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Guerra Israele-Hamas, l'Iran respinge gli appelli europei. Meloni chiama Netanyahu: cessate il fuoco e de-escalation

di Redazione Esteri

Hamas ha fatto sapere che non intende sedersi al tavolo per la tregua del prossimo 15 agosto. Sale la tensione dopo la strage nella suola a Gaza. Anthony Blinken volerà in Medio Oriente

Guerra in Medio Oriente, Meloni chiama Netanyahu: importanza della de-escalation e del cessate il fuoco. Decisioni da prendere a Doha

Il pericolo dell'escalation in Medio Oriente sembra sempre più vicino. E concreto. Gli scontri continuano, i morti salgono, mentre i negoziati appaiono incapaci di raggiungere un qualsiasi accordo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il Primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. Meloni, riferisce una nota di Palazzo Chigi, ha reiterato il forte auspicio che si possa trovare un accordo per un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi, in linea con la Risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, in occasione del prossimo round negoziale del 15 agosto a Doha. La presidente ha ribadito il convinto sostegno alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Nel riconoscere il diritto all’autodifesa di Israele, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni unite, Unifil, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano.

Gli Usa: Blinken in Medio Oriente

Nella giornata di oggi, martedì 13 agosto, il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, dovrebbe partire per il Medio Oriente alla volta di Qatar, Egitto e Israele. Blinken e tutto il governo Usa vorrebbe che i membri di Hamas partecipassero al summit di Doha, previsto per giovedì 15 agosto. In quell'occasione si potrebbe trovare un accordo per il cessate il fuoco tra loro (il gruppo terroristico che ha dato inizio a questa guerra il 7 ottobre scorso) e Israele. Hamas, nei giorni scorsi, ha già espresso la sua volontà a non partecipare al summit. 

Le dichiarazioni di Hamas: "Pronti per il cessate il fuoco"

Il leader dell'ufficio politico dell'organizzazione terroristica ha fatto sapere che "Yahya Sinwar è pronto per un cessate il fuoco", ma il governo israeliano "ostacola e vuole sabotare (i negoziati) quando si avvicina ad un accordo". Lo riferito l'emittente saudita Al-Sharq citando fonti del movimento palestinese. Queste sostengono che la posizione di Sinwar "gode del sostegno di tutti i membri dell'ufficio politico" che comprende "un accordo che garantisca il cessate il fuoco, il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, compresa la fascia di confine con l'Egitto, il ritorno degli sfollati, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione di Gaza". 

La lettera del ministro degli Esteri del Libano: "Non vogliamo la guerra"

Abdallah Bou Habib, ministro degli Esteri libanese ad interim, ha concesso un'intervista a La Repubblica in cui spiega che "come governo stiamo facendo ogni sforzo per evitare la guerra". Ma sono "gli israeliani" che "vogliono la guerra: hanno fatto quelle operazioni a Beirut e Teheran per provocare l’escalation". Il governo libanese ha chiesto due cose a Hezbollah: "Che la loro risposta, se deve esserci, non sia in contemporanea dallo Yemen, dal Libano, dall’Iraq e dall’Iran perché questo significherebbe guerra. La seconda cosa che abbiamo chiesto è una reazione che non causi una forte risposta israeliana e dunque un conflitto regionale". 

Alla domanda sulla disponibilità di Hezbollah a ritirarsi al nord del fiume Litani, come previsto da una risoluzione Onu e richiesto da Tel Aviv, Bou Habib ribadisce: "Se Israele si ritira da tutte le aree occupate e si ritorna ai confini della tregua del 1983, certamente Hezbollah si ritira a Nord del Litani. Ma Israele deve accettare i confini internazionalmente stabiliti. Le discussioni sono in corso. La proposta sul tavolo ora è una mezza soluzione. Ma a mio parere una mezza soluzione è migliore di nessuna soluzione".

L'intervista si conclude con un doppio messaggio: agli europei, Bou Habib chiede di rispettare "le leggi che loro stessi hanno creato dopo la Seconda guerra mondiale, il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale, basta con i doppi standard. Guarda la differenza della loro posizione dell’Occidente in Ucraina e a Gaza. Non sto difendendo Hamas, noi tutti abbiamo condannato le uccisioni di civili il 7 ottobre. Ma quando Israele sbaglia bisogna riconoscerlo e condannarlo". E all’Iran "di non interferire negli affari degli altri Paesi. Dobbiamo tutti lavorare per la pace", conclude.

L'Iran: "Inutili gli appelli dei Paesi occidentali"

Il ministro degli Esteri iraniano, dal caso suo, ha dichiarato oggi che gli appelli volti a evitare l'evoluzione del conflitto arrivati da Francia, Germania e Regno Unito "mancano di logica politica e contraddicono i principi del diritto internazionale", stando a quanto riferisce l'agenzia di stampa Reuters. Un attacco sembra sicuro. Israele non sembra spaventato tanto che negli ultimi giorni ha trasmesso gli Stati Uniti e a diversi Paesi europei il seguente messaggio: non importa quanto massiccio e riuscito sarà l'attacco iraniano su Israele, se il regime degli ayatollah colpirà lo Stato ebraico, la reazione sarà diretta sul territorio della repubblica islamica.

Guerra, fonti Usa: "L'Iran pronta a sferrare un attacco a Israele su larga scala"

Clima infuocato in Medio Oriente, mentre si lavora alla tregua tra Israele e Hamas, l'Iran e Hezbollah pianificano l'offensiva contro Tel Aviv. La tensione è salita ulteriormente dopo la strage nella scuola di Gaza, il bilancio è di circa 90 morti, di cui 9 bambini. L'ultimo agguato deciso da Netanyahu allontana la tregua, Hamas ha già fatto sapere che non intende prendere parte al negoziato del prossimo 15 agosto. Intanto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha ordinato lo spiegamento di un sottomarino lanciamissili in Medio Oriente, nel contesto delle crescenti tensioni nella regione. Lo ha fatto sapere il Pentagono. Austin ha anche ordinato al gruppo d’attacco della portaerei Abraham Lincoln di accelerare il suo spiegamento nella regione. Israele si aspetta un attacco su vasta scala di Iran e Hezbollah prima del vertice di giovedì prossimo chiesto da Stati Uniti, Egitto e Qatar per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza.

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Secondo Haaretz, le autorità di sicurezza sono in stato di massima allerta per un possibile attacco da parte dell'Iran o di Hezbollah, poiché in Israele si stima che, nonostante gli sforzi americani per un vertice volto a proseguire i negoziati per un accordo giovedì, la risposta di Teheran potrebbe arrivare prima. Circa 30 razzi sono stati lanciati da Hezbollah dal sud del Libano sul territorio israeliano, cadendo in aree aperte. Non si registrano danni o feriti. Lo riferisce l'IDF, che ha avviato una controffensiva contro le basi di Hezbollah. "Abbiamo bombardato il quartier generale della Brigata 146 a Gatton con razzi e Katyusha".

Il bombardamento è stato una risposta agli attacchi ai villaggi del sud", ha rivendicato Hezbollah secondo i media locali. La notizia viene confermata da una indiscrezione pubblicata da un reporter di Axios, secondo cui durante un colloquio telefonico tra il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant e il segretario alla Difesa statunitense, lo stesso Gallant ha fatto sapere al suo omologo Usa che i preparativi militari dell'Iran suggeriscono che Teheran si sta preparando per un attacco su larga scala contro Israele.

M.O.: Gb, Francia, Germania a Iran, non attacchi Israele

Regno Unito, Francia e Germania avvertono l'Iran che se attacchera' Israele "si assumera' la responsabilita'" dell'escalation nella regione. In una dichiarazione congiunta citata dal Times of Israel, i tre Paesi fanno appello a Teheran invitando la Repubblica islamica a evitare di contribuire alla spirale verso la guerra totale. "Siamo profondamente preoccupati per l'acuirsi delle tensioni nella regione e siamo uniti nel nostro impegno per la riduzione della tensione e la stabilita' regionale - scrivono i tre Paesi - In questo contesto, chiediamo all'Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilita' di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi", continua la dichiarazione, riferendosi ai negoziati per un accordo tra Israele e Hamas, che dovrebbero riprendere nei prossimi giorni. Se l'Iran attacchera', "si assumera' la responsabilita' di azioni che mettono a repentaglio questa opportunita' di pace e stabilita'. Nessun Paese trarra' vantaggio da un'ulteriore escalation in Medio Oriente", conclude la dichiarazione.

M.O.: media, Iran potrebbe attaccare entro prossime 24 ore

Fonti anonime della regione hanno riferito a Fox News che l'Iran e i suoi alleati in Medio Oriente potrebbero lanciare un attacco contro Israele entro le prossime 24 ore. "I funzionari [in Medio Oriente] credono che stiamo raggiungendo l'ora zero", riferisce il corrispondente della Fox News, Trey Yingst. Il sito di notizie Axios ha riferito ieri che, mentre il presidente iraniano Masoud Pezeshkian vuole evitare una risposta dura, il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche sta spingendo per lanciare un attacco piu' grande di quello del 13-14 aprile, quando centinaia di droni e missili sono stati lanciati nel primo attacco diretto dell'Iran contro Israele. Quasi tutti i proiettili e i droni sono stati intercettati durante quell'attacco. 

Biden chiama i leader di Francia, Germania, Italia e Gb

Joe Biden ha chiamato i leader di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna sulla crisi Medio Oriente. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing.

M.O.: Usa, europei decidano loro ruolo in risposta a Iran

Gli alleati europei "devono decidere il loro ruolo nella risposta a un eventuale attacco dell'Iran", lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kieby. Secondo la Casa Bianca i tempi dell'attacco a Israele potrebbero essere molto ravvicinati "in questa settimana". Secondo Kirby "dobbiamo essere preparati a quelli che potrebbero essere attacchi significativi".