di Netanyahu sono indagati dall'agenzia di sicurezza interna Shin Bet per aver presumibilmente ricevuto pagamenti dal Qatar. Lo scandalo, soprannominato "Qatargate", ha sollevato interrogativi sulla possibilità di un'influenza del Qatar nell'ufficio del primo ministro. Netanyahu, chiamato a testimoniare nelle indagini a marzo, l'ha denunciata come una "caccia alle streghe politica".