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Esteri
Governo Draghi? Piace a Obama e Biden. Renzi "emissario" per far fuori Conte

Giuseppe Conte pensava di essere impegnato in un braccio di ferro individuale con il "piccolo" Matteo Renzi di Italia Viva. "Un partitino dal 2 per cento", è stato descritto in questi giorni da diversi esponenti del Movimento Cinque Stelle. Ma, se sul fronte interno i sondaggi al momento dicono in effetti questo, Italia Viva e Matteo Renzi non sono solo questo. Italia Viva e Matteo Renzi hanno anche degli amici, o quantomeno dei conoscenti, che Giuseppe Conte e il Movimento Cinque Stelle non hanno. Questi amici, o conoscenti, saranno pure Oltreoceano ma, come abbiamo imparato a più riprese negli scorsi decenni, una loro opinione può avere esiti molto importanti anche in Italia.

Ci riferiamo, ovviamente, a Barack Obama e Joe Biden. Non è un mistero che ai Democratici americani il nome di Mario Draghi, potenziale epilogo di questa crisi di governo, piaccia parecchio. L'ex presidente di Bankitalia e della Bce è un professionista dalla caratura internazionale, molto apprezzato e ascoltato anche dall'allora presidente Obama. E' evidente che avere Draghi presidente del consiglio rassicurerebbe, e non poco, gli alleati d'Oltreoceano.

Basti ripercorrere alcuni episodi degli ultimi anni. L'accordo sulla Via della Seta con la Cina, sottoscritto dal governo gialloverde, era stato un fortissimo campanello d'allarme. Non solo, e non tanto, per il mercantilista Donald Trump, ma per l'apparato statunitense che riteneva quell'accordo non solo un segnale di cooperazione commerciale e infrastrutturale ma la possibile spia di uno shift geopolitico dell'Italia verso il gigante asiatico. La nascita del governo giallorosso viene comunque guardata da favore da Trump, grazie al buon rapporto sviluppato dal tycoon con "Giuseppi", e alle rassicurazioni dei ministri atlantisti targati Pd, in primis Vincenzo Amendola e Lorenzo Guerini. Senza contare che il governo di centrodestra, che Matteo Salvini era convinto di guidare su spinta trumpiana, era stato pregiudicato dal caso Savoini che aveva improvvisamente reso la Lega inutilizzabile dai Repubblicani.

Ma quel rapporto privilegiato con Trump ha creato qualche perplessità tra i Democratici di Biden. In particolare per due motivi: il famigerato doppio viaggio romano dell'ex procuratore generele William Barr, durante il quale incontrò i vertici dei servizi segreti italiani per indagare sul contro-dossier legato al Russiagate, e i tentennamenti di Conte nel citare Trump in riferimento all'assalto di Capitol Hill. 

Ciò non significa, attenzione, che Biden volesse "far fuori" Conte o che Renzi abbia seguito gli ordini di qualcuno da Washington. Ma di certo i Democratici non sarebbero scontenti di vedere Draghi a Palazzo Chigi. E Renzi, che nelle scorse settimane è stato descritto come un possibile candidato alla guida della Nato, gli ha (in)direttamente fatto un favore.

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